sabato 22 luglio 2017

L'estate del 1993

quella torrida con venti giorni più o meno di caldo sahariano. Quella delle chitarre garage sporche e graffiate, proprie del grunge. Forse il momento in cui credo sia cominciata la discesa negli abissi di Kurt Cobain. Uno dei tanti angeli che si sono schiantati sull'asfalto, perché se nasci con le ali intrise di catrame, le cadute penso siano ineluttabili. Segnati da un karma troppo fragile rispetto alle asprezze della vita (e piccola parentesi purtroppo succede di continuo, anche ora... che la terra ti sia lieve Chester dei Linkin Park). 

Personalmente la ricordo come la stagione di Mtv, dei Blur e degli Oasis che ti toccava scegliere tra una delle due band... vai poi a capire poi boh. Ho memoria del black dress d'ordinanza per noi donne indossato anche a 40 gradi alle feste giuste, ma poi anche lì con il senno di poi feste giuste de ché. Inoltre le serie tv che se nella malaugurata ipotesi tu le seguivi poi ne parlavi con gli amici, e cazzarola dovevi pur tenere le parti di qualcuno... Molte immagini sovrapponibili e contrarie, alcune invece, ferme, cristallizzate, fisse lì. 

Come quella del raduno a Appiano Gentile, che se la memoria non mi tradisce era a metà luglio. L'idea degli olandesi in ritiro, che non potevi dare buca, ma proprio no.  La necessità della presenza per ammirare e incoraggiare i nuovi campioni olandesi, Wim Jonk e Dennis Bergkamp. Ma soprattutto il secondo rappresentava un colpo di mercato eccezionale che per l'ennesima volta riusciva a azzerare l'idea della percentuale di successo. A livello mentale ci si spalancava un'altra l'autostrada verso l'infinito. 

Un mantra invocato e desiderato tipo "siamo l'armata nerazzurra e mai nessun ci fermerà". Del resto come non nutrire una speranza incredibile, avevamo già Manicone che per noi sui gradoni era un campione e poi gli altri. Avessi detto niente. Si si... eravamo gasati a mille, sul genere dei boccia a Natale, mentre scartano i regali. 

E i flashback di quella stagione lì, del sticazzi è proprio forte a vederlo in allenamento, del oh la prossima stagione sotterriamo tutti. Poi certo tra le discese ardite in campionato per evitare la serie B e le risalite per andare a vincere la Coppa Uefa l'annata che poi ha oltrepassato quelle giornate roventi, si è rivelata più travagliata del previsto. 

Ma non posso fare a meno di ricordare con piacere quei momenti. Tra le mattine trascorse a leggere con avidità le pagine dei giornali sportivi e le notti in Romagna, quelle del forse è già mattino e non lo so. Quando si tornava al lunedì a lavorare in condizioni che al nostro confronto il mocio vileda era un qualcosa di assolutamente fascinoso. Momenti belli insomma e lo stesso potrei dire di quella del 1997, adesso che sono passati venti anni. Venti anni da quando Ronaldo l'extraterrestre atterrava all'Inter. 



E paragonati alla stretta attualità, alla cruda realtà, sinceramente ho nostalgia della antica sintesi tipica del tifoso bauscia ignorante. Quella dove il concetto in genere oscillava tra l'imprecazione iniziale che introduce la considerazione di base e quella finale che lo rafforza. Insomma il classico XD abbiamo preso mr Y XD, siamo forti e poi via con un'altra ingiuria a sancire il giusto finale della riflessione. 

Visto che di base l'ostinazione con cui insistiamo imperterriti e impuniti nel rimirare ventidue pirla in mutande che corrono dietro a una palla, ci permette se non altro, di restare sempre bambini per certi versi. Anche se in realtà i tuoi piccoli che ti porti allo stadio poi in un soffio che non te ne accorgi, finiscono le scuole, hanno la patente e la ragazza etc etc. In conclusione in fondo in fondo il calciomercato estivo ci riporta a una dimensione propria di quando facevi fatica a camminare e aspettavi impaziente i regali. Quindi dopo tanti proclami ridondanti, restituiteci almeno il potere della fantasia, cari  i miei magnati cinesi. Altrimenti detto fuori dai denti, tanto valeva che vi compravate l'Udinese. 

sabato 23 luglio 2016

Siamo solo noi

quelli che finora hanno dimostrato uno slancio autentico e disinteressato per i colori, comunque la si possa pensare...

Siamo solo noi quelli che hanno creduto alle promesse faraoniche e farlocche (almeno finora) della nuova proprietà cinese, arrivata in pompa magna con dichiarazioni, che come dice un mio amico hanno fatto tremare la grande muraglia, il duomo di Milano e mettiamoci anche le quattro colonne d'Ercole già che ci piace esagerare...

Siamo solo noi, quelli che si sono fidati con entusiasmo e speranza. Salvo poi accorgersi che gli Ansaldi  e i Caprari (con tutto il rispetto) potevano comprarli anche i Pozzo, i Zamparini e i Preziosi e che per concretizzare queste operazioni non serviva di certo un colosso industriale  originario dell'estremo oriente...

Siamo solo noi che scomparsi tutti gli altri (dal vicepresidente Zanetti in vacanza, a Thohir a San Diego al Comic, ai signori Suning chi li ha più visti e per finire Ausilio chissà se è venuto fuori dalla foresta del Borneo)  restiamo qui  intenti a accapigliarci per vedere alla fine se andrà bene o se andrà male in questa sessione di calciomercato estiva con tutto quello che ne consegue...

