giovedì 23 ottobre 2014

Lo strano caso del Signor Mazzarri

Un uomo sotto assedio, prigioniero degli strali dei tifosi, del suo stato emotivo che lo mette in condizione di perenne imbarazzo durante la conferenza stampa. E purtroppo se alleni l'Inter le parole sono pietre e se non possiedi la comunicazione giusta sono dolori.

Personalmente trovo oltremodo imbarazzante la trasposizione dell'attuale modello di società al possibile modello di tifo. La forma mentale  "lavora, spendi e muori" traslata in "paga, fai il tifo e taci" è davvero raggelante. E' l'idea moderna secondo la quale più o meno consciamente, più o meno consenzienti viviamo la nostra quotidianità e a questo punto con cui si cerca di modellare la nostra passione. 

Quindi sono assolutamente favorevole al dissenso sul mister, a patto naturalmente che sia in qualche modo costruttivo. Perché noi che non ci dormiamo la notte non possiamo e non dobbiamo farci andare bene tutto e il contrario di tutto. Con questo, parlando di Inter, non intendo i risultati. Visto che la classifica è ancora corta, e  credo ci sarebbe ancora tutto il tempo per recuperare. 


Il mio disappunto nasce dal discorso che riguarda il nostro non-gioco. A mio parere non andava messo in panca, uno monoschema, incapace di cambiare pelle alla squadra in corso d'opera. Nel calcio ho sempre pensato ci potese stare tutto vincere, perdere o pareggiare, a patto di giocare a pallone. Al contrario non va per niente bene considerare un miraggio vedere tre scambi di prima, un ribaltamento di gioco, o qualcuno che detta un passaggio  al limite dell'area.

Del resto se hai un sistema di gioco, hai tutta una serie di soluzioni per fare gol e negli anni si migliorano gli interpreti sei comunque destinato a crescere. Mentre senza un'identità tattica precisa ogni estate ti ritrovi a cambiare quattro o cinque giocatori ma sei sempre al punto di partenza. A dimostrazione di questo, prendo a esempio due realtà come l'Atletico Madrid e il Borussia Dortmund che pur non contando di risorse economiche infinite come molti top club, rimangono tuttora due brutte gatte da pelare se si incrociano in Champions League. 


Quindi è possibile essere competitivi a alti livelli senza possedere un portafoglio a fisarmonica. Certamente però serve competenza. Di conseguenza serve anche un allenatore in grado di rappresentare questa filosofia societaria. Purtroppo per noi Mazzarri, a me non sembra in grado di sostenere il ruolo. Del resto se uno trasmette tanta tensione in conferenza stampa, come dicevo prima, figurarsi nelle sacre mura dello spogliatoio. E' uno aggrappato a una sola soluzione tattica, senza Cavani titolare a differenza della sua precedente esperienza a Napoli e non è buono a "cambiare pelle" alla squadra in corso d'opera. 





Inoltre considerato il profondo rosso del nostro bilancio, in rapporto al rendimento anche lui e il suo staff hanno un ingaggio troppo pesante e in questa ottica la sua conferma non mi è sembrata una grande idea. Poi certo, è vero,  non è tutta colpa sua e nemmeno mi piace più di tanto la guerra di religione tra chi attribuisce tutte le responsabilità a lui e chi le butta addosso solo ai giocatori. 


Piuttosto trovo curioso che venga attaccato solo lui  e non coloro che hanno spinto per la sua riconferma cioè Fassone e Ausilio. In altre parole mi domando come mai è stato sperperato praticamente l'intero budget per la figura da sempre più precaria nel mondo del calcio, invece di provare a regalare ai tifosi un giocatore che potesse incendiare San Siro. E in uguale misura non riesco a capacitarmi del fatto che il settore finanziario, marketing e del brand siano stati rivoltati come un calzino da Thohir, mentre a esclusione di Branca lo staff tecnico è comunque quello che ha portato risultati a dir poco deludenti nelle ultime stagioni. 


In sintesi, dal mio punto di vista, Mazzarri è l'icona di una politica al momento da piccolo cabotaggio, figlia di una voragine finanziaria senza precedenti ereditata dalla precedente gestione. Figlia  di una minore attenzione dell'area che si occupa del campo rispetto a altri settore. Dunque a livello ideale per la prima volta dopo anni e anni sarei favorevole a un avvicendamento. Poi  mi rendo conto che il suo esonero sarebbe un altro bagno di sangue di cui non si avverte la necessità. 


Ma d'altra parte anche sopportare un allenatore che non  può essere cacciato solamente perché non ci sono i soldi per poterlo fare, potrebbe aprire una spirale pericolosissima. Non è così semplice intuire quale sarebbe il percorso giusto per poter risalire la china. Se assecondassi il mio istinto, e potessi decidere di testa mia, io lo caccerei. Non mi piacciono quelli che hanno paura della loro ombra. 

