Mentre il treno delle
5:46 è in arrivo e le zanzare sono ancora più incazzate di ieri, la mia mente vola a tutti i
difensori di Massimo Moratti. I quali tentano un ultimo disperato appello,
invitandolo a non cedere le quote dell’Inter. Per farlo richiamano quel
nazionalismo, che mi commuove ogni volta, ma che al tempo stesso era altamente
ignorato quando a Madrid si vinceva la Champions con un undici stranieri in
campo e allenatore e staff tecnico provenienti dal Portogallo.
Il discorso può essere considerato
etico e apprezzabile, ma non può essere tirato in ballo a seconda della
convenienza, per sperare in un’Inter italiana. Che poi cosa significherebbe di
preciso? La sede verrà trasferita a Giacarta, o forse disputeremo in un futuro prossimo il campionato
indonesiano?
Dopo l’uscita a mezzo stampa di Pellegrini sapete tutti che, come ho spiegato precedentemente, per me quella soluzione sarebbe stata ottima. Questo perché riconosco a lui comunque
sia delle capacità manageriali superiori a quelle di Massimo Moratti, avendo
esposto fatti dimostrabili alla
mano.
A parte questo inciso,
qualcuno dovrebbe riflettere e tornare indietro alla notte di Madrid. Durante quel 22
maggio 2010; mentre noi tifosi festeggiavamo il ritorno sul tetto d’Europa, Moratti festeggiava anche un altro
motivo, e cioè tanti soldini che sarebbero piovuti nelle casse della società. Quanti?? Ne ho sentite un po’ di tutti i
tipi. Avevo addirittura letto, calcolando
premi, diritti televisivi, e introiti piovuti dal cielo, si parlava di una
cifra intorno ai 250 milioni di
euro. Tanti? Troppi? Ok abbassiamo la cifra. Erano sicuramente 70 (cifra che mediamente prende l’Inter per i
diritti televisivi ogni anno), più arriviamo a totali 150 visto che l’UEFA povera
non è e premia i vincitori della Champions in
modo ricco.
Se ben ricordate da
quel momento in poi è stato l’inizio dopo molti anni del valzer degli allenatori, che naturalmente
però se vengono ingaggiati vanno anche pagati,
e di un mercato di austerità. Coutinho e Biabiany furono i soli due acquisti per Benitez, nonostante la cessione di Balotelli.
Ora, con il senno di
poi è facile fare i professori, e solo con amici di vecchia data può esserci la conferma
che il 23/5 per me dovevano essere ceduti:
Maicon per mancanza di voglia a restare (comprensibilissima e rispettabile), e Milito per la non impeccabile
dichiarazione pre-premiazione.
In tal caso altri 70 milioni (35 a testa circa) sarebbero stati versati dal Real Madrid, interessato ad ingaggiare
i giocatori.Poco importa, non è
andata così, e annoteremo solo il mancato acquisto di Cavani allora a Palermo, per 15
milioni in quanto il tentennamento di Balotelli al Man City fece perdere tempo e il Napoli
si assicurò il giocatore. Non pensiamoci più.
Avremmo avuto (con un mercato
serio e fatto a luglio anziché
gennaio) un tridente con Pazzini Eto’o e Cavani, con conti a posto e una stagione 2010/2011 conclusa di fatto con
la sola Coppa Italia in bacheca, ma che avrebbe potuto tranquillamente arricchire
la bacheca di un altro scudetto, l’ennesimo, in rimonta sul Milan, dopo un
girone d’andata in cui in campo andavano le controfigure degli invincibili di
Mourinho.
Resta la considerazione
su tutti quei soldi reali. Dove sono stati messi? Mi vengono in mente tre
destinazioni:
1- suddivisi in premi ai giocatori, che logicamente parlano di Moratti come un padre, come il presidente che tutti vorrebbero avere, e queste dichiarazioni erano all’ordine del giorno anche per giocatori come Recoba, coccolati, strapagati, tutelati, giustificati e impiegati poco e male.
1- suddivisi in premi ai giocatori, che logicamente parlano di Moratti come un padre, come il presidente che tutti vorrebbero avere, e queste dichiarazioni erano all’ordine del giorno anche per giocatori come Recoba, coccolati, strapagati, tutelati, giustificati e impiegati poco e male.
2- rimessi sul conto di famiglia per compensare i continui esborsi che negli anni sono stati effettuati.
3- utilizzati per pagare i debiti.
Quindi devo pensare
che se siamo a questo punto, la situazione nel 2010 era ancora più grave. L’anno zero 2010 avrebbe potuto costituire nuova linfa, dando
per certo il periodo di austerity e anche comprensibilmente di mancanza di voglia o di possibilità a voler usare finanze proprie. Come?
Con una gestione più
sapiente, sicuramente non realizzata dalle svendite di top player come Eto’o o Snejder a prezzi irrisori per insostenibilità a pagare stipendi sicuramente alti, ma concordati in precedenza e scritti su un contratto.
E’ stato buttato
tutto, e ora sentiamo parlare di milanesità? Italianità? Patriottismo? Dubbi su Thohir e recriminazioni di ogni tipo su Pellegrini?Thohir non lo conosciamo ancora, ma Pellegrini si, e i fatti dicono che indipendentemente dai risultati conseguiti in un calcio diverso e sicuramente più equilibrato, la sua politica di gestione non è distante da quella che si legge essere la preferita dell’indonesiano; giocatori giovani, niente spese folli, e se queste ci dovessero essere, andrebbero destinate solo per acquisire
campioni veri.
Le carte in mano per
poter andare avanti a giocare delle ottime partite c'erano tutte, ma una cattiva gestione e un pessimo senso organizzativo degli affari, ci ha ridotti ostaggio dei debiti da pagare che giustamente i creditori esigono, alla faccia delle ultime interviste in cui si afferma che sia tutto sostenibile e che basta un aumento dei ricavi per tornare in auge (che poi sono due facce della stessa medaglia).
Perciò signori miei, basta con le giustificazioni, oltre a non essere un manager, Moratti con certe scelte ha dimostrato di non essere nemmeno un tifoso dandoci “sportivamente” in gestione ai gobbi … e poi qualcuno ha ancora il coraggio di ricordare l’Ernesto come il cuoco di Agnelli … Moratti cosa sarebbe quindi … il benzinaio???