sabato 23 luglio 2016

Siamo solo noi

quelli che finora hanno dimostrato uno slancio autentico e disinteressato per i colori, comunque la si possa pensare...

Siamo solo noi quelli che hanno creduto alle promesse faraoniche e farlocche (almeno finora) della nuova proprietà cinese, arrivata in pompa magna con dichiarazioni, che come dice un mio amico hanno fatto tremare la grande muraglia, il duomo di Milano e mettiamoci anche le quattro colonne d'Ercole già che ci piace esagerare...

Siamo solo noi, quelli che si sono fidati con entusiasmo e speranza. Salvo poi accorgersi che gli Ansaldi  e i Caprari (con tutto il rispetto) potevano comprarli anche i Pozzo, i Zamparini e i Preziosi e che per concretizzare queste operazioni non serviva di certo un colosso industriale  originario dell'estremo oriente...

Siamo solo noi che scomparsi tutti gli altri (dal vicepresidente Zanetti in vacanza, a Thohir a San Diego al Comic, ai signori Suning chi li ha più visti e per finire Ausilio chissà se è venuto fuori dalla foresta del Borneo)  restiamo qui  intenti a accapigliarci per vedere alla fine se andrà bene o se andrà male in questa sessione di calciomercato estiva con tutto quello che ne consegue...

Siamo solo noi che ci piacerebbe avere le risposte da gente, come dicevo prima, che escogita ogni tipo di sotterfugio per di evitare il confronto con quelli che pagano e con quelli che non ci dormono la notte. Comportamento che riconosco, mi tira fuori dagli stracci. Visto che l'assenza in quanto tale è la negazione prima della presenza. Il non esserci come scappare a gambe levate dalle proprie responsabilità, che tanto poi sono i soliti noti a portare il peso del disagio.





Siamo solo noi che sopportiamo le cazzate della moglie cafona, gretta e avida del nostro attuale capitano. Quindi va da sé che a questo giro io mi senta di dire che di questi tempi io non ho un capitano. Perché il soggetto della discussione a Facchetti nemmeno le unghie dei piedi gli può leccare e non dite che sono epoche diverse dato che scomodando esempi sparsi Lahm, Gerrard e Pujol non giocavano a pallone di certo finita la prima guerra mondiale. E' solo che se nasci pupazzo e ti nascondi dietro la gonna striminzita di tua moglie, a casa mia non puoi fare il capitano dell'Inter. Anzi porta l'offerta e vattene via più veloce della luce. Visto e considerato che tanto eri e sei un fenomeno, che con te la Champions League l'ho vista dal divano di casa mia in questi anni... e non solo.. in Europa League il più temuto sterminatore di piccioni al mondo, cioè Guarin era infinitamente più determinante di te ai fini del passaggio del turno..

Siamo solo noi che il mister resta oppure no e vai a saperlo, il bomberone stesso discorso. Ma chi rappresenta in pratica i Suning, ma chi fa il mercato, e ma il modulo con cui giocheremo quale sarebbe.. e via dicendo..

Siamo solo noi che alimentiamo l'idea del prima o poi torneremo dove ci meritiamo di essere per destino e blasone. Mentre in società chi più chi meno.. sono tutti interisti fino a quando si tratta di ricevere la tranche del bonifico a fine mese. Però in campo, con i media e sul mercato alla fine la resa è quella che purtroppo sono. Assolutamente in linea con l'assunto per il quale la realtà è solo la realtà... per cui un branco di pecore al loro confronto potrebbe far impallidire i trecento di Leonida alle Termopili.

