martedì 30 aprile 2013

Così Parlò Fulvio Il Vikingo


Moratti che dopo mesi di disastri e una vittoria casuale col Parma santifica bidoni improponibili... Stramaccioni che dopo la tredicesima sconfitta con aria supponente ripete come un mantra: d'ora in poi scenderemo in campo come in guerra e  l'Inter ha un grande futuro!!! Fassone che si fa "sfuggire" i nomi dei prossimi acquisti come se ci fosse motivo di essere soddisfatti... Fosse un circo sarebbe perfetto!!! Ma in una società di calcio PAGLIACCI, SALTIMBANCHI E EQUILIBRISTI cosa c'entrano?!?



lunedì 29 aprile 2013

La resa dei conti


Perde ancora l’Inter. Perde per la tredicesima volta. Il motivo è sempre lo stesso: se regge Handanovic portiamo a casa la pelle dell’orso, altrimenti si soccombe più o meno rovinosamente. E visto che stiamo pur sempre parlando di uno in carne e ossa e non di un’enorme lastra in plexiglass, purtroppo bisogna mettere in conto che avere la botte piena, la moglie ubriaca e magari con il cane che canta è umanamente impossibile.

Disperatamente aggrappati a Samir che una vox populi sempre più insistente, vuole in partenza per Barcellona. Dove troverebbe a aspettarlo una compagine che seppur in declino è ancora di altissimo livello e la possibilità di disputare la Champions League. Personalmente mi oppongo ferocemente alla sua cessione, in prima analisi visto che sono rari quelli dei nostri che si presentano in ritiro in condizioni fisiche accettabili. Poi perché invece di angustiarci con interviste banali e scontate, lavora duro. Infine ritengo sia uno dei pochi attualmente in rosa a essere dotato di una notevole dose di attributi.

Purtroppo oggi il nostro portiere non riesce a tenerci a lungo in partita. Dopo dieci minuti capitola su conclusione di Ilicic, propiziata da una vaccata abnorme di Silvestre. Dal punto di vista agonistico si può tranquillamente affermare che l’incontro finisce lì, i successivi minuti rappresentano l’ennesima dilatazione di un’agonia senza fine, l’allegoria perfetta dell’accanimento terapeutico.

In tanti anni di stadio e di tifo militante, giuro che non ricordo una squadra più scombinata di quella che sto sopportando durante questa stagione. Non si venga a tirare in ballo per esempio la formazione che vinse la Coppa Uefa nel 1994 con Malik in panca e che al contempo rischiò la retrocessione, perché in quel periodo il nostro campionato era frequentato dai più forti giocatori al mondo, mentre ora quelli che spaccano in due il match ci snobbano e calcano altri palcoscenici.

E siccome il destino fa fuoco con la legna che c’è, succede che nei minuti successivi al vantaggio dei rosanero Zanetti mentre sta per crossare, si sfiora la gamba, le sue mani vanno subito al volto per celare il dolore e chiede in maniera repentina il cambio. Si intuisce all’istante che è un grosso casino. La diagnosi successiva in effetti è impietosa: rottura del tendine d’Achille. Cioè se non è carriera finita per il capitano, poco ci manca.

Durante i primi giorni del nuovo anno avevo espresso, in tempi non sospetti, il mio giudizio in merito alla nostra vecchia guardia … http://effeciiemme.blogspot.it/2013/01/i-tormenti-della-decadenza.html?spref=fb . Esiste un tempo per l’affermazione del proprio talento e ne esiste un altro per consegnarsi ai ricordi e lasciare spazio al nuovo che avanza. Pensavo che il momento perfetto per lui e altri eroi di Madrid sarebbe coinciso con l’estate 2011, dopo la vittoria del Mondiale per Club, avrebbero lasciato alla grandissima. 




Sarebbe stata una scelta impeccabile quella di congedarsi dai propri tifosi al culmine della carriera, visto che da quel momento in poi, la stessa poteva essere declinarsi solo in fase discendente. Viceversa tenendo fede alla proverbiale testardaggine argentina (se c’è un popolo al mondo, cocciuto fino all’inverosimile è proprio  quello albiceleste), hanno deciso tutti di proseguire.

Allora avanti con le fasce commemorative per i record presenze, avanti con un presidente che parla di mediana spettacolosa a proposito del tractor e del cuchu, alimentando la retorica degli intoccabili nemmeno fossimo nella Romania di Ceausescu, avanti con gli asados che chiedono e ottengono vacanze natalizie lunghissime. Però come rovescio della medaglia avanti anche con un bilancio che sembra quello delle ferrovie dello stato, avanti con prestazioni sempre più deludenti, avanti con un San Siro sempre più vuoto, con i tifosi sempre più prosciugati e disamorati.

L’andazzo prosegue fino a questo pomeriggio in cui è la sorte a determinare quello che altri avrebbero potuto e dovuto decidere per tempo: questa situazione doveva avere un termine. Spiace sia stata  una conclusione malinconica, quando al contrario poteva essere memorabile. Molti parlano di sfortuna. Io invece dopo aver dato un’occhiata alla sterminata lista stagionale degli infortuni al fato cinico e baro non credo assolutamente.