Siamo solo noi che ci piacerebbe avere le risposte da gente, come dicevo prima, che escogita ogni tipo di sotterfugio per di evitare il confronto con quelli che pagano e con quelli che non ci dormono la notte. Comportamento che riconosco, mi tira fuori dagli stracci. Visto che l'assenza in quanto tale è la negazione prima della presenza. Il non esserci come scappare a gambe levate dalle proprie responsabilità, che tanto poi sono i soliti noti a portare il peso del disagio.





Siamo solo noi che sopportiamo le cazzate della moglie cafona, gretta e avida del nostro attuale capitano. Quindi va da sé che a questo giro io mi senta di dire che di questi tempi io non ho un capitano. Perché il soggetto della discussione a Facchetti nemmeno le unghie dei piedi gli può leccare e non dite che sono epoche diverse dato che scomodando esempi sparsi Lahm, Gerrard e Pujol non giocavano a pallone di certo finita la prima guerra mondiale. E' solo che se nasci pupazzo e ti nascondi dietro la gonna striminzita di tua moglie, a casa mia non puoi fare il capitano dell'Inter. Anzi porta l'offerta e vattene via più veloce della luce. Visto e considerato che tanto eri e sei un fenomeno, che con te la Champions League l'ho vista dal divano di casa mia in questi anni... e non solo.. in Europa League il più temuto sterminatore di piccioni al mondo, cioè Guarin era infinitamente più determinante di te ai fini del passaggio del turno..

Siamo solo noi che il mister resta oppure no e vai a saperlo, il bomberone stesso discorso. Ma chi rappresenta in pratica i Suning, ma chi fa il mercato, e ma il modulo con cui giocheremo quale sarebbe.. e via dicendo..

Siamo solo noi che alimentiamo l'idea del prima o poi torneremo dove ci meritiamo di essere per destino e blasone. Mentre in società chi più chi meno.. sono tutti interisti fino a quando si tratta di ricevere la tranche del bonifico a fine mese. Però in campo, con i media e sul mercato alla fine la resa è quella che purtroppo sono. Assolutamente in linea con l'assunto per il quale la realtà è solo la realtà... per cui un branco di pecore al loro confronto potrebbe far impallidire i trecento di Leonida alle Termopili.

Siamo solo noi quelli che nascondersi dietro un dito non sappiamo dove stia di casa, e che meriterebbero ben altro rispetto e considerazione. Visto che al di là delle valutazioni personali, siamo rimasti realmente  gli unici, a vivere intensamente le sfumature del cielo e della notte e siccome battagliare contro i mulini a vento è dura davvero per me è giusto e sacrosanto un applauso  per noi e basta. Gli altri al momento non ne sono degni.









mercoledì 17 febbraio 2016

OldStyle88

Da ragazzo avevo un professore di economia aziendale quando facevo il secondo anno di ragioneria, che interrogava in modo molto veloce. Una domanda a scelta, e due formulate da lui. La seconda spesso non era pertinente al programma oggetto di interrogazione. Se non la sapevi, tornavi al tuo posto con un votaccio più o meno grave, ma comunque sempre votaccio era.

Quando si chiedevano spiegazioni sulla ragione per cui due domande alle quali si era risposto benissimo, erano di fatto meno influenti rispetto a  quella che avevamo ciccato ai fini della valutazione.  Ci siamo sempre sentiti dire che quel quesito riguardava argomenti base senza i quali non si potevano poi capire molte altre cose della materia. Diciamo un po’ l’abc, perché le case si costruiscono sempre dalle fondamenta.

Con il senno di poi, non lo abbiamo mai ringraziato abbastanza, e lo ricordiamo come il migliore mai avuto in economia, anche se purtroppo è restato con noi solo un anno. Questi ricordi extra-calcistici mi servono per raccontare il momento attuale della nostra squadra.

Non sono mai più intervenuto da inizio campionato perché occorre attendere prima di emettere giudizi, in uno sport in cui uno degli aspetti più evidenti del suo declino e del suo bisogno di rinascita, di programmazione, di organizzazione, è il risultato.

In Italia conta solo se vinci e quegli scribacchini con i quali me la prendo spesso in ambito più legato al tifo, sono gli stessi che uno stesso aspetto lo fanno passare come virtù o come difetto a seconda che si vinca o meno. Mancini ha fatto giocare Jovetic e Lijaic? Ha vinto? È stato geniale nel non dare riferimenti alla difesa avversaria. Ha perso? Non può non giocare con un centravanti di peso che faccia da boa.

Non mi addentro mai in questioni tecnico tattiche propri perché non sono in grado di affrontarle. Mi limito però a ribadire ciò che dissi nel mio ultimo intervento. Cioè la grande fiducia dimostrata dalla società nell’accontentare l’allenatore in ogni sua richiesta, forse anche oltre l’immaginabile. Di conseguenza la responsabilità per lui è molta.




Cadere dall’alto fa male, ci eravamo abituati bene un po’ tutti a guardare gli altri da lassù, anche se forse in cuor nostro sentivamo che non saremmo durati fino alla fine. Ciò che per me è inconcepibile è vedere in campo delle controfigure di quei guerrieri che lottavano come se non ci fosse un domani su ogni palla, e che facevano della difesa un tassello importantissimo per i successi della squadra.

Ora vediamo tutti le prestazioni offerte, fiacche, senza grinta, senza quella determinazione che prima faceva un buon 70% delle vittorie, mentre il 30% era dato dai piedi. Capite bene che senza il carattere e non potendoti affidare a una tecnica eccelsa, viene a mancare la caratteristica che più ci dava punti.

