sabato 22 luglio 2017

L'estate del 1993

quella torrida con venti giorni più o meno di caldo sahariano. Quella delle chitarre garage sporche e graffiate, proprie del grunge. Forse il momento in cui credo sia cominciata la discesa negli abissi di Kurt Cobain. Uno dei tanti angeli che si sono schiantati sull'asfalto, perché se nasci con le ali intrise di catrame, le cadute penso siano ineluttabili. Segnati da un karma troppo fragile rispetto alle asprezze della vita (e piccola parentesi purtroppo succede di continuo, anche ora... che la terra ti sia lieve Chester dei Linkin Park). 

Personalmente la ricordo come la stagione di Mtv, dei Blur e degli Oasis che ti toccava scegliere tra una delle due band... vai poi a capire poi boh. Ho memoria del black dress d'ordinanza per noi donne indossato anche a 40 gradi alle feste giuste, ma poi anche lì con il senno di poi feste giuste de ché. Inoltre le serie tv che se nella malaugurata ipotesi tu le seguivi poi ne parlavi con gli amici, e cazzarola dovevi pur tenere le parti di qualcuno... Molte immagini sovrapponibili e contrarie, alcune invece, ferme, cristallizzate, fisse lì. 

Come quella del raduno a Appiano Gentile, che se la memoria non mi tradisce era a metà luglio. L'idea degli olandesi in ritiro, che non potevi dare buca, ma proprio no.  La necessità della presenza per ammirare e incoraggiare i nuovi campioni olandesi, Wim Jonk e Dennis Bergkamp. Ma soprattutto il secondo rappresentava un colpo di mercato eccezionale che per l'ennesima volta riusciva a azzerare l'idea della percentuale di successo. A livello mentale ci si spalancava un'altra l'autostrada verso l'infinito. 

Un mantra invocato e desiderato tipo "siamo l'armata nerazzurra e mai nessun ci fermerà". Del resto come non nutrire una speranza incredibile, avevamo già Manicone che per noi sui gradoni era un campione e poi gli altri. Avessi detto niente. Si si... eravamo gasati a mille, sul genere dei boccia a Natale, mentre scartano i regali. 

E i flashback di quella stagione lì, del sticazzi è proprio forte a vederlo in allenamento, del oh la prossima stagione sotterriamo tutti. Poi certo tra le discese ardite in campionato per evitare la serie B e le risalite per andare a vincere la Coppa Uefa l'annata che poi ha oltrepassato quelle giornate roventi, si è rivelata più travagliata del previsto. 

Ma non posso fare a meno di ricordare con piacere quei momenti. Tra le mattine trascorse a leggere con avidità le pagine dei giornali sportivi e le notti in Romagna, quelle del forse è già mattino e non lo so. Quando si tornava al lunedì a lavorare in condizioni che al nostro confronto il mocio vileda era un qualcosa di assolutamente fascinoso. Momenti belli insomma e lo stesso potrei dire di quella del 1997, adesso che sono passati venti anni. Venti anni da quando Ronaldo l'extraterrestre atterrava all'Inter. 



E paragonati alla stretta attualità, alla cruda realtà, sinceramente ho nostalgia della antica sintesi tipica del tifoso bauscia ignorante. Quella dove il concetto in genere oscillava tra l'imprecazione iniziale che introduce la considerazione di base e quella finale che lo rafforza. Insomma il classico XD abbiamo preso mr Y XD, siamo forti e poi via con un'altra ingiuria a sancire il giusto finale della riflessione. 

Visto che di base l'ostinazione con cui insistiamo imperterriti e impuniti nel rimirare ventidue pirla in mutande che corrono dietro a una palla, ci permette se non altro, di restare sempre bambini per certi versi. Anche se in realtà i tuoi piccoli che ti porti allo stadio poi in un soffio che non te ne accorgi, finiscono le scuole, hanno la patente e la ragazza etc etc. In conclusione in fondo in fondo il calciomercato estivo ci riporta a una dimensione propria di quando facevi fatica a camminare e aspettavi impaziente i regali. Quindi dopo tanti proclami ridondanti, restituiteci almeno il potere della fantasia, cari  i miei magnati cinesi. Altrimenti detto fuori dai denti, tanto valeva che vi compravate l'Udinese.