La verità nuda e cruda è che siamo semplicemente arrivati alla resa dei conti. Prima o poi quello che si semina si raccoglie nel calcio come nella vita. Sono stati commessi troppi errori, troppo spesso l’egoismo ha prevalso sul bene per i colori. Ora è comodo nascondersi dietro al tutti colpevoli nessun colpevole. Mentre Herrera negli anni ’60 appendeva negli spogliatoi cartelli con impressi slogan che valevano e valgono più di tante parole. Per questo è andata così, perché così doveva finire, capitano compreso.

domenica 28 aprile 2013

La voce (in edizione speciale) del tifoso



Giuseppe:

Vi racconto il prepartita di Strama: quando ormai tutti pensavamo che il nostro Stravecchione avesse raggiunto l'apice dell’incapacità, ecco il colpo di scena. Nella conferenza stampa precedente alla partita contro il Palermo, che è squadra mediocre per non dire oscena, il nostro mister mette in scena un vero show. Comincia subito parlando di Handanovic. La risposta alla domanda se l'estremo difensore fosse in vendita è eloquente: "Handanovic è un ragazzo fantastico sia come calciatore che come persona". La gente a casa resta allibita. Molti di loro si chiedono: "ma che cazzo sta dicendo, ma che risposta è?" . Con sguardo fisso lui fa capire a tutti che lui non è come tutti gli altri. Lui è il primo allenatore con mille impossibilità a guidare un top  team o presunto tale. Prosegue prepotentemente replicando a tutte le domande della stampa, argomentando con gli stessi concetti di ogni santo sabato. Distoglie l'attenzione con le solite battute tristi e scontate che fanno ridere soltanto lui. In questo modo si prepara ai minuti caldi finali. Alla domanda: "In questi giorni si è sentito parlare molto di nuovi soci che potrebbero entrare all'interno della società" Stramacatenaccioni dà ancora il meglio di se ribattendo con voce impavida: " Sono gli investitori che vogliono entrare nella società non è l'Inter che si propone , ho parlato con Moratti e mi ha detto che valuterà quale sia la scelta migliore". La gente resta sconvolta. Si sente una voce di un magazziniere dietro di lui: "Ma se siamo minimo sessanta milioni in rosso … ahahah cosa cazzo sta valutando?". Infine i giornalisti ormai in preda all'esasperazione capiscono che quell’uomo si era portato via da solo. Sì proprio così. Lui alla faccia di tutti noi si era fumato due bei cannoni di cannabis e ha fatto capire non si arrenderà mai. STRAMA(fattoni) HA VINTO ANCORA, resterà in panchina.




Francy:

Secondo me certe squadre sono vincenti perché puntano sul loro vivaio. Vanno per il mondo a cercare giovani di talento. Noi invece se continuiamo a comprare bidoni e trentenni. Temo che non vinceremo più un cazzo per molto tempo. I dirigenti delle altre squadre sono molto intelligenti e accorti. Cercano sempre di migliorarsi. Mentre la nostra società dopo il Triplete ha deciso di fermarsi. Si è accontentata della Manita e basta. Chissà per quanto tempo staremo senza alzare un trofeo!!!

Gianluca:

Riguardo al’infortunio di Zanetti non sarò ipocrita. Voglio separare l'aspetto del dispiacere umano verso un disgraziato che dovrà passare un bel calvario i prossimi mesi (c'è di peggio eh ... però sicuramente son sempre situazioni brutte da vivere ... ) da quello  del discorso sportivo.

Devo dire, quello che in fondo penso e ho sempre pensato. Del resto sarebbe falso se dicessi il contrario solamente per via del suo infortunio. In altre parole  secondo me per l'Inter intesa come squadra e come società questo suo incidente di gioco è perfino un bene. Spiego così le mie ragioni:

-Perché saranno obbligati a comprare un sostituto di livello, senza nascondersi dietro al suo nome.
-Perché l'Inter ricomincerà a giocare in undici, dato che con lui ormai giocava in dieci. 
-Perché chiunque lo sostituirà (anche se fosse Jonathan) saprà fare la fase difensiva meglio di lui visto che non starà a tre metri dall'uomo lasciandolo crossare, correrà più di lui e farà inserimenti offensivi con maggior frequenza rispetto a lui, che oramai si limita a una discesa allo scadere. 
-Ci sarà più spazio per qualche giovane e a altri giocatori non verrà più chiesto di coprirlo. 
-Forse verrà data la fascia di capitano a qualche altro giocatore che si merita questa soddisfazione o che comunque potrebbe responsabilizzarlo (vedi Ranocchia).                                                                      


sabato 27 aprile 2013

OldStyle88


Dopo anni di austerità, oggi ho deciso di acquistare la Gazzetta Dello Sport, Ho investito ben 1,20 euro dei miei averi. Tale irrefrenabile voglia di cultura mi è nata mentre ero al bar vicino casa di Andrea Cdd Borromeo. 

A quel punto mi sono ricordato i venerdì sera in compagnia del mio amico nerazzurro Alessio Biasini, A lui esponevo le mie idee di semplice ragioniere uscito con 73/100 da una suola superiore di provincia, e che non ha nemmeno provato a iniziare l'università per mancanza di voglia di aprire i libri. Da questo articolo infatti si evidenziava come:

1- Uno stadio per quanto grande sia, a prezzi popolari si riempie.

2- Se valorizzo giovani del vivaio o comunque senza ancora un nome, programmandone l'inserimento non per il presunto profitto mediatico, ma per il reale utilizzo in campo ho un incremento del loro valore e di conseguenza quella qualità della rosa a disposizione del club.

3- Se decido di venderli ottengo una plusvalenza; in caso contrario ho risultati che possono incrementare i guadagni da sponsor, tv, ecc.







