L’ultras è apolitico, allo stadio non c’è politica. Mai frase, che sento più come cantilena che per reale convinzione, mi fa sorridere perché nulla è di più falso. Naturalmente non mi riferisco a una precisa curva o a un preciso gruppo.
Parlo dell’intero movimento, frammentato e diviso in campo politico da simpatie opposte, ma unite quando si tratta di andare contro il sistema… perché andare contro può anche non essere una scelta unanime in assoluto, ma una scelta che in quel momento fa del bene a te e un danno ai tuoi nemici, qualunque essa sia.
Ora come ora si possono fare dei pericolosi ma sicuramente fondati parallelismi tra ciò che vediamo allo stadio e ciò che la vita quotidiana di suggerisce. Il calcio in Italia sta andando allo sfacelo. Se prima le domeniche erano il giorno in cui l’Italia si bloccava e si metteva in marcia, non solo fisica, per aggregarsi, conoscersi, fare gruppo, sfruttare la propria fantasia, misurarsi con le proprie paure, ora l’imperativo è quello di fare in qualche modo affinché si vada nella direzione opposta.
Cosa succede a livello politico? La mancanza di voler creare opportunità per le famiglie, per le persone, per fare in modo che la loro vita assuma connotati di soddisfazione in ciò che si svolge nel quotidiano, a livello lavorativo e di evasione, è evidente. Tutto deve essere schedato giustificato valutato, approvato e deve rientrare in un qualcosa di politicamente corretto.
Cosa vuol dire? Che se la UE dà certe direttive (e sappiamo tutti che ci sono e vanno scrupolosamente eseguite, infischiandocene del nostro personale bisogno, come l’accoglienza di malcapitati che vengono in Italia non perché è la più vicina) anche il governo del calcio deve eseguirle in nome dei trattati firmati dai nostri politici corrotti che pian piano ci stanno facendo rinunciare alla nostra sovranità.
Possono darsi la mano con i signori del calcio, perché anche in questo ambiente, dall’Europa di Platini all’Italia di Abete, le analogie sono evidenti e incastonate perfettamente come un puzzle.
Non si vuole più permettere alle persone di poter avere una qualità della vita normale, ed è meglio rinchiudersi in casa con la Play o meglio ancora Facebook invece di uscire in strada e misurarsi con le proprie paure e i propri limiti.
Lo dico senza paura di smentita, almeno per me: quando ti misuri in un gruppo di persone, devi farti accettare, devi fare un passo avanti perché uno indietro non si può, allora si matura e si cresce.
Hai dato due cazzotti allo stadio? Amen…. Hai inventato un coro nuovo o una coreografia splendida? Hai fatto lavorare il cervello…. Ma il risultato è il medesimo; ti sei confrontato. Ovviamente tra un cazzotto e le mazze chiodate o le sciabole c’è una bella differenza, non fraintendetemi.
Ciò che però va detto è che gli ultras sono l’ultimo vero movimento giovanile che chiede rispetto per la persona umana, per la fantasia, per l’espressione, per tutto ciò che è ancora non computerizzato. Anche per l’espressione, si, il tanto decantato articolo della costituzione che la garantisce e che ogni domenica viene infranto.
Non hanno sospeso la partita domenica e sono stati presi in castagna i signori dei palazzi. Con tutto il caos che succede e sta succedendo come avrebbero agito? Hanno optato per la via di mezzo… la condizionale. Una delle più grandi CAZZATE mai inventate dall’uomo.
La storia insegna che ci vuole una grande classe dirigente perché il popolo abbia voglia di seguirla e di crescere. A voi cosa sembrano?
Personalmente ritengo che la farsa a cui stiamo assistendo e che con un minimo di pudore di ognuno venga così valutata, cioè farsa, sia una precisa direttiva sociale dei politici, dei governi, ai quali frega molto poco di pensioni sanità e altri problemi… le loro malefatte non devono essere controbattute dal popolo che è meglio stia a casa davanti a uno schermo.
La mia esperienza in curva, che dura ormai da tanto e spero durerà ancora a lungo, mi ha insegnato una cosa che cerco di tramandare non solo a chi ama il calcio ma che vale in ogni ambito. Una persona può crescere e migliorare solo confrontandosi e mostrando le proprie potenzialità non stando chiusa in casa ma agendo in prima persona, mettendosi in gioco e ragionando perché solo quando le cose si provano sulla pelle si possono giudicare.
Visto che chi comanda tutto questo non lo sa e può averla vinta per qualche anno, ma non per sempre... prima o poi si ritornerà davvero alle antiche maniere e succederà quando a giocare a questa buffonata saranno solo loro.