Una squadra che si era guadagnata l’affetto dei tifosi che probabilmente avranno esclamato come me più di una volta “finalmente dei guerrieri in campo!” Ebbene, come il mio professore faceva io posso dare l’insufficienza dopo il derby e senza sapere come finirà la stazione.

Possono crollare tutte e farci vincere lo scudetto, andare in Champions, in Europa League, o starcene semplicemente a casa un altro anno. Quando una squadra che fa della rabbia agonistica la sua più grande qualità, non può andare a Torino in Coppa Italia e prenderne tre giochicchiando in una partita che emotivamente non ha bisogno di presentazioni.

Una squadra che porta a casa uno 0-3 contro la nemica storica, e che ha però la possibilità di riscattarsi nel derby pochi giorni dopo, contro un Milan non irresistibile, ma ne prende altre tre offrendo l’ennesima prestazione indecorosa non può non essere contestata pesantemente. A queste due partite tragiche aggiungiamo tutte le pre e le post gare perse e pareggiate contro squadre di ben altre ambizioni e blasone che denotano cali di concentrazione preoccupanti e imbarazzanti.

Ecco, per me la stagione finisce qui. Non offrendo nemmeno il carattere e la lotta, viene meno tutto il resto a catena. Risultati, valore dei giocatori, entusiasmo etc etc. Pertanto, come ci diceva il nostro amato professore dopo averci informato del voto che ci avrebbe messo…”come e quando pensate di rimediare?”

domenica 7 febbraio 2016

Tempo di seconda mano...

con la speranza di quello che poteva essere e che invece sta evaporando via in maniera repentina. Intanto noi stiamo così senza una ragione.

Del resto se subiamo dagli ultimi in classifica tre reti da calcio piazzato, lo smarrimento non può che essere che condiviso e generale. Non nascondiamoci dietro a un dito, il momento più che delicato è sconcertante a dirla in maniera delicata.

Penso che la maggior parte di noi non credesse fino in fondo allo scudo anche in epoca di vacche grasse, ma che per altri versi nemmeno prevedesse un calo di  braghe di simili proporzioni in un arco di tempo così limitato.

Tutti ora abbozziamo a soluzioni buone oppure no, del resto nemmeno sarebbe affare nostro... poi magari le mie sono più drastiche rispetto ad altri. Nella convinzione che la coercizione nei periodi duri sia più efficace delle buone maniere. Del tipo ritiro fino a fine stagione, mettere i più brocchi a fare sedute supplementari di palleggio, uso dei social vietati e via di seguito. 


Poi certo parlo di come mi sento io, riguardo alla quotidianità. Di quando ci si alza la mattina, si scende al bar per fare colazione e cominciare la giornata per mettere insieme, se si riesce, quello che serve per vivere.

Non passa giorno in cui inizio la giornata, e volente o nolente  mi tocca subire il racconto di vicende pesanti, di quelle che ti spezzano il cuore, perché conosci le situazioni e sai cosa vuole dire. Parlo di persone buttate via così per poco più di 1.000 euro al mese dopo anni e anni di dedizione assoluta.

Allora oggi che piove, governo ladro, dopo una partita indegna, d'istinto realizzo lo schifo della situazione.... gente che guadagna milioni che dopo novanta minuti circa infrangono la speranza di una moltitudine di persone e nemmeno hanno bisogno di farsi la doccia. Contro tanti altri che hanno dato tutto e anche più di tutto, giusto per guadagnarsi una sussistenza dignitosa e ora stanno, metaforicamente e non, in mezzo alla strada.

Quindi si il disagio per me è notevole in questo tempo di seconda mano. Dove l'indignazione monta alta per soggetti che nemmeno lo merita a fronte dei milioni guadagnati e l'indifferenza regna sovrana nei confronti di chi abita di fronte a te nel tuo pianerottolo o incontri tutti i giorni nel quartiere e così via.

E risparmiatemi i tormentoni del tipo #amala e #senonlaamiquandoperdi ... nemmeno fossimo degli adepti a una setta religiosa, degli integralisti islamici e realtà similari.. ci sono stati tempi in cui non serviva essere omologati.

Si andava allo stadio spontanei e compatti.  Si andava bene o si andava male tutti insieme al fischio finale, noi sugli spalti e loro in campo. Non si avvertiva la necessità degli slogan da baci Perugina e cazzate simili. Semplicemente a ognuno il suo.

Mentre domani, noi andremo in giro al solito con il fegato al guinzaglio, avvitati sui noi stessi, chi più chi meno, giusto per sbarcare il lunario. A differenza loro (squadra e società) che al massimo sussulteranno per un paio di giorni di ritardo per incassare del bonifico.

E' la raffigurazione della vita al contrario: chi ha troppo chiede di essere supportato da chi ha troppo poco e addirittura niente. Non mi piace, non mi va...

domenica 27 dicembre 2015

La storia siamo noi...

che danziamo sulle note di un coro in onore di due colori lugubri apparentemente... ma visto che niente è come sembra... noi lo sappiamo che miscelati il nero e l'azzurro alla fin fine sono le tinte più belle di tutte ...  la storia siamo noi ... che oscilliamo tra un Triplete e un nono posto ..

tra una presidenza e l'altra.. senza fare un plissé come diceva mia nonna.. mia nonna che era interista marcia e le madonne che tirava giù quando il risultato non assecondava le sue aspettative... mia nonna che tirava le ciabatte in testa al postino dell'altra parte della città che gli faceva schifo...  