Dopo aver letto questi illuminanti dogmi dell'autore dell'articolo, mi cade l'occhio sull'intervista al nostro d.g. Fassone, il quale invece ci dice che:

1- Lo stadio sarà pronto, non ci sono intoppi. Bisogna solo decidere l'area nel quale costruirlo (la scelta ricadrà tra tre zone di cui la prima è stata oggetto di proteste da parte di ambientalisti e residenti), il piano economico da sottoporre al presidente (cioè chi caccia il grano) e i soci che si stanno cercando. Evaporati i cinesi, rabbrividiti dai conti in rosso come la seconda maglia, più che della loro bandiera nazionale, perfino i kazaki si sono affrettati a dire che preferiscono il tennis.
2- La squadra verrà rinforzata. Non è ancora finita la stagione e abbiamo già comprato cinque giocatori. Cinque come i minuti che ci sono voluti a leggere una nota dalla stessa società a smentire tutto quanto perché nulla è stato deciso e tanto meno firmato. 
3- Uno stadio di proprietà serve, perché almeno ci puoi fare quello che vuoi, mica devi metterti d'accordo con la società con il quale lo condividi. E io che pensavo che servisse per giocare a calcio ....

E’ quindi evidente questa differenza di stile, progettazione, idee, e programmazione pratica. Spero sia chiaro che non serve per forza comprare giocatori da svariati milioni di euro. Piuttosto è indispensabile programmare e fare scelte oculate orientate realmente al futuro senza nascondersi dietro cazzate che sanno solo di scuse.

Dopo aver letto quelle pagine pure un semplice ragioniere come me si sente superiore a un manager ... il quale non vi farà mai l'esempio di Bati-gol, un flop per i primi mesi a Firenze, ma che dopo una doppietta alla juve ha iniziato a fare la fortuna dei Viola.

lunedì 22 aprile 2013

La Voce (tumultuosa) del tifoso


Mega Bufalo:
Piccolo commento sulla indegna maglietta che esibiva tanto divertito il gobbo Fassone.
Come più volte ribadito c'è ben di peggio di una maglietta a terra buttata da un cretino di diciotto  anni. C'è un presidente che non rispetta i nostri colori e assume uno scarto della Rubbe. Quindi come possiamo pretendere rispetto dagli arbitri, se nemmeno Moratti ha rispetto per la nostra storia?

Alessandra:
E, mentre aspetto, leggo le dichiarazioni del presidente sul sito dell'Inter prima della partita di ieri, tra le quali... : "adesso bisogna essere dei veri tifosi" . Ma fallito di un fallito, almeno stai zitto.

Maurizio:
.. non mi pare di averlo visto particolarmente impressionato??? Ma Moratti con chi sta??? Io non capisco … sembra ancora che abbia ragione Fassone ma il grande capo l’ha vista la maglia che teneva l’ex-gobbo???? Per me sono dichiarazioni assurde dice anche che gli striscioni della Nord non c’entrano nulla con il programma dell'Inter se ha o meno uomini interisti .. io questo presidente non lo capisco … un vero presidente fa rispettare l'onorabilita' della propria squadra dopo aver visto il gobbo con quella maglia,  minimo gli chiedeva di fare un'intervista per scusarsi … che schifo di società che abbiamo!!!



Onorato:
“Ma cosa si deve fare per cacciare Moratti?”
Salvatore:
“Regaliamogli un marciapiede, così è contento …”

Rosario:
Beh ragazzi, credo che mangiarsi il fegato ci serva a poco. Occorre rassegarsi per un bel po’! Non solo per il fatto che la proprietà si aggrappa e si aggrapperà a tutto per lasciare immutato tutto quanto per quanto più possibile. Il problema più grave e' che una grossa parte della tifoseria orami e' intorpidita. Così agevolerà il mantenimento della situazione attuale. Ci si entusiasma per una partita oscena come quella di oggi contro il Parma. Dove in molti in troppi addirittura si sperticano in rivalutazioni dell'osceno, inneggiando odi sperticate per il pattume che abbiamo in rosa. Non cambierà niente, le basi per un' altra stagione insulsa si stanno già buttando.

sabato 20 aprile 2013

OldStyle88


Appunti al seguito: Quarta e ultima parte 

Madrid, maggio 2010


Quella stagione verrà ricordata come quella della tripletta per l’inter, e soprattutto della Champions che torna a Milano sulla sponda Inter, trofeo che mancava dal 1965. In un'occasione pazzesca come quella, un evento in cui il pubblico serve per coronare un sogno, la società Inter ha pensato bene di far gestire gran parte dei biglietti alla Jakala Group. E' un'agenzia viaggi gestita dalla figlia dell’allora dirigente nerazzurro Paolillo, e mettendone a disposizione solo cinquemila a chi voleva organizzarsi con mezzi propri.
Gente che dorme in un sacco a pelo la notte precedente fuori dalla banca dove sarebbe stata effettuata la vendita ed esclusiva ad abbonati o soci di un inter club. Presenze potenziali stimate? Mi tengo basso, centomila richieste. In quel frangente ho assistito a scene da terzo mondo.In questi racconti ho toccato argomenti a noi vicini, realizzabili/irrealizzabili/possibili. So solo che ritengo la società Inter lontana dai tifosi non solo nella gestione e nella considerazione della loro importanza, ma anche riguardo scelte che offendono l’essere interista come tale.
Soluzione ideate da dirigenti/allenatori che tutto sono fuorché interisti e che non si sono mai espressi favorevolmente nei nostri confronti. Alcune sono state messe in atto, altre no, ma l’intenzione c’era, vedi la proposta di far pagare la festa del quindicesimo scudetto agli abbonati.
A un tifoso viene imposto l’obbligo di accettare una seconda maglia oscena e nonostante le statistiche dicano che la vendita sia andata benone, non mi pare di aver visto questa moltitudine di maglie rosse in giro per San Siro. Un tifoso che segue la squadra ovunque non sa mai se riuscirà a essere presente agli appuntamenti con la storia. Inoltre citando sempre come esempio la serata di Madrid a chi lamenta un tifo vocale non all'altezza si può tranquillamente rispondere che c’erano più turisti che tifosi.


