sabato 31 agosto 2013

Così Parlò Fulvio Il Vikingo



Quanta rabbia nel vedere un partitone tra quelle merde di mùnchen e dei blues... Pensare che tre anni fa li abbiamo massacrati e come siamo ridotti adesso sembra solo un incubo. Invece è l'amarissima realtà. Finire il campionato con la coppia d'attacco Rocchi-lvarez e ricominciare con Icardi-Belfagor ... L'unica certezza è Palacio ma da noi le lezioni non servono mai ... La ciliegina sulla torta sarebbe Antonini ... Perché come ha detto il ns. lucidissimo presidente ... l'Inter parte per vincere il campionato!!!


lunedì 26 agosto 2013

OldStyle88

Sport - (ANSA) - ROMA - Sono diverse centinaia i tifosi in coda alle biglietterie Nord e Sud dello stadio Meazza per acquistare i tagliandi di Inter-Genoa. Nonostante l'apertura dei cancelli quattro ore prima ...

Nel mio intervento riguardante lo scandalo dei tifosi rimasti fuori durante Inter–Cittadella, perseverato anche ieri tra l'altro, avevo tralasciato di parlare, perché non ne ero a conoscenza, della presenza degli agenti in assetto anti-sommossa e questo particolare merita di ritornare sull'argomento a poco tempo dalle mie considerazioni. Dal 1996 vado allo stadio e ringrazio solo di aver vissuto esperienze che mi hanno fatto toccare con mano certi argomenti sui quali vige un pregiudizio, una omertà, e una barriera costruita ad arte da media e poteri forti.

Da quella stagione è cominciata la mia vita al seguito, e nel corso degli anni ho visto aumentare il valore della mia socialità e del mio divertimento domenicale anteponendolo a un comunque invariato interesse per ciò che accadeva in campo. Vivere quella bellissima routine secondo i modi e le idee che ognuno, ai suoi livelli e secondo i suoi desideri, è quasi importante come la partita stessa  e magari qualcuno ha sentito raccontare le stesse cose da chi le ha vissute in modo genuino e libero negli anni 80/90.

Ho attraversato sia da spettatore che da persona più vicina ai fatti, gli scandali da stadio che hanno fermato la nazione Italia, paralizzata nella burocrazia legislativa per risolvere l'annoso problema a discapito di disoccupazione, sicurezza, servizi pubblici ai cittadini, tenore e qualità della vita.

Ogni volta che si calcava la mano con uno striscione, un coro, una bandiera, o magari anche delle innegabili giornate con atti violenti, che andrebbero però raccontati oggettivamente senza nascondersi dietro false storie, si inaspriva sempre di più il provvedimento costellato da leggi fatte apposta e in barba alla costituzione italiana per le quali ogni cittadino sarà felice di sapere che non vengono applicate a chi commette reati quali pedofilia, stupri, omicidi, o altre cose simili, ma per chi allo stadio ha il sangue agli occhi quando reagisce alla strafottenza di certi personaggi inveendo contro evidenziando le loro caratteristiche somatiche, si.

Si inalberano comunità, si fanno tavole rotonde con psicologi, sociologi, funzionari, finti tifosi ora star di successo che si ricordano quando da bambini erano lì in mezzo. Le stesse che vengono replicate poi in casa da parenti e amici che vogliono capire cosa ti passa nel cervello oppure perché, perché condizionati da queste dinamiche distorte storpiate ad arte dalla Tv e dai mass media in generale.

Naturalmente il tutto a giustificare i tuoi fallimenti nella vita, e li trovano anche se fallimenti non ne hai. Non importa se durante la settimana lavori, se hai pagato regolarmente le tasse senza sgarrare mai, o se i tuoi straordinari permettono alla tua famiglia di vivere dignitosamente. Sei un  delinquente, e come tale vai trattato.

Senza voler citare argomenti vissuti consapevolmente e direttamente, posso riassumere la sintesi di tutti questi dibattiti che leggo ancora oggi quando si motiva la ragione per cui le famiglie, non vanno allo stadio: le famiglie hanno paura, gli stadi non sono posti sicuri. Invece in Inghilterra e in Germania gli stadi sono pieni ... allora perché in Italia non succede?

Ma ovviamente perché ci sono gli ultras, che mettendosi davanti ai cancelli e impedendo fisicamente l'ingresso agli spettatori fanno si che gli stadi siano vuoti. Inoltre vuoi mettere? Non hanno niente di meglio da fare che scippare, derubare, distruggere, e compiere marachelle a ripetizione selezionando tra le loro vittime le così dette famiglie, prediligendo i bambini di massimo dieci anni di età, più facili da colpire.

Eppure da qualche anno, cioè dall'introduzione della tessera del tifoso che avrebbe dovuto creare, a quanto leggevo, delle agevolazioni per le così dette famiglie, affinché fossero invogliate a tornare allo stadio, i dati che la polizia diffonde sono molto confortanti. Gli scontri negli stadi sono diminuiti se non azzerati, mentre fuori è molto difficile che accadano a meno che il servizio d'ordine faccia acqua da tutte le parti.

Quindi? E’ problema sotto controllo, eppure qualcosa non torna, l'afflusso del pubblico è sempre in discesa. In occasione di un Inter-Juve di Coppa Italia degli anni ‘90, si erano registrate 60.000 presenze. Durante la stessa partita venti anni dopo ... gli spettatori paganti crollano a 25.000!!!

Negli articoli dei quotidiani nazionali si decantano gli stati sopra citati ormai presi a modello. Tutto esaurito per le partite di FA CUP in Gran Bretagna, partecipazione e modello tedesco da seguire fedelmente. Mica come da noi che la gente non esce di casa a causa dello sventolio di bandiere e dei cori della gente.

Peccato però che in Germania il tifo organizzato si sistemi nel primo anello della curva per far sentire il proprio calore e venga non solo tollerato ma anche incentivato dalle proprie società con strutture perfette (ricorderete quando menzionavo i miei amici di Stoccarda che avevano richiesto un settore senza posti a sedere).