La storia siamo noi e anche nel mio piccolo che mi vedo rinfacciare il tipico e laconico .. scrivi poco mi dicono.. oh yes .. io scrivo zero ti rispondo .. sono bauscia .. la scrittura mi viene alimentata dal disagio e se sto bene io mi godo la partita i risultati e tutto quanto... senza se e senza ma... la felicità la vivi.. mica la racconti al primo scemo che passa per strada...

La storia siamo noi che adesso siamo senza calcio, senza baretto, senza birretta e senza piazzale Axum.. e che non vediamo l'ora che tutto riprenda come i cicli della natura dettano...

La storia siamo noi che siamo siamo belli o brutti a seconda del risultato... che quello è vero tifoso e quell'altro no.. ma poi vai a capire il perché... 

La storia siamo noi che stiamo così naturali in bilico sul filo del rasoio, che ci stiamo dentro come le scarpe più comode che abbiamo... perché si può sfuggire a tutto ma non al nostro destino...

La storia siamo noi avvolti in due a sperare in bene da un vetro di plexiliglass perché alla fine l'amore è l'unica cosa che conta.. è l'idea di quello che più ci più piace.. e se per arrivare lì.. devi frantumare tutto va benissimo... superare quello che non è mai stato contraddetto... l'idea del limite diverso da sé... utopico ma indiscutibilmente suggestivo...



Perché la storia siamo noi e a noi piace quello che più ci può fare stare bene... il prezzo non ci importa... visto che l'estetica in senso pieno, per noi non è un solo un gusto, ma un'esigenza di vita.

La storia siamo noi.. che alla fine ci alimenta e ci fa andare avanti e allora buon anno a tutti i quelli in nero blu, a quelli simili a me.. che pensano alla loro gente e agli sbattimenti assurdi che si fanno per andare di qui e di là per la maglia .. allora passatela bene questa fine dell'anno perché poi dal 2016 si va avanti.. e forza Inter .. non mollare.. vincerai....

giovedì 5 novembre 2015

OldStyle88

Domenica sarà il tempo del derby di Roma. Sembra essere il più atteso di sempre, anche più della famigerata stracittadina di Coppa Italia di qualche anno fa. La motivazione? Le curve di Roma e Lazio non presenzieranno, protestando così contro le misure ignobili e insensate partorite dalla mente del prefetto Gabrielli, il quale ultimamente si unisce al coro del “che brutto un derby senza tifo e calore!!!”.

Le riflessioni sono due. La prima è evidentemente riferita al fatto che determinate azioni provocano determinate reazioni. Dopo aver diviso curve in due (non si sa per quale necessità impellente). Dopo aver multato persone che sedevano sul seggiolino a fianco piuttosto che sul loro magari distante di tre posti. Dopo aver messo a dura prova la pazienza e il fisico delle persone con controlli e code esasperanti. Dopo aver venduto abbonamenti in posti che poi sono stati eliminati. Dopo aver fatto tutto ciò che serve per far stare a casa le persone e invogliarle a seguire le corse dei criceti piuttosto che una partita allo stadio. Insomma cosa si aspettavano?

Sono tutti amareggiati per un derby scialbo a livello di tifo. Si pretende al solito, che come nella storia della botte piena e la moglie ubriaca, ogni singolo frequentatore delle curve capitoline faccia voto di sopportazione solo perché “c’è la partita,  anzi la partita. Allora devo abbassarmi a qualunque tipo di compromesso”.

Si stupiscono, e reclamano un ambiente più caldo, come quello che nei numerosi derby romani visti da me in tv, era il motivo principe per il quale alla domenica sera mi scomodavo per andare al bar soprattutto per il pre partita e poi solo dopo per la partita in se.

Eppure le grandi statistiche riempiono di numeri: la Germania, la Svezia etc..  guardate che bello altrove con gli stadi pieni… Certo, molto bello, peccato che da noi valga come sempre il sogno principe del voler assecondare tutto e tutti, finendo poi per scontentare tutto e tutti.



Nulla da stupirsi. E' la stessa logica con la quale ti propongono macchine 3.000 tdi che appena schiacci vai a 80 km/h e ti mettono il limite dei 70 km/h… così come in uno stadio, in una curva, non vedo la difficoltà nell’assecondare le esigenze dei tifosi che frequentano quello specifico settore. Esistono seggiolini con schienali alti che nessuno userà mai, e soprattutto non userà mai il suo.

La campagna abbonamenti dell’Inter del presidente Pellegrini specificava che essendo il secondo anello verde la zona più calda del tifo, il posto assegnato dal biglietto o dalla tessera non è vincolante. Che difficoltà ci sarebbe nel creare un settore sul modello di quello tedesco in cui la sua funzione di tifo viene assecondata da una struttura più essenziale? Anche perché nessuno si è mai sognato di chiedere poltroncine extra lusso in una curva.

La seconda riguarda l’incoerenza con la quale si valutano certe tematiche nel nostrano mondo pallonaro. Si è sempre detto che gli ultras sono il male del calcio e in quanto tali devono stare fuori. Lo stadio è per le famiglie, mica possono rischiare di prendersi una bastonata in testa (è noto: gli ultras hanno i bambini come vittime principali) da un pazzo che non sa nemmeno che forma ha un pallone! Domenica tutto questo avverrà. Le famiglie potranno andare allo stadio, l’atmosfera sarà da derby del cuore, o forse nemmeno. Tutto quello che accadrà sarà a totale responsabilità di chiunque, ma non degli ultras. E’ un modello da seguire per i fautori di questa corrente di pensiero, perciò nessun pentimento e nessun rimorso.

