Cala il sipario sull'ultimo derby. Un incontro caratterizzato da uno spettacolo tanto straordinario nelle coreografie delle due curve meneghine, quanto modesto da parte di chi era in campo. Finisce pari e patta una stracittadina che alla vigilia in molti presentavano come dimessa e sottotono, ma è stata comunque vissuta in maniera coinvolgente dai tifosi. Inoltre qualche svista arbitrale di troppo a nostro sfavore ha fatto discutere. Nonostante il momento poco esaltante di entrambe le compagini, questo resta un match che fa storia a sè, che vale la pena di vivere allo stadio a prescindere.
E' quello che spinge ragazzi come Alessio, Francesco, Andrea, Renato e altri a percorrere moltissimi chilometri con lo zaino in spalla, le sneakers e il salvadanaio rotto. Perché se ogni volta ti spari tantissima strada pur di presentarsi sugli spalti in tempo, è innegabile che uno slancio simile possa comportare una notevole dispersione di tempo, pazienza e denaro. Perchè le contrarietà possono essere sempre dietro l'angolo. In autostrada si può beccare la coda. Il volo può essere cancellato. Il treno può viaggiare con forte ritardo.
Sempre con la voglia di rincorrere il fascio di luce dei riflettori di San Siro. Un'altra forma di essere Donnie Darko insomma. Sto parlando del principale protagonista di un film culto che raccontato in sintesi non sarebbe altro che la narrazione delle vicende di un ragazzo problematico e della sua famiglia che si snodano all'interno di una realtà parallela dove gli sbalzi temporali la fanno da padrone.
Li accomuna il desiderio di vincere l'oscurità surreale della notte per ritrovare la scia degli astri splendenti. Con lo stesso impeto che viene celebrato in una canzone del gruppo australiano dei Church. Pezzo molto in voga durante gli anni '80 . Si chiama Under the milky way: "Ed è qualcosa di molto particolare / Qualcosa di scintillante e bianco / ti conduce qui, nonostante la destinazione / Sotto la via lattea stasera... ".
Così corrono quei ragazzi per vivere l'attimo del fischio di inizio. Corrono per assecondare lo stato d'animo di quando si salgono gli ultimi gradini che portano al solito posto e si spalanca alla vista l'ultima espressione di prateria metropolitana: il rettangolo di gioco. E la testa ritorna a incontri passati che si mischiano con le aspirazioni proiettate nel futuro immediato e non.
Così corrono quei ragazzi per vivere l'attimo del fischio di inizio. Corrono per assecondare lo stato d'animo di quando si salgono gli ultimi gradini che portano al solito posto e si spalanca alla vista l'ultima espressione di prateria metropolitana: il rettangolo di gioco. E la testa ritorna a incontri passati che si mischiano con le aspirazioni proiettate nel futuro immediato e non.
Come se non potessero sottrarsi alla loro indole, nella continua ricerca di stelle in cielo e in campo. Destino del resto ineluttabbile da chi si sente marchiato dai colori del cielo e della notte. Allora mi viene da credere che in fondo ora siamo un pò tutti Donnie Darko, siamo un pò tutti come quei ragazzi. Un pò tutti disposti a affrontare qualunque disagio pur di tornare a un passato espressione di euforia e competizione per traguardi importanti. Pur di partecipare all'atmosfera magica del momento in cui si srotolano i teli, si sventolano i cartoncini. In cui si esibisce l'orgoglio smisurato della propria appartenenza.
Poi c'è Lele che era il primo a sedersi sul suo seggiolino al primo verde nel mio settore, uno speciale a modo suo. Quello che ci accoglieva tutti, sempre presente con il freddo con il caldo, nelle partite di cartello e in quelle per pochi intimi. Ieri sera purtroppo invece di incrociare il suo sorriso c'era un mazzo di fiori e una foto a ricordarlo. Ma sono certa che ovunque si sia trovato, nella sua dimensione equivalente, avrà cantato e avrà imprecato. E di sicuro avrà inseguito con passione e ostinazione la sua scia di stelle, proprio come noi. Perché i derby sono sempre speciali, per tutti.
Per chi si presenta ai cancelli a piedi, per chi colma distanze enormi e anche per chi è altrove. C'è poco da fare, queste non sono e non saranno mai partite come le altre.
P.s. Per coloro che non avessero visto il film e fossero interessati alla visione, per una migliore comprensione, consiglio la lettura del libro The Distructors di Graham Greene al quale la pellicola si è ispirata. Suggerisco inoltre per gli amanti e nonndel genere new wave l'ascolto attento della colonna sonora.