Gli stadi pieni sono la regola eppure a parte Bayern Monaco e in parte il Borussia Dortmund non mi pare che in Bundesliga militino Top Players o giocatori di qualità tali da giustificare entusiasmo dirompente. Cosa cambia allora?

Cambia che in Germania non ti chiedono l'albero genealogico per comprare un biglietto, mentre da noi le difficoltà sono un sentiero tortuoso.

Cambia che dieci euro per una curva per una partita media li hanno anche gli studenti, non quelli che in Italia hanno come picco massimo lo stadio dei gobbi con abbonamenti un anno fa cresciuti del 75%.

Cambia che rispettando tutte le classi sociali, si offre un servizio differenziato a seconda dei proprio gusti e possibilità legate al portafoglio.

Cambia che a fine partita ricevo una mail in cui esprimo il mio giudizio sul servizio usufruito.

Cambia che là SI VUOLE FAR ANDARE DAVVERO LA GENTE ALLO STADIO.



Ciò che differenzia i due stati è questo. La gente in Italia deve starsene a casa, allora bisogna riempirle la testa di cazzate, di leggende, bisogna aprire il TG con dei terribili cori di scherno a giocatori di colore salvo poi essere smentiti addirittura dalla Digos che non riesce proprio a trovare il reato, ma il povero giocatore si (vero Costant?) tanto da seguire il suo compagno di squadra a Busto Arsizio e mi sa che farà altrettanto a Verona alla prima giornata qualche altro giocatore, usando alla grande questa scusa per il primo scandalo stagionale.

Si decide, in uno stadio come San Siro avere questo vizio di aprire solo il primo anello per certe partite decidendo quindi implicitamente che non si vuole troppa gente anche se c'è e vorrebbe entrare con tutto il resto dell'organizzazione, scadente e presuntuosa. Occorre assolutamente trovare il colpevole e per trovare il pretesto per costruire stadi più piccoli per il proprio business e permettendo solo ad alcuni di spendere certe cifre per vedere la partita.

Eppure tutte queste misure sono riassunte nella polizia in assetto anti sommossa, di cui non ho stranamente avuto notizie di randellate a destra e a manca come solo loro sanno fare.

Del resto sono ampiamente documentato le prepotenze di quando gli stessi aprivano le teste a operai senza lavoro che manifestavano la loro paura di non poter portare avanti la famiglia, alcuni addirittura giustificavano simili comportamenti con le più assurde motivazioni. Magari saranno le stesse inerenti a coloro che erano in coda fuori dai cancelli e che si saranno spaventati a sentire quella tensione che nell'aria sale in simili circostanze e non sai dove guardare, se i tuoi bambini da una parte o l'esecuzione di assurdi ordini per mantenere la calma (sempre secondo loro) dall'altra.

In tutto questo qualcuno dirà che non ho menzionato l'Inghilterra, esempio da prendere per risolvere qualsiasi problema. Ebbene si sappia che la Football Association sta discutendo per reintrodurre le gradinate a prezzi popolari data l'alta età media degli spettatori e la conseguente esclusione per mancanza di mezzi economici dei giovani. Un abbonamento nella patria del football costa semplicemente un biglietto della partita moltiplicato per  il numero delle partite.

Conveniente come qua? Non credo proprio, dove le società bene o male offrono ai propri sostenitori almeno un barlume di offerte sicuramente economicamente apprezzabili (non la Juventus che se ne sbatte le palle, enon è una questione di stadio nuovo, era così anche nei due precedenti).

Pertanto la gravità dell'accaduto di una partita come la prima e la seconda a San Siro dell’Inter è solo l'ennesima dimostrazione sicuramente di inefficienza, di inettitudine ma anche di malafede. Una persona che non va allo stadio, se non perché non vive senza, come me, trova altro da fare... e siamo veramente convinti che con squadre di milioni di tifosi come Inter Milan e Juventus (ma potrei citarne altre con un bacino d'utenza di tutto rispetto) uno stadio da 80/60/40.000 posti sia troppo grande? E sarebbe meglio uno più piccolo solo perché per fare in modo che non sia vuoto?

E San Siro nella fattispecie non serve più perché 80.000 persone non le trovi nemmeno per una finale di Champions? Le trovi come negli anni ‘80, quando regole umane e il piacere del calcio erano decisamente maggiori nel cuore della gente che se ne fregava letteralmente degli scontri che a ogni incontro avvenivano complice anche un sistema di sicurezza nemmeno lontanamente parente di quello attuale e che a parte qualche fatalità che statisticamente è possibile in ogni campo, i momenti di lutto si sono verificati tra gente consenziente e non tra ignari passanti.

L'avvenimento vergognoso di queste domeniche riguarda l'Inter e la sua società di burattini per certi versi, e sicuramente c'è una evidente responsabilità perché se qualcuno si fosse fatto davvero male in quei frangenti a chi sarebbe stata addossata la colpa? Sarebbero stati rinvenuti i soliti arsenali di armi nascosti nei cespugli, o la folla coinvolta avrebbe improvvisamente subìto l'accusa di contare al suo interno gente che ha preferito restare fuori per fare scontri contro le forze dell'ordine?


mercoledì 21 agosto 2013

E come l’anno scorso …



.. e come l’anno prima di nuovo sotto il solleone per la prima a San Siro. Al solito nel piazzale antistante al Baretto Nord (che accidenti era chiuso, come mai?) avverto l’atmosfera tipica del primo di giorno di scuola. Si ritrovano gli amici di tante battaglie, e inoltre si ha sempre l’occasione di fare qualche nuova conoscenza. Conoscenze che in genere, secondo la mia esperienza pluriennale se non di più, alla lunga si dimostrano spesso e volentieri gran belle persone.