Purtroppo l’Italia è un paese che fa scuola, spesso e volentieri sempre in negativo.

domenica 20 settembre 2015

La vita è fatta a scale...

.. c'è chi scende.. così tutto d'un fiato, in modo vertiginoso e imprevisto. Mi riferisco a Fassone-Gobbone. Allontanato fuori tempo, dal mio punto di vista, comunque meglio tardi che mai. Analizzo i motivi per i quali a mio parere è stato a ragione cacciato:
1) Come dimenticare l'ostentazione della t-shirt ridiculi quando si occupava dei biglietti alla gobba? Gesto imperdonabile a mio parere. Se sei un professionista non ti comporti da tifoso. Perché se ti comporti come tale allora non sei di sicuro super-partes. Per non dire del fatto che per noi aggrappati alla maglia la mistica è importante. E' uno dei pochi elementi che ci spinge a frequentare ancora i gradoni nonostante tutto e tutti.
2) Si era fatto garante dell'acquisizione del 15% del pacchetto azionario nerazzurro da parte del colosso cinese della CRC e del loro contributo riguardo il nuovo stadio. Alla fine nonostante le minacce ventilate riguardo un ricorso in tribunale per richiedere il pagamento di penali varie, in realtà non è successo niente. E del gruppo cinese si sono perse le tracce.
3) La brutta storia dello scambio Guarin-Vucinic. Cioè la celebre trattativa tentata ma mai per fortuna realizzata. Affare che ricordo, se si fosse concretizzato, avrebbe potuto portare una serie di argomentazioni nuove di zecca,  per quanto riguarda il concetto di circonvenzione di incapace. A suo tempo aveva pagato subito Branca per tutti, ma non è che Pierino e Gobbone fossero estranei alla cosa, anzi.
4) Il rinnovo del contratto Nike. Da lui voluto e da lui gestito in prima persona. Parlo di un'autentica sòla per dirla alla romana. Visto che la spiegazione terra a terra sarebbe questa: che si venda 100 o che si venda 50 non importa. Quelli del baffo in ogni caso ci corrisponderanno sempre 10 fino alla scadenza del contratto. Mi sembra palese che per una società come la nostra che ha innegabilmente bisogno di denari, questo elemento della sponsorizzazione fissa a prescindere dal fatturato, sia di fatto un'autentica fregatura.
5) Il rinnovo scellerato a Mazzarri. Avevamo chiuso la stagione tra gli sbadigli dei tifosi e le espressioni sconcertate di Thohir che tutti avevamo potuto ammirare sul maxi-schermo. Ora convincere un presidente a investire su un tecnico che non convinceva molti in società e gran parte dei tifosi si è rivelata una scelta scellerata. Ha provocato un bagno di sangue in bilancio. E non bastasse questo, per via della concezione sparagnina del mister di allora, si sono comprati una serie di giocatori per esempio Dodò pagati moltissimo e che tolto Medel, sono risultati in pratica una nuova zavorra ai nostri conti. Ora mi si potrà obiettare che anche Mancini ha sbagliato il mercato di riparazione. Certo però Podolski e Shaqiri hanno pesato negativamente in campo, però a livello di portafoglio l'impatto è stato zero. Inoltre anche Santon e Brozovic un domani potrebbero essere comunque ceduti decentemente.
6) Essersi addormentato rispetto al discorso stadio di proprietà. Dal momento in cui i biretrocessi rivolgono le loro attenzioni all'area del Portello, a quel punto un gruppo di dirigenti svegli avrebbe dovuto tribolare per undici, pur di ottenere in concessione lo stadio San Siro dal Comune di Milano con la stessa tempistica dei cuginastri. Insomma grosso modo la stessa operazione della famiglia Pozzo a Udine. Se si fosse verificata questa condizione, il dietrofront di Galliani e compagnia bella ci avrebbe fatto spaccare dal ridere. Perché sarebbero stati loro a ritrovarsi con un cerino in mano in mezzo a una strada. Invece si è fidato di quelli là che con un ribaltamento copernicano hanno deciso di restare a San Siro anche loro. Sinceramente io l'ho trovato un atteggiamento da sprovveduto. Non fosse bastato questo... si presenta con lo Zio Fester in conferenza stampa, dove francamente fa la figura del suo lacchè e gli dà anche ragione, nonostante sia stato lui e la sua banda a sconvolgere le nostre strategie.
Quindi dovendo tirare le fila del discorso, ancora adesso non riesco a risolvere il mio dubbio amletico. Non capisco se è stata peggiore l'idea di assumerlo da parte di Moratti o quella di di tenerlo da parte di Thohir. Fatto sta che si tratta dell'ennesima storia opaca e stralunata, una delle tante di cui siamo stati testimoni. Una vicenda che in fondo non ha mai convinto nessuno, perché più di qualcosa è andato storto, quindi sono felice che si sia conclusa.