E’ scandaloso poi che le stesse persone che sono la faccia visibile della tua società, diventino talvolta più odiose degli avversari di una vita. Le vittorie sono importanti, certo. Trovo però assurda una tale distanza tra la società e il suo pubblico, che dovrebbe essere il primo a essere preso in considerazione e valorizzato.
I numeri dicono che 50.000 ipotetici abbonati con una media di 300 euro per abbonamento (teniamoci bassi…) costituiscono una cifra non trascurabile, a cui si aggiunge anche il discorso del merchandising allo store dell'impianto. Ma poi come si può pretendere una presenza massiccia allo stadio se poi fai di tutto per farti contestare nella maniera peggiore che è quella del disinnamoramento?
Contro l’Hajduk Spalato si giocava a agosto. Considerando il tipo di partita che era e il periodo in cui si giocava, a certe condizioni, San Siro ha comunque ospitato più di 40.000 persone.
Siamo ancora convinti che degli impianti meno capienti ma con prezzi più alti siano più congeniali, solo perché quelli attuali sono troppo grandi per la media spettatori?
Certo, bisogna attuare determinate condizioni. Però abbiamo anche visto che se si tendere la mano ai propri sostenitori rispettando la loro passione, si possono ottenere risultati lusinghieri, sia in termini di immagine che in termini più pratici.
Per questo motivo la mia personale battaglia contro la dirigenza non avrà mai fine. Davide contro Golia è anche troppo, magari fossi Davide. Ma vorrei che la gente si svegliasse e facesse sentire la propria voce come persona e come tifoso ancor prima che innamorato di calcio:
L’INTER AGLI INTERISTI, VIA I GOBBI DALL’INTER!

venerdì 19 aprile 2013

OldStyle88


Appunti al seguito: Parte Terza

Londra, marzo  2010.


E’ la stagione della tripletta. In occasione l’ottavo di champions ci tocca il Chelsea, notare che negli anni precedenti incontrare una squadra inglese è sempre sinonimo di eliminazione. Così si va a Stamford Bridge, impianto dal grande fascino e dalla grande storia.

Nella metro londinese mi si avvicina un ragazzo sulla trentina, inglese e tifoso dei blues. Iniziamo a parlare del più e del meno e al termine della corsa mi invita al pub a bere qualche birra. Accetto visto che manca molto al ritrovo con gli altri miei amici e ci fermiamo in un pub.

Gli chiedo informazioni sul negozio del club. Vorrei visitarlo per vedere se c’è qualcosa di interessante. Mi accompagna, facciamo un giro e scelgo di comprare una sciarpa decisamente di impatto, un po’ più grande rispetto a quelle che siamo abituati a vedere. Prezzo: sette sterline, cioè meno di dieci euro. Se è poco per noi, figuriamoci per gli inglesi che vivono in una situazione economica ben diversa.

Alla cassa il mio amico mi chiede se posso dare al cassiere la sua tessera su cui caricare dei punti. Gli chiedo come funziona; in quanto ad acquisto materiale nulla di diverso da una immaginabile raccolta punti che ti dà diritto a sconti o a gadgets omaggio quando raggiungi una determinata soglia di punteggio.

Per la presenza allo stadio invece, su questa tessera, che è una tessera in tutto e per tutto, non una card mascherata da carta di credito che qualcuno decide se dartela o meno infrangendo anche le più elementari norme costituzionali, vengono caricati dei punti per ogni partita che vedi e che naturalmente variano in base alla partita.



Se vuoi vedere un Chelsea – Manchester Utd in casa, avrai un punto, in trasferta ne prenderai tre, ma se vai a vedere il primo turno di FA Cup magari in una città del nord dell’Inghilterra contro una squadra di terza divisione, magari te ne danno dieci, secondo il principio che “più e lontano e meno è importante e più la mia presenza è quella del tifoso appassionato oltre il risultato e sempre fedele ai suoi colori”.

Naturalmente in caso di partite molto importanti (il Chelsea negli ultimi anni ha fatto due finali di champions, una di supercoppa europea, e il mondiale per club) vengono privilegiate le fasce più alte di punteggio, per premiare i tifosi più fedeli e per far in modo che il loro sostegno non venga a mancare in avvenimenti storici come quelli che ho citato.

Cosa ho imparato:
Sicuramente in Inghilterra i prezzi dei biglietti sono molto alti. E’ un limite non di poco conto. Però anche in quel caso chi decide di seguire sempre la sua squadra non si sente preso a pesci in faccia, perché viene preso in considerazione, valorizzato, non trattato come uno qualsiasi.

giovedì 18 aprile 2013

OldStyle88

Appunti Al Seguito: Parte Seconda

Norimberga, febbraio 2007.


Mi trovo nella città tedesca in visita a un amico italiano trasferito per lavoro, grande tifoso nerazzurro e abbonato dal 1992. Il calendario della Bundesliga propone il Norimberga contro il Duisburg, due squadre che devono stare un po’ attente a non sprofondare nelle zone basse della classifica. Ma che allo stesso tempo salvo disastri avranno davanti a loro un campionato tranquillo, poco entusiasmante, senza particolari ambizioni.

Decidiamo quindi di andare a vedere il match nonostante la temperatura proibitiva. Il termometro infatti regista nove gradi sotto zero, già questo  farebbe desistere chiunque, non fosse abbastanza oltre al freddo è in corso anche una tempesta di neve. Due eventi che in Italia avrebbero già provocato l’allerta di mille associazioni e corpi armati. Invece si gioca senza se e senza ma.

Su internet notiamo che ci sono ancora pochi posti disponibili in un settore equivalente al primo anello verde di San Siro. Corriamo al negozio ufficiale del club, non ci  importa molto della spesa dato che siamo lì  e vogliamo vedere la partita.