L’esordio contro il Cittadella in Coppa Italia è un fatto inatteso per la maggior parte di noi, lo si potrebbe definire un avversario atipico rispetto alla tradizione. Tuttavia la prima in casa è pur sempre la prima della stagione. Quindi vale sempre la pena esserci, a prescindere. A prescindere dal tormentone Moratti-Thohir. Trattativa che assume sempre più le sembianze di una infinita partita a scacchi. Dove le mosse e contromosse dei protagonisti la fanno da padrone. Dove tutto questo avviene sulla pelle di noi tifosi, logorati e stretti tra il vecchio e il nuovo. 

Questo vuoi per il discorso che il mercato è di fatto bloccato e vuoi perché i giocatori finora arrivati offrono più di un motivo di perplessità. Ma anche se le premesse non sono delle migliori, eccoci ancora qui davanti ai cancelli. Con il consueto entusiasmo perché essere tifosi da stadio è la vita che ci siamo scelti, che abbiamo desiderato fin piccoli e che ci piace fare, perché riconosciamolo, ci riesce proprio bene.

E a proposito di bambini, tutte le volte vedere la gioia nei loro occhi  luccicanti come il sole sui loro volti è sempre sorprendente. Ammirarli mentre entrano allo stadio, mentre si guardano in giro bellissimi e spensierati con la maglia da gara, magari più grande di loro, non ha prezzo per davvero. E' la loro infanzia a dare un senso al futuro, a offrire speranza per ognuno di noi, visto che comunque vada la nostra passione sarà sempre tramandata. 




Poi tutto ha inizio, il fischio dell’arbitro e la partita comincia. Prosegue liscia come l’olio tra i cori e gli applausi, e si conclude con un quattro a zero da parte nostra. Dopo c’è il tempo per i saluti e per una pizza in allegria con gli amici. Finisce così  questa domenica di calcio particolare, strana dovuta a vicende mie e della squadra al tempo stesso. A livello personale devo dire, che nel complesso è andata benone. Poi purtroppo c’è un però.

Mi riferisco a un evento a dir poco sconcertante, di cui ha già parlato ampiamente e con la sua tipica sagacia l’amico OldStyle. Si tratta del disagio sofferto da molti, troppi tifosi di fronte alle biglietterie prima e durante l'incontro. Costretti a ore di coda sotto un caldo africano. Amici che hanno dovuto sopportare tutto questo, mi hanno raccontato di famiglie intere circondate da agenti in assetto anti-sommossa, nemmeno si trattasse di chissà quali pericolosi criminali.

Diciamolo chiaro, nemmeno i clandestini che sbarcano a Lampedusa vengono trattati in questa maniera. Si pontifica tanto sulle agevolazioni a favore delle famiglie per incentivarle a frequentare lo stadio, peccato però che alla prova dei fatti, queste ultime vengano considerate alla stregua delle bestie. Pensare che sarebbe bastato attrezzare due ingressi per coloro che avevano comprato abbonamento o biglietto on-line per risolvere il problema o almeno attenuarne in gran parte l’effetto. Evidentemente serviva una gran cima per arrivarci, visto che non lo hanno fatto.

E’ l’ennesima occasione persa nei confronti di una tifoseria che anche in questa circostanza ha dimostrato tanta pazienza e molto buon senso, perché la situazione sarebbe potuta degenerare facilmente. E’ inoltre l’ennesima dimostrazione di quanto ottuse e insensate siano certe disposizioni in materia di anti-violenza. Visto che mettendo in atto certi comportamenti le forze dell’ordine, non solo non sventano i possibili incidenti, ma addirittura li fomentano. Quindi a riguardo quel gran genio del questore non ha niente da dire in proposito?

Poteva essere una giornata a San Siro bella per tutti, purtroppo per molti non lo è stata, dispiace. Chi di dovere ci pensi su. E invito chi di dovere a avere in futuro maggior rispetto e considerazione per la nostra passione. 




Ricordate bene: siamo tifosi e non dei bancomat in carne e ossa. Meno poliziotti e più biglietti!

lunedì 19 agosto 2013

OldStyle88


A seconda del ruolo che ricopriamo nel circuito calcio, una partita come Inter-Cittadella evoca sensazioni diverse.
Se sono un tifoso dell'Inter mi sentirei un po' sfigato o comunque mi domanderei se non ho proprio altro di meglio da fare che andare allo stadio.
Se sono un tifoso dell'Inter ma appartenente a una piccola percentuale (la mia) di idealisti e nostalgici, è una partita come tutte le altri, anzi migliore perché è da io c’ero ed è una bella presenza da inserire nel curriculum stagionale.
Se sono un tifoso o giocatore avversario probabilmente un sogno.
Se sono un appartenente alla squadra Inter, una partita in cui ho tutto da perdere, non difficile sulla carta, ma attenzione agli sgambetti ...

Se invece sono un esponente della società, è una vetrina affinché possano avvicinarsi allo stadio dei tifosi che normalmente non ci vanno per il presunto “casino” dovuto ad afflussi ben diversi che si registrano durante il campionato, e quindi invogliare dei novellini frequentatori di San Siro a tornare nuovamente durante il corso della stagione.

Visto che la Coppa Italia, come tutte le competizioni, è stata progressivamente rovinata da interessi e persone senza scrupoli, ecco che una società come l'Inter, per attirare pubblico inserisce la gratuità di tutte le partite per gli abbonati e ancora per qualche turno magari si vedranno prezzi simbolici come quelli di oggi per i non abbonati. L'occasione è buona per invogliare la gente ad andare, i prezzi aiutano di certo, e visto che non bisogna essere esperti in marketing per capirlo, memori di un anno fa quando si giocò il ritorno con i croati dell'Hajduk davanti a 44.000 persone, è facile pensare che ci possa essere un afflusso non dico pari, ma dignitoso.

Pertanto una società che si rispetti ha il dovere di farsi trovare pronta, e se un tifoso può anche essere in vacanza, gli addetti ai lavori in casa Inter assolutamente non se lo possono permettere. Per un abbonato come me nessun problema ...
Sono entrato prestissimo e dopo essermi adeguatamente arrostito sotto il sole cocente, comincio a sentire di code chilometriche agli sportelli, e di un sistema mandato clamorosamente in palla perché non pronto a soddisfare velocemente le richieste della folla.
Proprio fuori c'erano, a mia insaputa, quattro miei amici, facenti parte di quella categoria di tifosi che li devi minacciare di morte per farli andare allo stadio.