e grazie al cielo c'è chi sale...  forte finalmente.
1) Sono i tifosi che si muovono con entusiasmo su per le scale che portano ai gradoni. Felice di ostentare la sintesi del nero e dell'azzurro. Allo stadio come nella vita. Colori strusciati sulla pelle, cori urlati fino a raschiare la gola. Rispetto alle recenti stagioni, mi è sembrato che l'atmosfera sia cambiata prima e durante le partite. La partecipazione è più allegra e spensierata come negli anni belli. Inoltre il momentaneo primato in classifica viene vissuto con sano pragmatismo. Complici le delusioni vissute fino allo scorso giugno, nel complesso si vive il momento senza illudersi troppo. In questo senso l'ambiente è più maturo e più equilibrato. E' presto per fare previsioni, ma questo è buono.
2) La squadra. Anche qui dopo tempo per la prima volta ha una fisionomia precisa. In estate sono stati acquisiti chili e centimetri. L'idea di fondo era quella di creare un gruppo muscolarmente forte. Certo il canovaccio tattico prevede l'applicazione dello schema fisso a sportellate. Di sicuro i palati fini storceranno il naso, ma è altrettanto certo che la fisicità in serie A in genere paga sempre. Sussistono ancora alcune incognite, ma se non altro il progetto è ben delineato. Dopo anni in cui prendevi posto e non sapevi mai cosa aspettarti non è tutto però è già qualcosa. Poi certo sarà compito del mister trovare la quadra e spetta a chi scende in campo non risparmiare le energie per conseguire un buon risultato a fine stagione.
3) Si soffre, ma si vince. Che poi non sarebbe altro che la sintesi dei due concetti precedenti. Per dire oggi a mezzogiorno con il Chievo si sono sudate le classiche sette camice se non di più per portare a casa i tre punti, però sono arrivati. Certo non siamo belli ma in compenso sembra che si sia alzata la soglia della sofferenza. Arruffati a tratti con la gamba che comunque finora si mette sempre. Vedere qualche rinvio a palla lunga è di certo antiestetico, tuttavia i nostri dimostrano la ritrovata voglia di mettere il gatto nel sacco. 
Va bene sono solo quattro partite. E ci ricordiamo bene quando con Strama ci siamo ritrovati a un solo punto di distacco dai gobbi e purtroppo ci ricordiamo meglio il nono posto con cui si era chiuso quel campionato.  La differenza è che questa volta, quando si guardi la partita, noi tifosi capiamo cosa siamo e quando la situazione è chiara in genere si finisce per avere ragione. Allora direi che è proprio il caso di andare avanti così e Forza Inter!!!











martedì 18 agosto 2015

OldStyle88

Da tempo sto osservando le varie vicende che coinvolgono il nostro calcio e l’Inter. L’assoluta mancanza di novità mi ha impedito di scrivere, evitando di ripetermi circa tematiche già abbondantemente affrontatate. 


In attesa di esprimere un giudizio riguardo l'Inter, Mancini e dirigenti tutti (valutazione che al momento mi vedrebbe abbastanza impietoso nei confronti del mister per scelte che semmai affronteremo in tempi futuri) c'è Kovacic a tenere banco.

Ho letto di raccolte firme, mobilitazioni, addirittura qualcuno che chiede alla Curva Nord di scendere in piazza per impedirne la cessione come si fece a suo tempo con Guarin.


Oltre all’evidente differenza di significato tra le due vicende, noto che tra gli interisti c’è ancora un partito bello numeroso di Morattiani e adulatori del “Chino” Recoba. Cioè un giocatore strapagato che nella sua lunga militanza nerazzurra ha inciso poco o nulla, venendo considerato sempre “un punto fermo in prospettiva” a parte quando a 35 anni, di prospettive ne hai solo per il dopo carriera.

Siamo andati avanti per anni con questa lagna del suo sinistro, della sua tecnica, e delle sue qualità, in due lustri solo intraviste e mai con continuità.



Evidentemente molti interisti orfani di un simile personaggio avevano bisogno di un alter ego. Ed ecco quindi Kovacic, giocatore dalle immense qualità tecniche e stilistiche e per il quale ora si vorrebbe fare la guerra a una società che ricordo, sta accontentando in tutto e per tutto un allenatore (scelto grazie a chi teneva il muso a Mazzarri e il quale due risate se le starà facendo di certo) con il quale si sta lavorando egregiamente portando avanti una linea coerente e chiara.

Sostegno dicevo, carta bianca, nulle opposizioni alle sue richieste, anche se personalmente un paio (su Shaqiri e Kongdonbia) le avrei almeno valutate con più calma (ma di questo si discuterà semmai più in là).



Kovacic ha sempre peccato di personalità, dall’iniziativa nel concludere, al prendere per mano un centrocampo in cui faceva ampiamente la differenza per qualità tecniche.

È stato provato da tre allenatori diversi, tutti e tre di diverso livello, senza capirci assolutamente nulla su dove utilizzarlo. Le sue caratteristiche l’avrebbero, a prescindere dal ruolo, eletto a faro della squadra, l’uomo dell’ultimo passaggio, ma anche di quelli non è che si sia abbondato chissà quanto.

Arriva quindi un’offerta decisamente buona del Real e la società fa quello che non ha fatto la precedente. Dopo due anni e mezzo di tempo per ambientarsi e capire le proprie potenzialità Kovacic ci lascia.

A Madrid, per il gioco che esprime una squadra come il Real, Kovacic potrà trovare successo e tutti noi mangiarci le mani allungando la lista in cui figura anche Andrea Pirlo, una lista piena di rimpianti a caldo senza però valutare il contesto in cui il giocatore si trovava, l’età, e soprattutto il fatto che voi che contestate la cessione siete i primi a fischiare quando si sbaglia un passaggio.

Voi che parlate di giovani già vi agitate sul seggiolino invocando uomini più esperti per vincere subito, ma quando ci sono e non si vince allora si invoca la linea verde.