Però capita che dopo mesi di silenzio colui che sosteneva che non "c'è niente da risanare", torna di prepotenza a dispensare le sue perle dal suo amato marciapiede. Naturalmente offre la sua visione dei fatti sulla questione Mazzarri. Così se non altro a livello umano mi viene da spezzare una lancia a suo favore.  Perché colui che "in braghe di tela ci ha lasciato"  è comunque lo stesso a aver assunto l'attuale mister a peso d'oro. Non solo ne aveva anche tessuto le lodi nella presentazione del libro del nostro Walter: "Ho conosciuto Mazzarri in una mattinata di sole, mi sembrava già un buon inizio per la responsabilità che volevo affidargli ..... " Ragion per cui se tu sei il primo responsabile di questa situazione, il silenzio sarebbe stato di gran lunga preferibile. 

Il momento è delicato e abbiamo tutti la voglia e la necessità generale di assistere a uno spettacolo più dignitoso e di vedere alimentate in maniera più convincente le nostre speranze. Poi oguno di noi sviluppa soluzioni personali, e vai a sapere quale può essere quello giusta, ma nel frattempo Forza Inter. Per noi stessi se non altro, perché al di là delle divisioni, restiamo comunque l'aspetto più sano di questi colori. 








mercoledì 22 ottobre 2014

OldStyle88

Consapevole di potermi prendermi insulti da chiunque, ma lo accetto, mi dichiaro apertamente in supporto a Mister Mazzarri.

Concordando pienamente con l’idea della curva di supporto a tutto l’entourage (e non approfondisco ulteriormente quanto è già stato chiaramente espresso sui canali ufficiali della Nord sulla questione) voglio esprimere il mio concetto.

Mazzarri non sarà mai l’allenatore con il quale si crea quell’empatia che te lo fa sentire tuo, e gli preferirei sicuramente altri allenatori (dando per scontato che Simeone al momento sia difficilmente arrivabile, i miei pallini sono sempre Zenga e Miha) ma non mi permetto di giudicarlo sul piano tecnico in quanto non sarei in grado di parlare di tattica o di tecnica come farebbe un addetto ai lavori.

Non penso sia uno stupido. E’ vero che altre squadre lo hanno visto fare un buon lavoro da mister ed erano delle medio-piccole, ma è anche vero che Mazzarri è un allenatore, figura che sappiamo all’Inter era sempre servita poco. Mou docet. Purtroppo il calcio è sempre questione di episodi. Non penso che Gigi Simoni inserì Recoba in quella prima contro il Brescia nel 1997 sapendo esattamente che con due siluri il Chino avrebbe ribaltato lo svantaggio iniziale.



E penso anche che Mazzarri non abbia nemmeno lontanamente immaginato che Vidic (Vidic, non Gresko) iniziasse l’anno con delle sbavature di troppo. O che Ranocchia e Mbaye sul primo gol del Napoli palleggiassero leziosamente perdendo palla e regalando la rimessa laterale ai partenopei ne scaturisse l’errore (di Vidic) per lo 0-1 momentaneo.

Ovvio che sarà lui a dover porre rimedio (da un punto di vista mentale soprattutto) ma il massacro a cui si assiste è fuori luogo e fuori tempo. Siamo passati da: Inter – Atalanta 2-0 La terza forza del campionato a essere da buttare dopo dieci giorni.

Equilibrio nei giudizi, questa la prima cosa. Due ragioni per cui va tenuto è per un discorso lungimirante al quale non siamo abituati causa 18 anni di presidenza precedente in cui gli allenatori venivano scelti assunti ed esonerati con frenesia e mancanza di programmazione, quella che c’è ora, e che è fondamentale.

Rispetto alla presidenza Moratti: un allenatore ingaggiato come può lavorare sapendo che ha i giorni contati? Gli parlano di progetto, ma se poi scade dopo due mesi?? Che credibilità può avereuna società se agisce in questo modo? Nessuna ovviamente, che poi è la sensazione che abbiamo sempre dato all'esterno, cioè quella di improvvisare, senza idee chiare, e con grande sperpero di risorse.

Diversamente per  Thohir un allenatore (magari tra dieci anni saranno in tutto tre o quattro) sembra avere un  tempo ragionevole per lavorare, persone con cui relazionarsi e d è consapevole che la sua parola conta qualcosa. Invece i suoi predecessori nella precendete gestione chiedevano la pasta per fare un primo e si ritrovavano il lievito per fare una torta. Idem sul mercato.

Il primo spendeva e spandeva dando l’idea di uno con le mani bucate e se ben ricordare il giocatore che costava 10, veniva ingaggiato sempre a 15. Il secondo lancia il messaggio che non deve comprare per forza e che lo fa solo in presenza di una serie di caratteristiche importanti che devono quadrare a più livelli.

Lasciamo lavorare l’ambiente che ha bisogno di sostegno, ci sarà tempo per eventuali fischi…. per ora cerchiamo di riempire San Siro che stiamo facendo versamente ridere. Ma su questo argomento tornerò più avanti…