Avevano addirittura organizzato un inverecondo viaggio di ben 45 minuti alla volta di Milano, un successo per dei pantofolai come loro! Peccato però che alla mezz'ora del primo tempo erano ancora fuori a causa di questo sistema mandato in black-out. A loro dire non tutte le biglietterie erano a regime e quindi ecco motivate le code e i disagi. Se torno indietro con la memoria, un paio di stagioni fa si era verificato un caso simile per una partita ben più importante sempre di Coppa Italia, in cui c'era gente in coda ancora alla fine del primo tempo!



Qui andiamo nel campo del menefreghismo e dell'inettitudine, soprattutto a conferma della mancanza di un barlume di organizzazione a tutti i livelli. Come accennato precedentemente, l'Amburgo, storica società tedesca fin quanto volete, ma sempre Amburgo è, manda addirittura a casa una mail in modo il tifoso si esprima giudicando la sua giornata.

Noi lasciamo fuori le persone, e sono sicuro che qualcuno di quelli che oggi avevano la bava alla bocca dalla rabbia per questo disservizio potevano essere potenzialmente tifosi “fidelizzabili” per il futuro, mentre l'esperienza odierna li avrà dirottati verso altri passatempi. Nuovo stadio e iniziative varie sono sicuramente insuccessi ancor prima di iniziare a realizzarli in quanto già dalle piccole cose si vede una carenza tale che ogni volta conferma le impressioni che tutti abbiamo.

Qualsiasi cosa in casa Inter è campata per aria, e il caos che regna sovrano non potrà che rendere felice il nostro simpatico indonesiano, ormai prossimo a quanto sembra a prendere in mano le redini del club. Ricordate ancora una volta, anche se sono noioso. Tutto questo poteva essere tranquillamente evitato se solo chi di dovere avesse pensato a come fare bene le cose invece di farle a caso.

Un ruolo che spontaneamente si decide di assumere è ovvio comprenda entusiasmo (lo stesso che proverei io se avessi un mucchio di soldi e volessi comprare una squadra di Championship inglese, di cui non sono tifoso ma che intendo valorizzare, ad esempio) ma ci va anche competenza e sono quindi sempre più convinto che peggio di Moratti e della sua ignobile società di ebeti non ci possa essere.


Mi aspetto da Thohir non successi uno dopo l'altro,  non immediatamente almeno, ma efficienza e un ritrovato piacere di vivere la propria squadra e il proprio club non sentendosi continuamente bistrattati dall'incapacità alla quale siamo stati abituati.

mercoledì 14 agosto 2013

OldStyle88


Mentre il treno delle 5:46 è in arrivo e le zanzare sono ancora più incazzate di ieri, la mia mente vola a tutti i difensori di Massimo Moratti. I quali tentano un ultimo disperato appello, invitandolo a non cedere le quote dell’Inter. Per farlo richiamano quel nazionalismo, che mi commuove ogni volta, ma che al tempo stesso era altamente ignorato quando a Madrid si vinceva la Champions con un undici stranieri in campo e allenatore e staff tecnico provenienti dal Portogallo.

Il discorso può essere considerato etico e apprezzabile, ma non può essere tirato in ballo a seconda della convenienza, per sperare in un’Inter italiana. Che poi cosa significherebbe di preciso? La sede verrà trasferita a Giacarta, o forse disputeremo in un futuro prossimo il campionato indonesiano?

Dopo l’uscita a mezzo stampa di Pellegrini sapete tutti che, come ho spiegato precedentemente, per me quella soluzione sarebbe stata ottima. Questo perché riconosco a lui  comunque sia delle capacità manageriali superiori a quelle di Massimo Moratti, avendo esposto fatti dimostrabili alla mano.

A parte questo inciso, qualcuno dovrebbe riflettere e tornare indietro alla notte di Madrid. Durante quel 22 maggio 2010; mentre noi tifosi festeggiavamo il ritorno sul tetto d’Europa, Moratti festeggiava anche un altro motivo, e cioè tanti soldini che sarebbero piovuti nelle casse della società. Quanti?? Ne ho sentite un po’ di tutti i tipi. Avevo addirittura letto, calcolando premi, diritti televisivi, e introiti piovuti dal cielo, si parlava di una cifra intorno ai 250 milioni di euro. Tanti? Troppi? Ok abbassiamo la cifra. Erano sicuramente 70 (cifra che mediamente prende l’Inter per i diritti televisivi ogni anno), più arriviamo a  totali 150 visto che l’UEFA povera non è e premia i vincitori della Champions in modo ricco.

Se ben ricordate da quel momento in poi è stato l’inizio dopo molti anni del valzer degli allenatori, che naturalmente però se vengono ingaggiati vanno anche pagati, e di un mercato di austerità. Coutinho e Biabiany furono i soli due acquisti per Benitez, nonostante la cessione di Balotelli. 

Ora, con il senno di poi è facile fare i professori, e solo con amici di vecchia data può esserci la conferma che il 23/5 per me dovevano essere ceduti: Maicon per mancanza di voglia a restare (comprensibilissima e rispettabile), e Milito per la non impeccabile dichiarazione pre-premiazione.

In tal caso altri 70 milioni (35 a testa circa) sarebbero stati versati dal Real Madrid, interessato ad ingaggiare i giocatori.Poco importa, non è andata così, e annoteremo solo il mancato acquisto di Cavani allora a Palermo, per 15 milioni in quanto il tentennamento di Balotelli al Man City fece perdere tempo e il Napoli si assicurò il giocatore. Non pensiamoci più. 