Allo stato attuale delle cose, nella realtà in cui siamo, con tutte le esigenze economiche e gli sforzi che la società sta facendo per accontentare Mancini nella sua folle necessità di nove giocatori nuovi (li avesse chiesti Mazzarri si sarebbero fatti tutti una grassa risata) è stato ceduto un punto di domanda che nel tempo avrebbe potuto veder diminuire le offerte e la loro consistenza.

E’ stato mandato (e questo fa tanta differenza) non a una concorrente diretta, odiata, rivale, ma a una squadra che fa non campionato estero e una competizione internazionale che credo non vedremo ancora per un paio di anni.

Qualcuno per caso avrebbe ceduto Icardi? Complimenti per la valutazione, un giocatore che ha già fatto vedere in una squadra mediocre ciò di cosa è capace non è come privarsi di un dubbio.

Che poi anche io avrei privilegiato le cessioni di Guarin e Hernanes a quella del Mateo croato è certo. Sono inoltre nd’accordo con chi sostiene che sarebbero stato preferibile cedere loro in prima battuta. Ma questa è un’altra storia che affronteremo più avanti…

lunedì 18 maggio 2015

OldStyle88

Il Dnipro è in finale di Europa league e chi lo avrebbe mai detto? Eppure, alla faccia di chi vorrebbe che i meriti sportivi dipendessero solo dal fatturato, è successo. Sinceramente spero vincano la coppa e si prendano questa bella soddisfazione che probabilmente travalica il significato sportivo in senso stretto.

Altra squadra che ha lasciato tutti a bocca aperta è stata la Lazio, autrice di una stagione fantastica. Questi due esempi hanno in comune l’assenza di stipendi alla Messi, e che hanno basato buona parte delle loro fortune sul carattere e sulla compattezza del gruppo. Certamente i rispettivi tifosi si saranno rispecchiati nelle gesta legate più al temperamento piuttosto che alla tecnica dei loro giocatori, e quindi sicuramente ancora più orgogliosi dei risultati ottenuti.

Sabato in occasione di Inter-Juve c'è stata per noi una sconfitta immeritata penso di poter dire, da un punto di vista delle occasioni e del prodotto. Ma d'altra parte ce la siamo cercata perché i nostri dovevano dare di più. Contro i gobbi e la partita non è mai come le altre e da quando sono tornati in SerieA non c’è mai stato un match normale legato alla determinazione da mettere in campo. Visto che con loro di sportivo c’è molto poco e si va ben oltre alla semplice rivalità sportiva.

Inoltre a prescindere dall’esito della partita, o della stagione, mai si è vista una squadra che buttasse in campo quelle qualità morali che noi chiediamo e che dopo il ko casalingo sento invocare da più parti da molti tifosi? Di cosa ci stupiamo? 

Che una squadra di stranieri vedendo come per esempio Moratti abbraccia Agnelli possa sputare sangue in campo? Che in quanto stranieri (e non per colpa loro) capiscano alla perfezione cosa significano questi 90 minuti? Che una categoria coccolata dai media, ai quali è concesso tutto, anche l’ingiustificabile, si sbatta oltremodo? Che addirittura si lamenta per i processi fatti dai tifosi quasi che occorra il benestare di Dio per riprenderli?

Io non sono stupito, ma guardo con invidia quelle squadre che invece questo qualcosa ce lo mettono, che interpretano bene ciò che la gente vuole, e questo a prescindere poi dagli obbiettivi stagionali che ci possono essere e si possono eventualmente raggiungere.

Guardate il Sassuolo. Si pensava alla vittima sacrificale eppure questo club prevalentemente o totalmente affidato a giocatori italiani interpreta perfettamente ciò che vado dicendo da tempo e cioè che siamo convinti che occorrono stranieri in campo e fuori perché non siamo più capaci a produrre, anche calcio, ma senza spendere una fortuna sia in campo che in panchina questa squadra è uno stupendo esempio da seguire.



Sicuramente qualcuno vorrà conoscere la mia opinioni rispetto alle parole di Arrigo Sacchi ultimamente pronunciate che in qualche modo si collegano a tutto ciò. Ebbene, la simpatia o antipatia verso qualcuno deve comunque essere secondaria all’obbiettività e alla capacità di valutazione. Sacchi dice il vero. Magari l’inter della tripletta non era vergognosa in quanto formata da campioni che hanno prodotto risultati strabilianti, ma che di italiano non ci fosse nemmeno l’allenatore è un dato di fatto. La giustificazione che in quella rosa ci fosse Materazzi mi pare sterile.

Sacchi ha vinto con tre campioni olandesi, è vero, ma erano tre, come tre erano i tedeschi dell’inter trapattoniana, e tre era comunque il massimo di stranieri da tesserare per ciascun club. Ricordare solo tre giocatori, per quanto di valore indiscutibile, è ingiusto nei confronti di altri campioni che nelle rispettive squadre hanno dato moltissimo e gli esempi sono nella memoria di tutti.

Si vuole che in campo il giocatore ci metta quel qualcosa in più? Se fosse italiano magari capirebbe cosa significa giocare un Inter-Juve. Ricordate il tanto bistrattato Mazzarri?? Antipatico e piangina certo, ma come vedete i risultati non mi sembrano migliorati più di tanto. Eppure la sua prima Inter che non era stata costruita con un mercato faraonico era piena di giocatori ai quali nessuno avrebbe dato una lira (e sicuramente non la valgono) ma che con impegno e buona volontà, avevano espresso qualcosa di buono.