Ci viene chiesta la folle cifra di dieci euro a testa, senza ovviamente domandare documenti, tessere, codici fiscali, esami del sangue, dichiarazione dei redditi. Poi ci guardiamo intorno e notiamo del bellissimo materiale in vendita. Naturalmente un collezionista di sciarpe come me non può farsi scappare l’occasione. Ne acquisto una e ci dirigiamo allo stadio.



Dopo i controlli entriamo nel nostro settore e prendiamo posto vicino a una famiglia (mamma, papà, bambino di non più quattro anni) che per via del maltempo si era premunita portando coperte, cuffie, e pure un thermos di the caldo. Il bambino ogni tanto si gira a guardarmi quasi chiedendomi di portarlo via. Era diventato viola dal freddo. Io però, più che lui, guardavo quel thermos a forma di caffettiera bello pesante.

Mi chiedono gentilmente se voglio gradire; io declino ma domando loro come hanno fatto a farlo entrare. La risposta è disarmante: è un thermos del the, non una bomba! Diventa pericoloso se lo tiri contro qualcuno, ma se ti serve per portare del the caldo quando fuori sei a -9°, che male fa?
Lo stadio è tutto esaurito nei suoi  55.000 posti, anche il settore ospiti è pieno.

Cosa ho imparato:
1- Se tieni i prezzi bassi la gente allo stadio ci va
2- Se proponi del materiale discreto a prezzi accettabili la gente lo compra. In Italia per una sciarpa ufficiale dell’Inter devi spendere 15 euro minimo e acquisti non prodotto che non è nulla di speciale 
3- Partire con il presupposto di criminalizzare una persona pensando che sicuramente si renderà responsabile di un gesto di violenza non è il modo migliore per invitare la stessa a vedere una partita.


mercoledì 17 aprile 2013

OldStyle88


Appunti Al Seguito: Parte Prima
Stoccarda, settembre 2006


Grazie alla grande amicizia personale che ho con molti ragazzi appartenenti al gruppo principale gruppo ultras della squadra locale, ho avuto la possibilità di vedere alcune partite come loro ospite. Così ora li vado a trovare, per vedere una partita a stagione, questo a partire appunto dal 2006.

Il loro stadio, è il Mercedes Benz Arena, direi giustamente visto che se siamo in Germania e a Stoccarda. Allora perché mai lo sponsor dovrebbe provenire da un’altra parte del globo? L'impianto una volta era simile a quello dell'Olimpico di Roma nella struttura, di poco inferiore nella capienza.

Il posto occupato dal tifo organizzato era uno spicchio di una curva, l’equivalente di un settore ospiti dello stadio nella capitale italiana. Poi il club decise di effettuare dei lavori di ristrutturazione: via la pista di atletica. Si a rettilinei attaccati al campo al posto delle curve, il tutto per un totale di 60.000 posti. Va detto per la cronaca che anche se Stoccarda è una grande città, la squadra non ha certo una grande tradizione di vittorie entusiasmanti, né il patria, né tanto meno nelle competizioni internazionali.

Volendo valorizzare i tifosi, che poi sono gli utilizzatori finale di qualsiasi cosa ruoti attorno al calcio, la società ha interpellato gli ultras in merito alle preferenze sulla costruzione del loro settore, che sarebbe poi stato dietro la porta, vicino al campo, lungo tutta la lunghezza, per far sentire ovviamente di più il sostegno e il calore da dodicesimo uomo in campo. Da buoni romantici hanno chiesto se era possibile usufruire di una struttura a gradinata stile anni ‘80 senza posti a sedere. Sono stati accontentati.

Mentre il primo anello che è il settore più capiente è diviso a metà tra la parte bassa (gradinata) e la parte alta (posti a sedere) e poi c’è il secondo anello.

Se si assiste dal vivo a una partita, devo dire che l’impatto canoro è decisamente notevole. Nello stesso modo ogni volta che seguo anche le loro vicende in tv, noto un colpo d’occhio sicuramente importante. E considerando l’esperienza che ho in fatto di stadi e di trasferte, tutto questo si tramuta da spettatori diretti in prestazioni di calore di tutto rispetto.



Cosa ho imparato:

Nuovi o vecchi impianti? Tradizionali o innovativi? Secondo me, va tutto bene se le cose sono fatte per migliorare, per permettere a tutti di poter assistere a una partita secondo il proprio concetto. Concetto che varia dalla spesa contenuta di uno studente che vuole divertirsi, a quello di una famiglia, o a quello di un benestante che vuole invece un trattamento Vip.

In conclusione se si vuole veramente rispettare il tifoso, affinché lo stadio sia sempre pieno indipendentemente dal risultato e dal gioco espresso, se si vuole che lo stesso tifoso consideri imprescindibile per la sua vita la frequentazione domenicale dell’impianto come una bella abitudine, occorre una condizione importante. 

Cioè serve una società che si prenda a cuore le esigenze di tutti, sia del tifo organizzato che comunque cura l’immagine con il tifo e le coreografie, sia dei tifosi più pacati che vivono l’evento in modo diverso; e questo avviene mediante politiche congeniali nei prezzi di biglietti e abbonamenti ma anche attraverso la sua fidelizzazione a livello di accoglienza.







martedì 16 aprile 2013

La voce (più che mai pressante) del tifoso


Maria Stefania:
Con un Presidente che vive per fare le interviste sul marciapiede, un direttore dell’area tecnica  assolutamente fantasma (ancora aspettiamo la famosa conferenza annunciata lo scorso anno) e un dottore che ha fatto più vittime della Peste Nera del 1300, i risultati non possono che essere questi.