Siamo solo noi quelli che nascondersi dietro un dito non sappiamo dove stia di casa, e che meriterebbero ben altro rispetto e considerazione. Visto che al di là delle valutazioni personali, siamo rimasti realmente  gli unici, a vivere intensamente le sfumature del cielo e della notte e siccome battagliare contro i mulini a vento è dura davvero per me è giusto e sacrosanto un applauso  per noi e basta. Gli altri al momento non ne sono degni.









mercoledì 17 febbraio 2016

OldStyle88

Da ragazzo avevo un professore di economia aziendale quando facevo il secondo anno di ragioneria, che interrogava in modo molto veloce. Una domanda a scelta, e due formulate da lui. La seconda spesso non era pertinente al programma oggetto di interrogazione. Se non la sapevi, tornavi al tuo posto con un votaccio più o meno grave, ma comunque sempre votaccio era.

Quando si chiedevano spiegazioni sulla ragione per cui due domande alle quali si era risposto benissimo, erano di fatto meno influenti rispetto a  quella che avevamo ciccato ai fini della valutazione.  Ci siamo sempre sentiti dire che quel quesito riguardava argomenti base senza i quali non si potevano poi capire molte altre cose della materia. Diciamo un po’ l’abc, perché le case si costruiscono sempre dalle fondamenta.

Con il senno di poi, non lo abbiamo mai ringraziato abbastanza, e lo ricordiamo come il migliore mai avuto in economia, anche se purtroppo è restato con noi solo un anno. Questi ricordi extra-calcistici mi servono per raccontare il momento attuale della nostra squadra.

Non sono mai più intervenuto da inizio campionato perché occorre attendere prima di emettere giudizi, in uno sport in cui uno degli aspetti più evidenti del suo declino e del suo bisogno di rinascita, di programmazione, di organizzazione, è il risultato.

In Italia conta solo se vinci e quegli scribacchini con i quali me la prendo spesso in ambito più legato al tifo, sono gli stessi che uno stesso aspetto lo fanno passare come virtù o come difetto a seconda che si vinca o meno. Mancini ha fatto giocare Jovetic e Lijaic? Ha vinto? È stato geniale nel non dare riferimenti alla difesa avversaria. Ha perso? Non può non giocare con un centravanti di peso che faccia da boa.

Non mi addentro mai in questioni tecnico tattiche propri perché non sono in grado di affrontarle. Mi limito però a ribadire ciò che dissi nel mio ultimo intervento. Cioè la grande fiducia dimostrata dalla società nell’accontentare l’allenatore in ogni sua richiesta, forse anche oltre l’immaginabile. Di conseguenza la responsabilità per lui è molta.




Cadere dall’alto fa male, ci eravamo abituati bene un po’ tutti a guardare gli altri da lassù, anche se forse in cuor nostro sentivamo che non saremmo durati fino alla fine. Ciò che per me è inconcepibile è vedere in campo delle controfigure di quei guerrieri che lottavano come se non ci fosse un domani su ogni palla, e che facevano della difesa un tassello importantissimo per i successi della squadra.

Ora vediamo tutti le prestazioni offerte, fiacche, senza grinta, senza quella determinazione che prima faceva un buon 70% delle vittorie, mentre il 30% era dato dai piedi. Capite bene che senza il carattere e non potendoti affidare a una tecnica eccelsa, viene a mancare la caratteristica che più ci dava punti.

Una squadra che si era guadagnata l’affetto dei tifosi che probabilmente avranno esclamato come me più di una volta “finalmente dei guerrieri in campo!” Ebbene, come il mio professore faceva io posso dare l’insufficienza dopo il derby e senza sapere come finirà la stazione.

Possono crollare tutte e farci vincere lo scudetto, andare in Champions, in Europa League, o starcene semplicemente a casa un altro anno. Quando una squadra che fa della rabbia agonistica la sua più grande qualità, non può andare a Torino in Coppa Italia e prenderne tre giochicchiando in una partita che emotivamente non ha bisogno di presentazioni.

Una squadra che porta a casa uno 0-3 contro la nemica storica, e che ha però la possibilità di riscattarsi nel derby pochi giorni dopo, contro un Milan non irresistibile, ma ne prende altre tre offrendo l’ennesima prestazione indecorosa non può non essere contestata pesantemente. A queste due partite tragiche aggiungiamo tutte le pre e le post gare perse e pareggiate contro squadre di ben altre ambizioni e blasone che denotano cali di concentrazione preoccupanti e imbarazzanti.