Avremmo avuto (con un mercato serio e fatto a luglio anziché gennaio) un tridente con Pazzini Eto’o e Cavani, con conti a posto e una stagione 2010/2011 conclusa di fatto con la sola Coppa Italia in bacheca, ma che avrebbe potuto tranquillamente arricchire la bacheca di un altro scudetto, l’ennesimo, in rimonta sul Milan, dopo un girone d’andata in cui in campo andavano le controfigure degli invincibili di Mourinho.



Resta la considerazione su tutti quei soldi reali. Dove sono stati messi? Mi vengono in mente tre destinazioni:
1- suddivisi in premi ai giocatori, che logicamente parlano di Moratti come un padre, come il presidente che tutti vorrebbero avere, e queste dichiarazioni erano all’ordine del giorno anche per giocatori come Recoba, coccolati, strapagati, tutelati, giustificati e   impiegati poco e male.
2- rimessi sul conto di famiglia per compensare i continui esborsi che negli anni sono stati effettuati.
3- utilizzati per pagare i debiti. 

Quindi devo pensare che se siamo a questo punto, la situazione nel 2010 era ancora più grave. L’anno zero 2010 avrebbe potuto costituire nuova linfa, dando per certo il periodo di austerity e anche comprensibilmente di mancanza di voglia o di possibilità a voler usare finanze proprie. Come?

Con una gestione più sapiente, sicuramente non realizzata dalle svendite di top player come Eto’o o Snejder a prezzi irrisori per insostenibilità a pagare stipendi sicuramente alti, ma concordati in precedenza e scritti su un contratto.

E’ stato buttato tutto, e ora sentiamo parlare di milanesità? Italianità? Patriottismo? Dubbi su Thohir e recriminazioni di ogni tipo su Pellegrini?Thohir non lo conosciamo ancora, ma Pellegrini si, e i fatti dicono che indipendentemente dai risultati conseguiti in un calcio diverso e sicuramente più equilibrato, la sua politica di gestione non è distante da quella che si legge essere la preferita dell’indonesiano; giocatori giovani, niente spese folli, e se queste ci dovessero essere, andrebbero destinate solo per acquisire campioni veri.

Le carte in mano per poter andare avanti a giocare delle ottime partite c'erano tutte, ma una cattiva gestione e un pessimo senso organizzativo degli affari, ci ha ridotti ostaggio dei debiti da pagare che giustamente i creditori esigono, alla faccia delle ultime interviste in cui si afferma che sia tutto sostenibile e che basta un aumento dei ricavi per tornare in auge (che poi sono due facce della stessa medaglia). 


Perciò signori miei, basta con le giustificazioni, oltre a non essere un manager, Moratti con certe scelte ha dimostrato di non essere nemmeno un tifoso dandoci “sportivamente” in gestione ai gobbi … e poi qualcuno ha ancora il coraggio di ricordare l’Ernesto come il cuoco di Agnelli … Moratti cosa sarebbe quindi … il benzinaio???

lunedì 12 agosto 2013

La Voce (sotto l'ombrellone) del Tifoso


Maria Stefania:

Negli ultimi tre anni sono arrivati n. 26 giocatori, la maggior parte acquistati e il resto in prestito: Mariga, Biabiany, Castellazzi, Coutinho, Pazzini, Ranocchia, Nagatomo, Kharja, Forlan, Zarate, Alvarez, Jonathan, Castaignos, Poli, Palombo, Guarin, Juan Jesus, Cassano, Gargano, Pereira, Handanovic, Palacio, Mudingayi, Rocchi, Schelotto, Kovacic, Kuzmanovic.




Di questi: 12 sono stati ceduti, 7 sono in attesa che qualche povero disgraziato li compri o almeno li chieda in prestito. Comunque sia non sono da Inter e a dirla tutta neanche da terza divisione moldava. Dunque su 26 giocatori se ne salvano (voglio essere di manica larga) grosso modo 7. Allora se non è un fallimento totale questo, non so cosa lo sia.




P.s. Potrei aver dimenticato qualche illustre bidone, ma sta diventando difficile ricordarseli tutti e tra poco, temo dovremo aggiungere qualche nuovo arrivo di questa stagione.

Mimmo:


Pagelle Real Madrid Inter 3-0

Handanovic 6: incolpevole sui gol, non può certo parare l'imparabile, con questa difesa tante volte durante l'anno dovrà raccogliere il pallone infondo la rete

Ranocchia 4: purtroppo ancora una volta escono allo scoperto i difetti di questo ragazzone troppo lento spesso distratto e fuori posizione, un altro mezzo disastro

Juan Jesus 4,5: fisico imponente ma cervello zero, viene preso ripetutamente d'infilata da morata che di certo non é un top player, immaginate se avesse giocato Benzema

Campagnaro 5: anche lui stasera insufficiente, il gol di Ronaldo lo ha sulla coscienza, tuttavia é stato il miglior difensore in America, e questo fa capire tante cose, se un giocatore preso a parametro zero che va sui 33 anni è il nostro top-difensore facciamoci due domande

Kuzmanovic 2,5: da quando é arrivato all'Inter ancora non ho capito il suo ruolo, non so se é un mediano, un centrocampista che si inserisce, so solo che non sa controllare un pallone, troppo impacciato, una vera delusione

Olsen 6: di stima, perde anche qualche pallone importante, ma in mezzo alle mummie anche Messi farebbe schifo

Cambiasso 0,5: che sia un ex giocatore si sa, ma persevera ancora nel cercare di anticipare o di farsi tutto il campo, quando non riuscirebbe a dare il suo contributo neanche da fermo, il dispiacere è che é stato uno dei centrocampisti più forti d'Europa ma si sta facendo odiare con tutta la forza per la presunzione che ha a non ritirarsi o almeno ad accettare la panchina

Jonatan 5: scarsetto come al solito ma almeno poverino corre e cerca di dare un contributo accettabile, un paio di buone sgroppate

Pereira 0: ecco qua siamo proprio al caso umano, un giocatore pagato 13 milioni che letteralmente non sa correre, non sa passare, non sa crossare, é veramente un insulto per il gioco del calcio, e ancora sento dire, noi cerchiamo solo un laterale destro, i misteri della banda Moratti

Guarìn 5: discontinuo come al solito e secondo me anche scazzato quando vede in campo i vari Pereira e Kuzmanovic, ma come biasimarlo? non escluderei una cessionN

Palacio 6: di stima, viene lasciato solo nel deserto, con tutte le mummie alle sue spalle, non é messi che salta tutti e segna, cosa possiamo pretendere??