Maurizio:
Non esiste un migliore in una squadra mediocre. Una squadra con un allenatore che in un anno  non e' riuscito a dare un briciolo di gioco. Con dei dirigenti che prendono gente come Pereira e Alvarez e li hanno anche strapagati. Con gente come Kuzamovic, Jonathan, Rocchi e Silvestre ma dico, ma come cazzo si fa??? Moratti e i suoi dirigenti incapaci ci hanno riportato dove ci hanno sempre fatto stare questa e' la realtà. Solo Mourinho e in parte Mancini erano riusciti a tenerli lontano dalla squadra, impedendogli di fare disastri. Infatti in quel periodo abbiamo vinto tutto. Dopo via Josè questi signori son tornati a fare gli stessi sbagli che han sempre fatto. Niente di nuovo quindi, per questa ragione ci ritroviamo per il secondo anno consecutivo a lottare per un posto in Europa League, nascondendoci dietro al discorso dei rigori inventati contro di noi.

Gianluca:
Non saranno tutte e tue le colpe va benissimo .. ma brutto idiota metti dentro uno che dopo dieci minuti si rompe ancora lo sa solo il cervello come mai .... e poi cazzo metti un centrale di difesa in attacco? Hai portato due ragazzini? Per caso tu non eri quello che doveva lanciare i giovani? Allora mettine dentro uno a far la punta ... anche perché non lo bruci per uno scorcio di partita in quella situazione ..... tanto cosa cazzo vuoi capire te quella merda che ti ha messo li e quei coglioni che alleni... ammazzatevi!!!





Nicolò:
Io nonostante queste ultime due annate catastrofiche ho una concezione importante dell'Inter ... siamo tra i primi dieci top-club mondiali come tradizione, storia, trofei ecc ... quindi vedere un settore  difensivo che comprende gente tipo  Pereira, Jonathan, Schelotto, Silvestre,  vedere un centrocampo  che annovera Mudingay, Gargano, Kuzmanovic, Alvarez e infine un attacco composto attualmente dal solo Rocchi mi fa piangere il cuore ... per non parlare di Ranocchia e Samuel inventati centravanti in seguito all’emergenza. Nel caso vi risulta per esempio che il Real (ma potrei citare Bayern, Barca, Bvb e tutte le altre big europee) abbia mai giocto con Pepe e Sergio Ramos punte??? Che tristezza infinita!!!

La situazione l’hanno inquadrata tutti tranne chi dovrebbe. Non si può andare avanti cosi. Stramaccioni non ha tutte le colpe, ma ormai è chiaro che non sia un allenatore pronto per l'inter. Non è riuscito in un anno a dare uno straccio di gioco alla squadra. Certo non pretendo calcio spettacolo, ma una squadra solida,che non cambi modulo ogni 45 minuti e che non si adatti ad avversari come Torino, Sampdoria e Siena quello sì. In più ha avvallato scelte della società incomprensibili come l'acquisto di Rocchi, dimostrando di tenere maggiormente al conto in banca piuttosto che alla credibilità della sua persona in primis e poi della squadra. Poi per quel che riguarda il nostro direttore sportivo ho già speso in passato fin troppe parole. Aggiungo solamente che spero che quest'anno il giorno dopo l'ultima partita della stagione (il 20 maggio perché in finale di Coppa Italia per menon ci arriviamo) riesca a racimolare un po' di dignità per presentarsi alla stampa e fornire un minimo di spiegazioni su come in tre anni si sia riusciti a passare da essere una compagine in grado di vincere tutto a trasformarsi in una squadra da metà classifica in un campionato ridicolo come la serie a.

Il Falco Della Notte

RASSEGNATTI O DISPERATTI??? Questo è il problema ...



lunedì 15 aprile 2013

Così Parlò Fulvio Il Vikingo


Presidente demente, società inesistente, staff tecnico dilettantistico, staff medico imbarazzante, squadra improponibile ... il 31 agosto 2012 avevo pronosticato un quinto posto e ero stato insolitamente ottimista .... qualcuno ora dirà che è una fortuna restare fuori anche dall'Europa League ... cazzate!!! Pensarla così significa compiere l'ultimo passo per diventare in modo definitivo una provinciale ... perché dopo c'è il rischio di fissare come obiettivo stagionale la lotta per la salvezza ... e c'è un'aria di rassegnazione troppo pericolosa!!!




Poi una volta avevamo dei giocatori che onoravano la maglia ... Ora ci sono veterani che pensano solo al proprio culo o mezzeseghe e checche che alla prima difficoltà calano le braghe... INDEGNI COME CHI VI HA PRESO!!!


venerdì 12 aprile 2013

La voce (di sicuro scalpitante) del tifoso




Gianluigi:
Cominciamo a dare l’Inter agli interisti. Questo perché sembra che i tifosi accolgano meglio una considerazione di un tifoso molto conosciuto e popolare (Bonolis), piuttosto che una dichiarazione Fantozziana (Moratti)...a questo punto se il nostro presidente vuole essere credibile sarebbe anche ora che cominciasse a fare "pulizia" a carattere dirigenziale e soprattutto che ritorni a mettere mano al portafoglio!!!

Andrea:
Prima di tutto chiedo a  Moratti di andarsene. Il suo tempo e quello della sua corte di incapaci è finito. E è terminato non oggi o quando abbiamo cominciato a vendere i giocatori buoni per comprare mediocri accompagnatori di mazzette, o quando abbiamo scoperto di essere poveri. No, è cessato quando ha permesso alla mafia di Galliani, Braschi e Agnelli di tornare in sella e riportare indietro le lancette del nostro orologio tifoso di quindici anni. E’ questo quello che non gli perdonerò mai. Vada via! Purtroppo i termini per giudicare lui e la sua cricca di dilettanti allo sbaraglio li ho esauriti da tempo

Maria Stefania:
Per quanto io condivida appieno le parole di Bonolis, è davvero mortificante constatare che la società debba esprimersi tramite uno showman . A meno che non volessero con tale stratagemma evitare deferimenti da parte della FIGC. Ma sinceramente non li vedo capaci di una tale furberia.



