mercoledì 24 settembre 2014

OldStyle88


Il calcio è strano, questione di pochi centimetri e una partita può assumere un significato focalizzato in quei pochi attimi. Se Osvaldo avesse buttato dentro a pochi istanti dal termine quel pallone di testa, o meglio se Sorrentino non si fosse superato, magari qualcuno avrebbe dimenticato l’errore di Vidic, i due gol annullati di cui il secondo ingiustamente, e avrebbe dato una lettura alla partita diversa parlando dell’Inter in modo più entusiasta.

Così non è stato e dai campioni della settimana scorsa siamo passati alla mediocrità, in un’altalena troppo veloce per essere reale. La realtà sulla quale dobbiamo basarci è che la squadra è ancora un cantiere sul quale bisogna lavorare soprattutto a livello mentale e in alcuni elementi in particolare in quanto la leziosità e la solita irritante testardaggine di alcuni dovrebbe lasciare posto a più concretezza e cattiveria. 

Rispetto a quello che ho visto  sia Hernanes che Guarin devono metterci questa cattiveria di cui parlavo, mentre Kovacic, sicuramente ora più maturo ma con ancora margini enormi di miglioramento, deve crescere altrettanto.

Per il resto la realtà, quella che io cerco di analizzare al di là del gol non dato o della traversa fortunata che ha negato il gol ai rosanero, è quella di una costruzione giusta, opposta a quella tanto criticata nei precedenti anni.



In pochi mesi si sono gettate le basi che hanno portato a una campagna acquisti durante la quale Ausilio si è dimostrato abile a portare a Milano dei giocatori che dovevano rispecchiare una serie di caratteristiche su più fronti.

Ora ci sarà da lavorare, ma io contrariamente al pessimismo cosmico e umorale di taluni, mi sento di dire che questa squadra, pur non vincendo lo scudetto potrà lottare soprattutto per le coppe, soprattutto Europa League che da questa stagione porterà prestigio, soldoni, e un posto nella prossima Champions.

Qualche anno fa un risultato simile a Palermo sarebbe stato accolto molto negativamente,. Mentre ora pur non facendo salti di gioia cerco di non farmi prendere dallo sconforto come non mi ero fatto prendere dall’entusiasmo dopo i 13 gol in due partite casalinghe di inizio stagione.

Le basi e i criteri con cui lavorare ci sono, e vanno al di là dell’episodio o della scelta tecnica. Ho fiducia nel futuro e vorrei che il pubblico interista veda innegabilmente che il lavoro decisamente importante svolto dalle società dovrà essere supportato da una squadra sempre più modellata e costruita senza le storiche, insensate, e spesso inconcludenti rivoluzioni morattiane