Alvarez 8: deriso e umiliato da tutti questo voto lo merita per la determinazione e la personalità con cui sta giocando, non gli ho mai visto fare certe cose, un lampo di luce nel buio

Icardi-Belfodil 6
: questo é un punto su cui vorrei soffermarmi, due partite di fila che si gioca solo con Palacio in attacco. Allora cosa li abbiamo presi a fare a questi due? Che tra l'altro quando sono entrati non hanno sfigurato, certo loro sbattuti in panchina, invece la salma di Cambiasso no, per lei il posto c'è sempre

Mazzarri 2: una delusione in tutti i sensi e vi spiego perché, doveva essere il sergente di ferro che avrebbe fatto pulizia all'inter, invece Cambiasso, Zanetti, Milito, Samuel e se non si era rotto Chivu ancora sono tra le palle.  Doveva essere colui che si sarebbe fatto sentire sul mercato ed ancora siamo al 10 agosto e non abbiamo comprato un titolare solo mezzi giocatori. Doveva essere quello che da tutti tirava fuori il massimo per un gioco decente e per ora giochiamo malissimo. Lanciamo palla in avanti e dio ci pensa, abbiamo fatto un passo indietro anche su questo. Caro il mio Mazzarri, come dice il buon Sasà su Youtube noi di pecoroni che ripetono la pappardella della società ne abbiamo avuti già abbastanza, quindi se hai queste intenzioni dimettiti!!!



mercoledì 7 agosto 2013

OldStyle88



Siamo nel mese in cui inizia il campionato, ma più che le amichevoli e il comportamento della squadra in campo, tengono botta le questioni societarie. Una firma, quella con Thohir, che sembra imminente ma che non arriva.

Leggo di un gelo perché Moratti era indisposto e indispettito dalla pressione con cui Thohir ha chiesto l'Inter, e sempre lo stesso Moratti da quel che vedo pare molto indeciso perché non è convinto di vendere e soprattutto, pare, all'indonesiano.

Il motivo per il quale sono favorevole a Thohir l'ho già detto più volte e lo ribadisco brevemente.
Persona a 360 gradi che non vuole mettere il becco in chissà quali questioni, idee molto semplici e chiare da applicare, e per quanto siano solo voci, una scelta di persone che finalmente sostituirebbero quegli incapaci che Moratti ha scelto, dando al club  una gestione più professionale e meno familiare.

Poi ieri la bomba; Ernesto Pellegrini, al quale sono molto legato visto che sono diventato tifoso della sua Inter, offre a Moratti l'idea di coinvolgere altri imprenditori affinché la società resti italiana, con tifosi alla guida.

I nomi di questi imprenditori ovviamente non li conosco, posso azzardare un paio di nomi ma non so ovviamente se possano essere gli stessi. Quel che so è che vuoi per un calcio diverso, vuoi per una mentalità diversa, io di Pellegrini ho un ottimo ricordo e anche se questa uscita fosse architettata per creare un concorrente affinché  Thohir alzi il prezzo, vi prego, lasciatemi sognare.

Vero che l'ultima stagione fu costellata da contestazioni, ma fino all'anno prima eravamo vincitori di quella Coppa UEFA, la seconda in quattro anni, che una volta aveva un prestigio e una difficoltà diversi e più elevati. Vincitore di uno scudetto dei record e della prima supercoppa italiana.

Poi certo, avremmo potuto vincere di più, in un calcio dove però anche Sampdoria di Vialli e Mancini, l' Hellas di Preben Elkjaer e Briegel, il Napoli di Maradona Careca e Alemao, potevano dire la loro come poi effettivamente è successo.

Presidente di una squadra prevalentemente italiana (e credo che puntare prevalentemente su giocatori italiani sia un beneficio anche per non lasciare deserto Appiano quando nelle settimane delle nazionali tutta la squadra va in posti sperduti del globo) con uno zoccolo duro, aveva sempre speso cifre per i migliori, non per i Jonathan o i Pereira.

Rumenigge, i panzer dei record, Ruben Sosa, Bergkamp e Jonk, erano il meglio che il mercato offriva indipendentemente da quanto poi siano stati utili alla causa nerazzurra.

Chi ricorderà che fu il presidente che portò anche Darko Pancev all'Inter dovrà però ammettere che costui arrivò da quella Stella Rossa di Belgrado campione d'Europa e vincitore della Scarpa D'oro.



Detto questo, visto che comunque non sarà lui il presidente in nessun caso, giova ricordare che con un ruolo operativo secondo me potrebbe sicuramente mettere in ordine una società e un progetto che Moratti ha già minato perché se fossi Mazzarri non sarei felice di essere ai primi giorni di lavoro sentendo che tra tre anni Mourinho torna.

Quando mi riferivo nei miei precedenti interventi a concetti quali organizzazione, progetto, programma, che portino risultati sia sul piano sportivo che economico (e i motivi sono stati spiegati in precedenza), mi riferivo all'ordine che anche lo stesso Moratti potrebbe dare se solo la smettesse di fare capricci e di ragionare una volta per tutte non “da tifoso”, qualità che gli permette di essere perdonato in qualunque cosa sbagliata faccia, ma da imprenditore e se non altro da manager.

Lo sappiamo bene. Thohir non è un tifoso. Potrà diventarlo, ma l'inter per lui è un guadagno e sa bene che operando nel giusto modo la cifra potrebbe essere davvero ottima per lui (e conseguentemente ma per altri motivi, la soddisfazione anche per noi tifosi).