Carlo:
Nessun tecnico importante e serio accetterebbe di allenare una squadra in cui delle inutili cariatidi fanno i padroni e con un presidente che non vuole spendere per non scontentare le cariatidi di cui sopra, suoi amati pupilli. Strapupazzoni resta solo perché è uno yesman e percepisce poco di stipendio. Poi non contano i risultati, contano i record di capitan cuor di bianconiglio Zanetti.

Claudio e Stefano:
Claudio: Il 22 maggio 2010 eravamo in finale di Champions contro il Bayern, non sono trascorsi nemmeno tre anni, guardate dove sono loro e guardate dove siamo noi.
Stefano: Beckembauer, Rummenigge ed Hoeness da una parte e Moratti, Branca ed Ausilio dall'altra ... penso basti questo a spiegare tutto!

giovedì 11 aprile 2013

Educazione Interista



Educazione Siberiana è prima di tutto un ottimo libro di Nicolai Lilin. Racconta di fatti avvenuti nel sud della Russia. Sullo sfondo c’è una città trasformata in una specie di ghetto per malavitosi appartenenti a varie etnie. Tra i principali protagonisti ci sono due bambini di dieci  anni circa: Kolima e Gagarin. Sono migliori amici. Il loro è un legame fortissimo, una forma di affinità elettiva che li rende fratelli. 

L'educazione che ricevono da nonno Kuzia è caratterizzata dalla assimilazione di varie tecniche di malaffare che riguardano furti, rapine, uso di armi. Ma questo avviene secondo i dogmi di una criminalità definita onesta. Il loro clan è contraddistinto da una sorta di codice d'onore, al limite del condivisibile, che deve essere rispettato a ogni costo. Gli anni passano e i due ragazzi crescono, mentre nel mondo avvengono mutamenti radicali, con la caduta del muro di Berlino che funge da evento centrale. Entro il quale le evoluzioni personali si intrecciano alle trasformazioni storiche.

Si tratta di un’opera molto controversa, che è piaciuta moltissimo oppure detestata in ugual misura. Tuttavia comunque la si pensi, non è certo un romanzo che lascia indifferenti. Opera dalla quale è stato tratto un film ben diretto da Gabriele Salvatores, che nemmeno a farlo apposta, è stato  oggetto di giudizi altrettanto  contrastanti.

Siccome ritengo che dal momento in cui leggiamo qualcosa o guardiamo qualcosa, ognuno di noi in conclusione, finisce per ricavarne una morale assolutamente personale, proverò a spiegare la mia. Allora io credo che sia il testo che il lungometraggio siano il riuscitissimo svolgimento di una favola nera, tanto distante quanto accattivante, perché segnata dalla grandezza e dai paradossi spesso a noi incomprensibili dell’anima russa.

Tipica di quel grande popolo caucasico che da un lato guarda ai paesi scandinavi e dall’altro rivolge lo sguardo al sol levante e al dragone, l’unico al mondo a possedere una visione ancestrale dell’eterna lotta tra il bene e il male. Conflitto che in sintesi, per me, è il vero tema di fondo della narrazione in oggetto, vale a dire Kolima e Gagarin, novelli Abele e Caino dei nostri giorni.




Con questa premessa, sempre secondo il mio parere, Educazione Siberiana mi pare un'allegoria letteraria dell’Inter di questo periodo: perché nemmeno noi suscitiamo distacco. Perché per quelli che non sono come noi, la nostra essenza è decisamente indecifrabile un po' come quella russa. Perché siamo sempre vissuti sul filo del rasoio tra trionfi e cadute. Specialmente adesso poi che  il limite di demarcazione tra il nostro meglio e il nostro peggio è sottile come non mai, un po’ come le perle di saggezza di nonno Kuzia (e se dovessi trovare una similitudine a livello di personaggi nella storia dell’Inter, penso somiglierebbe a Angelo Moratti, il nostro padre spirituale, colui che ha creato la Grande Inter). 

A queste analogie, almeno secondo la mia interpretazione, se aggiungono altre, riscontrate tra le più belle citazioni che ho avuto il piacere di annotare. Sperando che qualcuno ne tragga almeno uno spunto per riflettere, ecco a voi una sorta di Educazione Interista:

Rispetto per tutte le creature viventi eccetto che per la polizia, la gente che lavora nel governo, i banchieri, gli usurai. In base a questo principio, penso che abbiamo tranquillamente il sacrosanto diritto di insultare e contrastare tutti gli appartenenti alle seguenti categorie: classe arbitrale, federcalcio, lega calcio, antennisti e ovini. Naturalmente lo stesso trattamento va riservato ai disastrosi amministratori del patrimonio nerazzurro da Paolillo a Fassone e ai pessimi consiglieri di cui Moratti si è circondato.

La fame viene e scompare, ma la dignità una volta persa non torna mai più. Una considerazione che è assolutamente perfetta per il nostro presidente. Visto che ci si può ritrovare con il portafoglio vuoto, però la barra del timone deve essere tenuta, altrimenti ci si perde.  Dato che a furia di assumere ex-juventini e di abbracciare il loro capo-tribù, per elemosinare qualche favore, c’è il rischio concreto che presto il decoro che ci ha sempre distinto vada a farsi benedire una volta per tutte.