L’imbarazzante Jonathan della stagione precedente era quantomeno diventato guardabile e il gol di Icardi a inizio stagione contro la Juve a Milano fu propiziato da un indomito Alvarez che rubò palla in un contesto che si definisce solo con le parole voglia, determinazione, carettere. Due stranieri va bene, era stato bravo l’allenatore a mettere in testa certe motivazioni che si sono poi trasferite in campo.

Come avevo già avuto modo di dire, l’italianità di una squadra è un valore che possiede un senso funzionale e non solo morale che condivido in pieno. Troppo comodo e soprattutto troppo incoerente negare o peggio ancora farsi andare bene situazioni per proprio comodo salvo poi disconocerle quando questo comodo si esaurisce.

sabato 16 maggio 2015

Tradimento

Io lo dico e lo ammettto. Una settima fà ero al mare dove i bambini giocavano a pallone nella spiaggia senza ombrelloni, lettini etc. Privi di limiti come l'orizzonte che gli si parava di fronte. Liberi loro e libera io perché vivere senza il senso del definito, ammettiamolo è bellissimo. 

Del resto il bello del mare è che è sconfinato e a livello fisico e mentale sai sempre dove inizia, però non sai mai dove finisce. 

In tutta sincerità avevo trovato strano pensare all'Inter a Milano. Prima volta in vita mia. Ora invece attraversando la sintesi tra passione e dolore in tutta franchezza non posso fare a meno di chiedermi .. ma chi cazzo me lo ha fatto fare di tornare a casa per affrontare tutto questo???? 

Perché basta con le dichiarazioni di Thohir, Moratti, Mancini, giocatori sparsi.. dirigenti dispersi e via dicendo.. sono come le chiacchiere della gente al mercato, cioè opinioni che dal mio punto di vista oramai hanno uno spessore ininfluente .. Vale a dire parole tante .. fatti meno di zero.

A proposito di minimi termini, ci fracassano gli zebedei da tempo con la fregnaccia che siamo all'anno zero.. è dal 2011 che leggo e ascolto una serie di enunciazioni sull'anno zero. Allora mi domando, ma quanti migliaia di giorni deve durare per noi interisti l'anno zero???? Non è che nel frattempo potremmo essere tutti inumati? In Blade Runner si definiva tempo bastante questo concetto qui. In Blade Runner i replicanti sono morti tutti. Allora mi domando, ma di cosa vogliamo parlare?

Stasera era un'occasione al di là della classifica, dei punti di distacco e dei torfei in palio per poter rivendicare che alla fine stagione bella o stagione brutta di base eravamo l'Inter. E che di base la nostra integrità bauscia non sarebbe rimasta violata. 

Torino, Cesena, Parma, Fiorentina, Milan, Chievo, Wolfsburg e JuveB, cioè tutte tappe fallite puntualmente per dare un senso alla nostra stagione.

Così, maledetti voi che fate finta di rappresentarci. Abbiamo perso contro le riserve delle riserve della gobba e io lo so .. io stanotte non dormo. Quando perde la mia squadra.. per me è  male e io rimango di merda sul serio e alla resa dei conti a me resta solo il turpiloquio come sfogo del mio disagio.

Perchè non prendo sonno quando si perde contro i nemici storici, infarciti di seconde linee. Mentre magari i giocatori avversari tra loro si danno pacche sulle spalle nei privè. Io comunque, io non dormo. 

La roba più bizzarra di tutto questo è che se avessi chiesto risultati, classifica, rancing Uefa .. etc .. invece no .. ho desiderato solo cattiveria agonistica, invece no porca pupazza nemmeno quella.

Dato che al momento, mi sento così con il freddo da battere i denti come quando ti hanno sbalzato dalla macchina in pieno agosto ma ci si sente nemmeno si fosse a dicembre, in mezzo a una strada dove nessuno ti aiuta.  

E dopo tanta passione francamente non capisco per quale razza di motivo io mi devo sentire in qualche modo prigioniera dell'incosistenza nonostante me, nonostante i miei amici che fanno sacrifici e tutto quanto. Fatevi una domanda e datevi una risposta perchè ci avete definitivemente rotto i coglioni. 

A mio parere, la cosa più schifosa che si può fare nella vita è far sentire inadeguato chi ti vuole bene, e più tradimento di così uno può giusto morire.. regolatevi voi io ne ho pieni i maroni.. non so più cosa fare e non so più cosa scrivere.

Nonostante tutto temo più il disamore che la sofferenza, ma trascinare le persone verso il senso dell'anaffettivo è spingerle verso il baratro. Voi bevete champagne, mentre a noi salgono i triglicereridi e i livelli del fegato tutti. Va tutto bene a voi, mentre a noi, sportivamente parlando, non va bene una minkia.




Vi trovo più freddi e inanimati dell'acciaio e dell'asfalto messi insieme, e questa cosa per un giro di termini distorto ma d'altra parte esaustiva è francamente raggelante. 

Si arriva a un punto che il troppo è eccessivo comunque la si pensi. Anche il gelo che mi  è arrivato alla fine del match contro i gobbi.  per voi non c'è problema tanto il bonifico a fine mese arriva puntuale, invece io sono esaperata e dire questo è dire niente. 

Poi come al solito più avanti si vedrà. Ma è il trend delle aspettative deluse ogni vota che può essere quella buona, a devastare il cuore. Abbiamo esistenze costellate di amori difficili, di quotidianità complicate.. ma non possiamo continuare a alimentare situazioni piene di vuoto, perchè questo è.