Pellegrini e la cordata imprenditoriale che ha citato sono effettivamente tifosi e onestamente a sentire certi concetti e certe frasi, scusate ma sono troppo romantico per restare insensibile e indifferente, soprattutto visto che sia ben chiaro a tutti che in ogni caso la situazione non cambierebbe di una virgola, sia come ruoli (visto che Moratti resterebbe operativo) sia come impatto economico sul mercato (in nessuno dei due casi abbracceremmo Messi o Cristiano Ronaldo).

Quando Pellegrini cedette l'Inter fui abbastanza indifferente ma fiducioso; come ho scritto nel mio primo articolo, ero felice comunque con quella squadra giovane, da cui non ci si poteva aspettare troppo, che era stata preceduta dalla vittoria in coppa UEFA e da anni di ingaggi di campioni veri.
Ora come ora lo rivorrei indietro.
Al cuor non si comanda...lo so.

Ma se il cuore mi fa essere smaccatamente di parte, il cervello arriva a una conclusione.
La cordata di Pellegrini o Thohir? La conclusione è una sola.

Chiunque sia, se ad inizio agosto si parla di cordate/firme/accordi e meno di calcio giocato, dato che la situazione è stata creata dalla gestione fallimentare del Sig. Moratti e dal suo comportamento discutibile. La parola amministrare significa, in ogni cosa, mettere la testa alla stessa percentuale del cuore, se non in misura maggiore. Ma anche di questo abbiamo già parlato ampiamente....

Speriamo solo che chiunque arrivi veda e capisca che chi deve essere inibito anche solo a pensare, è Moratti e tutta la sua ciurma. Per migliorare basta davvero poco e non chiedo di certo che la società Inter sia ai livelli del titolatissimo Amburgo (che dopo una partita manda a casa una mail con un questionario da compilare per vedere se il tifoso si è trovato bene o meno allo stadio).


Sicuramente queste migliorie non potranno essere portate dal solo Massimo Moratti.

lunedì 5 agosto 2013

La luce del padre


La luce del padre vale sette volte la luce. Si tratta di un proverbio giapponese. Vale molto più delle nostre verbosità sulla vera essenza di quello che sono e rappresentano i nostri papà. Del resto il popolo nipponico, è storicamente dotato di un’eleganza stilizzata e essenziale. E' solito forgiare le parole come i suoi ikebana leggeri e iconografici, come il regista Kurosawa e i suoi Sogni.

Per cui tenterò anche io a raccontare le cose alla loro maniera, sperando di riuscirci almeno in maniera dignitosa e decente sia per me, ma più di tutto per il mio papà che non c’è più. 

Che se ne è andato via nella domenica più torrida dell’estate. Eravamo insieme al pronto soccorso dove i muri verde acqua parzialmente scrostati, avvolgevano inquietanti le nostre ansie, e sembrava ci avessero fatti precipitati in un gigantesco acquario.

Dove tutto fluttua, dove non è detto che finiti lì, poi si possa riemergere. Dove la sensazione di sospeso è soffocante. Come soffocanti erano le luci al neon, innaturali, fredde e metalliche che a fissarle mi davano l’impressione che più passava tempo e più sembrava divorassero i raggi solari.

Purtroppo non è andata bene. Nessun happy end stavolta, perché il destino ha voluto questo. Ora mi restano un groppo che non va né su né giù e i ricordi. Ovvio che siano infiniti, avendo comunque avuto la fortuna di aver trascorso moltissimo tempo con lui. Però tra tanti ce ne sono un paio che mi sono balenati in mente, non appena ho avuto notizia della sua morte.

Nel primo mi rivedo bambina, mentre sono al piano con mio papà che mi insegna i primi rudimenti dello strumento. Ho quattro anni mentre provo a suonare, con una certa fatica Frà Martino Campanaro. Disgraziatamente non ho avuto né la sua costanza, né il suo talento e dopo qualche anno ho smesso di suonare. Diciamo che come pianista non gli ho dato grandi soddisfazioni.

Nel secondo sono leggermente cresciuta. Ho  sette anni. In un domenica di inizio giugno c’è il saggio di poesia per la fine della scuola. Sono presenti tutti dal sindaco, al farmacista, al prete.

Quando tocca a me, impugno il microfono, che a momenti è più grande di me, e mio papà e mio zio mi fanno un cenno di approvazione. Allora mi faccio forza e comincio a snocciolare la mia filastrocca: Sarti, Burgnich, Facchetti, Bedin, Guarneri, Picchi, Jair, Mazzola, Peirò, Suarez, Corso.” Come ho terminato, lo sbigottimento è generale. Solo i maschi della mia famiglia applaudono con convinzione sincera. Saranno gli unici a farlo. Mentre tutti gli altri scuotono la testa e si avvicinano a mia madre per dargli pacche consolatorie sulle spalle, della serie non prendertela.

Finite le esibizioni la mia severissima maestra con sguardo truce mi apostrofa “Guarda che dovevi esibirti in una poesia. Non elencare la formazione della squadra di calcio tua e della tua famiglia.” Ma stavolta non mi fa paura, so che c'è chi mi protegge. E poi il coraggio viene da sé, come tutte le volte in cui penso di avere ragione. Le rispondo tranquilla “Hey signora maestra non è mica una squadra di calcio qualsiasi. E’ la Grande Inter. E la Grande Inter è bella. Al momento lei è spiazzata. Io  me ne vado soddisfatta, mio papà e mio zio ridono di gusto.

Del resto se sono interista lo devo a lui che mi ha insegnato a memoria la formazione dell’Inter di Herrera, che era un bauscia fatto e finito. In compagnia del nonno mi raccontava le gesta di Benito Lorenzi, l’olandese volante Nyers e della Wandissima. Da piccina mia sorella si addormentava non appena le leggevano le favole classiche. Invece io no, cominciavo a dormire della grossa al racconto dei derby, delle sfide con la Juve, delle partite favolose di notte e eventi del genere.