Ecco, per me la stagione finisce qui. Non offrendo nemmeno il carattere e la lotta, viene meno tutto il resto a catena. Risultati, valore dei giocatori, entusiasmo etc etc. Pertanto, come ci diceva il nostro amato professore dopo averci informato del voto che ci avrebbe messo…”come e quando pensate di rimediare?”

domenica 7 febbraio 2016

Tempo di seconda mano...

con la speranza di quello che poteva essere e che invece sta evaporando via in maniera repentina. Intanto noi stiamo così senza una ragione.

Del resto se subiamo dagli ultimi in classifica tre reti da calcio piazzato, lo smarrimento non può che essere che condiviso e generale. Non nascondiamoci dietro a un dito, il momento più che delicato è sconcertante a dirla in maniera delicata.

Penso che la maggior parte di noi non credesse fino in fondo allo scudo anche in epoca di vacche grasse, ma che per altri versi nemmeno prevedesse un calo di  braghe di simili proporzioni in un arco di tempo così limitato.

Tutti ora abbozziamo a soluzioni buone oppure no, del resto nemmeno sarebbe affare nostro... poi magari le mie sono più drastiche rispetto ad altri. Nella convinzione che la coercizione nei periodi duri sia più efficace delle buone maniere. Del tipo ritiro fino a fine stagione, mettere i più brocchi a fare sedute supplementari di palleggio, uso dei social vietati e via di seguito. 


Poi certo parlo di come mi sento io, riguardo alla quotidianità. Di quando ci si alza la mattina, si scende al bar per fare colazione e cominciare la giornata per mettere insieme, se si riesce, quello che serve per vivere.

Non passa giorno in cui inizio la giornata, e volente o nolente  mi tocca subire il racconto di vicende pesanti, di quelle che ti spezzano il cuore, perché conosci le situazioni e sai cosa vuole dire. Parlo di persone buttate via così per poco più di 1.000 euro al mese dopo anni e anni di dedizione assoluta.

Allora oggi che piove, governo ladro, dopo una partita indegna, d'istinto realizzo lo schifo della situazione.... gente che guadagna milioni che dopo novanta minuti circa infrangono la speranza di una moltitudine di persone e nemmeno hanno bisogno di farsi la doccia. Contro tanti altri che hanno dato tutto e anche più di tutto, giusto per guadagnarsi una sussistenza dignitosa e ora stanno, metaforicamente e non, in mezzo alla strada.

Quindi si il disagio per me è notevole in questo tempo di seconda mano. Dove l'indignazione monta alta per soggetti che nemmeno lo merita a fronte dei milioni guadagnati e l'indifferenza regna sovrana nei confronti di chi abita di fronte a te nel tuo pianerottolo o incontri tutti i giorni nel quartiere e così via.

E risparmiatemi i tormentoni del tipo #amala e #senonlaamiquandoperdi ... nemmeno fossimo degli adepti a una setta religiosa, degli integralisti islamici e realtà similari.. ci sono stati tempi in cui non serviva essere omologati.

Si andava allo stadio spontanei e compatti.  Si andava bene o si andava male tutti insieme al fischio finale, noi sugli spalti e loro in campo. Non si avvertiva la necessità degli slogan da baci Perugina e cazzate simili. Semplicemente a ognuno il suo.

Mentre domani, noi andremo in giro al solito con il fegato al guinzaglio, avvitati sui noi stessi, chi più chi meno, giusto per sbarcare il lunario. A differenza loro (squadra e società) che al massimo sussulteranno per un paio di giorni di ritardo per incassare del bonifico.

E' la raffigurazione della vita al contrario: chi ha troppo chiede di essere supportato da chi ha troppo poco e addirittura niente. Non mi piace, non mi va...