Chi vuole troppo è un pazzo, un uomo non può possedere più di quanto il suo cuore possa amare. Quindi se ora come ora a livello agonistico e societario non possediamo molto, significa che in questo momento di audacia e fierezza dalle parti di Corso Vittorio Emanuele ne è rimasta davvero pochissima. Oltretutto alimentando aspettative al momento irrealizzabili, sembra stiano desiderando di cavare il sangue dalle rape.

I simboli parlano attraverso i sentimenti, e per i sentimenti non esiste un alfabeto. Nulla vale come l’affetto, il senso di appartenenza, e non esiste una maniera univoca per esprimere tutto questo. Noi attualmente, io e tutti coloro che condividono le mie opinioni, siamo stracolmi rabbia per amore. Del resto ognuno elabora la condizione del tradimento come gli pare e piace. 

È il tatuatore che decide l’immagine e la posizione del tatuaggio, poiché è l’unico a possedere la capacità di interpretare e applicare la tradizione. Dovendo fare una trasposizione che ci riguarda direttamente, purtroppo in questo caso, siamo davvero messi male. Dopo l’allontanamento di Oriali, ultimo appartenente alla stirpe nobile delle bandiere nerazzurre, al momento è scomparso colui che ai piani alti è in possesso del talento di poter incidere e tramandare i nostri  rituali e i nostri principi come segni indelebili sulla nostra pelle. 

mercoledì 10 aprile 2013

OldStyle88



  • Il tifoso come dodicesimo uomo in campo. Da sempre si dice così: fondamentale per sostenere la squadra e essenziale per dare la proverbiale sveglia. Facendo capire a chi fa finta di non capire. Anche così si cresce, anche così si migliora.

    Nascondersi dietro a un dito, o fare gli struzzi serve a poco. Soprattutto quando il piagnisteo pur confortato da episodi abbastanza inequivocabili porta solo a ulteriori sfottò e  etichettature. Le tabelle con i torti arbitrali sul rigore che c'era e che se fosse stato accordato sarebbe stato automaticamente segnato, mi paiono un po' ridicole. 

    Soprattutto ripensando a Mourinho, a quando ci  aveva fatto vivere una delle serate emblematiche, sul modello di Davide contro Golia. Quel derby terminato in nove, nonostante un rigore contro decisamente dubbio, era stato comunque vinto due a zero. Più forti del fattore arbitri e di quella cricca malsana a cui non va giù l'Inter. 

    Intendiamoci: un conto è essere consapevoli che il calcio è un'industria nella quale i soldi contano eccome, pertanto le preferenze sulle vittorie potranno anche essere suggerite a tavolino per interessi non proprio etici, un altro sono invece i 90 minuti in campo. Quindi un discorso è la famigerata stagione 97-98 in cui troppe cose a dir poco sospette sono capitate finendo per dare alla Juve la certezza di vincere. 

    Un conto invece è la consapevolezza di una squadra che ha pesanti lacune strutturali, e che complice forse un livello generale abbastanza basso, con tre vittorie in più (facciamo le due sconfitte contro il Siena e quella contro il Bologna in casa) sarebbe comunque in lotta per un terzo posto che non rispecchia nessuna organizzazione societaria, nessuna idea di progetto portata avanti e difesa, nessun barlume di progetto giovani. 

    Diciamolo chiaro e tondo tra di noi cari amici interisti che ogni tanto ci domandiamo come la Champions sia arrivata nel 2010 e siamo solo nel 2013. Vi sembrano passati tre anni??? A me sembra ne siano trascorsi dieci. E' tornata la giostra di allenatori che avevamo dimenticato da un po', scelte di mercato senza una logica (nessuno dice di prevedere il futuro, ma lavorare affinché un futuro si verifichi, quello si), ingresso in società di persone completamente estranee al nostro mondo delle quali metto in dubbio sia la buona fede che la professionalità.





    Adesso non voglio scagliarmi come mio solito contro Moratti, il quale merita uno spazio a parte per gli smemorati, ma va chiarito come il fatto grottesco del rigore di domenica e le successive dichiarazioni in linea con il tifoso-struzzo di Bonolis, grande nella dialettica e nella passione nerazzurra, non possono e non devono essere un alibi verso un risultato che non arriva a causa di errori di fondo:
    -Con o senza rigore prendiamo sempre troppi gol.
    -Con o senza rigore abbiamo perso troppe partite in casa, troppe partite comunque  e contro squadre spesso più che abbordabili.

    Con o senza rigore abbiamo effettuato scelte di mercato prive di logica. Perché un ragazzo come Livaja, per il quale non prevedo una carriera come Messi, ma che in Europa League ha segnato 4 goal e in campionato ha giocato pochissimo, meritava se non altro la chance di restare in rosa per tamponare eventuali infortuni. Infortuni che quando sono capitati però nel ruolo si era scoperti perché il nostro è stato ceduto per prendere un'ala/terzino. 

    La storia è vecchia: compriamo giocatori anche buoni che finiscono con l'eclissarsi per la mancanza di progetto e programmazione. Dopo vengono svenduti, salvo poi accorgersi nelle loro nuove squadre che poi in fondo in fondo tanto male non erano. 

    Naturalmente gli arbitraggi sono di sicuro stati penalizzanti e se la statistica dice che è da un girone intero che non ci fischiano un rigore a favore, un motivo ci sarà. Però se vogliamo fare sul serio un salto di qualità e cercare almeno di non trascorrere i giovedì a casa proviamo a analizzare ciò che veramente è successo. 

    L'errore dello sventurato Gervasoni va inquadrato ora come non mai come un episodio. Un odioso episodio che non cancella però due stagioni di scelte aberranti sia a livello economico, sia a livello di squadra.