Mi ricordo le sue telefonate in cui ci sentivamo in occasione delle mie trasferte: Amburgo e Colonia legate al periodo di Kalle e Spillo, Roma con Lothar e Walter, Parigi quando si vinse la Uefa con Ronaldo e Zamorano, fino alla notte della Final Madrid. 

Mi ricordo le domeniche passate, prima di andare allo stadio, con bicchieri, posate e quant'altro il tutto utilizzato per surrogare i giocatori, trasformando il tavolo della cucina in un campo di calcio, dove sperimentavamo le tattiche prima della partita vera e propria. Ora che tutto questo è finito che malinconia: è sulla tovaglia c'è il deserto .. non c'è più un portapepe che raffigurava Spillo, Zamorano, Ibra o Eto'o. E non ascolterò più nemmeno il suo mantra: "C'è la partita? A che ora è? X ce la fa? Chi abbiamo comprato?" 

Sciaguratamente negli ultimi mesi con l’aumentare delle sue difficoltà fisiche determinate dalla vecchiaia, nemmeno le notizie che riguardano la nostra squadra si può dire fossero di grande conforto. Anzi, contribuivano a immalinconirlo ulteriormente, per lui non era ammissibile elemosinare i giocatori in prestito, sentire parlare di Cavani e ritrovarsi Biabiany. Soffriva di brutto quando si palesava l’impossibilità di acquistare una star del pallone, perché la benzina era finita in tutti i sensi.




Mi diceva sempre più spesso: “Siamo l’Inter, un capolavoro. E se io non posso più permettermi di avere la Gioconda in casa, la vendo a malincuore, ma la cedo.” Altrettanto vero che tanta era la stima che nutriva nei confronti di Angelo Moratti, quanto era lo sconcerto che aveva rispetto al figlio Massimo. Da lui ritenuto un figlio di papà fatto di gomma americana.

Del resto lui apparteneva alla corrente di pensiero che il maggior merito del trionfo della Tripletta fosse da attribuire a Mourinho e ai giocatori e che il suo abbandono avesse fatto riemergere la natura del nostro presidente. “L’è cùmpagn a che gh’era calciopoli. Ancà pégg .. gh’à pù de danè … L’è sempre stà un pataveérta. Oh pùareta la nostra Inter..”

Ecco in parte riesco a trovare un elemento, per quanto impercettibile, di consolazione nel fatto che se non altro non ha dovuto assistere al prestito di Wallace dal Chelsea nemmeno fossimo il Livorno o il Chievo della situazione. Se non altro non dovrà amareggiarsi per l’ennesimo infortunio del muro Samuel. Gli saranno risparmiati gli ennesimi magheggi del nostro direttore generale, uno che sembra più pensare ai cazzi suoi che al bene della squadra. Se non altro non  dovrà confrontarsi con le brutture che comporta questo momento di declino.

Ora spero sia, da qualche parte con Peppino, che come Giacinto, conosceva di persona anche in questa vita, magari ci potrebbe essere lì anche Angelo. Tutti loro a pensare e ricordare l’Inter come l’ha sempre vissuta lui: da Meazza in poi. Tra alti e bassi pazzeschi, ma con tanti trionfi, tanti campioni da giocata da prezzo del biglietto.

Nel cassetto dove sono riposte le foto di famiglia, ne ho trovate moltissime in cui è ritratto con giocatori dell’Inter, specialmente durante il periodo del Trapp. C’è n’è una bellissima in cui sorride insieme a Klinsmann, certamente non il più grande dei fuoriclasse che sono passati da qui, ma sicuramente una persona splendida e lieve. E’ un’immagine che trasuda fiducia nel futuro e allegria, fa bene al cuore. Così lo voglio ripensare. Ciao papà.

p.s. Alla società tutta: ora che il mio papà non c’è più, almeno per lui e quelli come lui, fate in modo di non continuare a far dannare e imprecare anche chi è altrove. Perché se non ci meritiamo noi questo presente, a maggior ragione non se lo merita chi ha speso una vita intera a tifare per questi colori e ne ha fatta una ragione primaria della propria esistenza. Se non ce la fate più, abbiate l'onestà e la correttezza di cedere il passo.

giovedì 1 agosto 2013

La Voce (ma ci stanno prendendo per il culo?) del Tifoso

Vittorio:

Ora io dico solo questo: siamo arrivati al nono posto la scorsa stagione. Abbiamo preso scarpate in culo e abbiamo fatto figure di merda contro tutti. Abbiamo svenduto mezza squadra comprando cessi su cessi. Pensavamo quindi di aver toccato il fondo.  Invece non bastasse questo, ora ci tocca fare da spettatori non paganti anche in questa sessione di mercato. Ma cosa abbiamo fatto di male per meritarci tutto questo? E qui nessuno chiede uno squadrone, domanda solo una squadra decente degna di indossare i nostri colori. Tutti stanno facendo acquisti importante, penso a Gomez o Higuain per esempio e sono questi i tipi di giocatore a cui dovremmo aspirare. Mentre quando si è venduto Eto’o, è arrivato Forlan e in aggiunta, perché al peggio non c’è fine, anche Zarate. Oramai non spero più nemmeno in Thoihr, visto che uno che mette i soldi al primo mercato come i boss di Chelsea, Psg o City al primo mercato hanno speso cento e passa milioni, mentre la nuova dirigenza che nomi fa circolare da noi? Nainggolan nemmeno fosse il nuovo Iniesta e Isla. Lo dissi tempo fa, non preoccupatevi quando siamo a discutere, iniziate a farlo quando non ne parleremo più. Con questo chiudo, perché deve ancora iniziare il campionato e cara società mi hai già rotto il cazzo! Arrivederci a quando l’Inter tornerà a fare l’Inter.


Marco:

Moratti, vergognati!!!!!
Risolvi i problemi del tuo amichetto Galliani. Abbracci Agnelli.
Ti fai dare in prestito i giocatori da valorizzare come un Chievo o Livorno qualsiasi ...
Quando te ne vai? Incapace!!!