Come al solito, dopo la concente eliminazione dalla massima competizione mondiale, le critiche dei media e i processi sono all’ordine del giorno verso gli azzurri. E una chiara dimostrazione della serietà e dell’efficacia con cui si affrontano le tematiche nel nostro paese sono le scuse accampate.
Non parlo di Balotelli perché mi sembra eccessivo definirlo calciatore, e meriterebbe un capitolo a parte che non ho voglia alcuna di aprire. Piuttosto mi riferisco alle sconcertanti motivazioni per giustificare la sconfitta.
Se il problema fosse la qualità di gioco, lo schema, l’allenamento, si dovrebbe trovare una soluzione inerente e pertinente al problema. Invece no. La colpa come detto più volte e che ho sentito in primis da Thiago Motta è del caldo. Incredibile a dirsi ma è così.
I perfidi organizzatori del mondiale hanno fatto apposta ad affidare al Brasile il compito di paese organizzatore. Per non dire dei calendari poi.. farseschi! Giocare due partite due su tre a quell’ora contro due squadre sudamericane è un chiaro complotto anti-italico.
Suggerisco quindi, date le premesse, di evitare di giocare le qualificazioni mondiali quando la competizione si terrà in località simili al Brasile. Partecipiamo solo dopo aver controllato attentamente il meteo.
Per i prossimi quindi riposo assoluto, se ne riparla poi a quelli successivi. Vedete? Così affrontiamo le difficoltà. Scuse, giustificazioni, mai guardare le cose come realmente sono per capirle, e questo accade in qualsiasi campo.
Non ho mai sostenuto la nazionale perché dovrebbe rappresentare una nazione che non mi rappresenta e sono convinto non rappresenta molti. I suoi risultati calcistici sono lo specchio di quelli di club e del calcio in genere in crisi sono figli di questa approssimazione e di una classe di responsabili fallimentare.
Diamo pure la colpa al caldo, agli stadi che devono essere nuovi, alle pressioni dei tifosi… forse quando ci accorgeremo che qualcosa va cambiato nel gioco del calcio in senso stretto, come formazione, come scelte tecniche, come crescita e limitazione degli stranieri, come organizzazione dei vivai e dei calendari… sarà come sempre troppo tardi