martedì 26 febbraio 2013
sabato 23 febbraio 2013
Clima Derby
Il titolo di questo post si riferisce a un avatar che in
questi giorni va per la maggiore sui profili di Facebook. E’ un modo come un
altro per manifestare l’attesa della partita che stabilirà la supremazia cittadina
almeno per una notte. Ognuno di noi vive la vigilia di questa partita a modo suo.
In questo senso ho amici ottimisti, amici pessimisti, quelli che ci perdono il
sonno e quelli che invece sono tranquilli.
Personalmente in questi giorni alterno uno stato di grande
tensione a momenti di disagio, un po’ come recitava lo striscione esposto a
Cluj dai ragazzi della Nord durante l’ultima trasferta in Romania. Del resto la
scoppola rimediata a Firenze ha lasciato più di uno strascico e non poteva
essere altrimenti.
L’aspettativa è forte a prescindere, nonostante una stagione non
propriamente esaltante, nonostante alcuni sintomi preoccupanti. Come per esempio
quello che in effetti per la prima volta i piccoli della mia famiglia e dei
miei amici non strepitano, non fanno il minimo capriccio per essere presenti
allo stadio.
Per la prima volta non mi sono sentita dire “zia convinci la mamma, per piacere, voglio
venire al derby..”. E confesso che un po’ ci sono rimasta male. Inoltre
francamente non lo ritengo un bel segnale. Anzi mi sembra proprio la spia di
una situazione preoccupante.
Perché i bambini giudicano in maniera semplice, istintiva,
limpida, senza filtri. Nei loro
atteggiamenti c’è naturalezza e verità. Quindi se hai perso appeal nei
confronti di chi rappresenta il domani di tutti noi, mi sa tanto che il momento
è complicato.
Nemmeno le previsioni meteo sono molto incoraggianti. Per
stanotte si prevede l’arrivo di una perturbazione che porterà neve abbondante a
Milano. Si vocifera di partita a rischio, però io credo che a causa del calendario
intasato si giocherà. Per cui a costo di
arrivare lì con il gatto delle nevi, noi ci saremo.
Inoltre non può mancare (mi tocca per forza) un piccolo
inciso alla stucchevole questione legata a Mario Balotelli. Riguardo alla situazione si è creato un cinema che non si è verificato neanche in occasione delle
dimissioni della massima autorità religiosa del mondo occidentale, vale a dire
il Papa.
A livello di parere personale continuo a non comprendere come
mai le rose vendute nel metrò da Eto’o non scandalizzassero nessuno. Ora
pazienza quelli là, ma che nemmeno chi
all’epoca pagava più che lautamente il bomber del Camerun si sia indignato
minimamente, mi risulta come minimo atteggiamento incoerente.
Tuttavia al netto delle considerazioni precedenti domani sera
sarà comunque derby. Una partita che non è mai stata e non sarà mai come le
altre. Vale sempre la pena di arrivare al baretto ore prima, bere qualche birretta,
mangiare qualcosa in compagnia degli amici di sempre con cui ne hai viste e ne
hai fatte di cotte e di crude.
Rievocare i precedenti, parlare della coreo, della probabile
formazione è un rituale che tutti dovrebbero vivere almeno una volta nella
vita. E una volta dentro San Siro: si sventolano le bandierre, si srotolano gli
striscioni, si allestisce la coreo.
Poi sarà la volta delle formazioni e del
fischio di inizio. Infine toccherà a noi incitare, soffrire e imprecare per
sospingere la squadra. Del resto siamo così e non possiamo fate altro che assecondare il nostro destino: Forza Inter e Avanti Curva Nord!
giovedì 14 febbraio 2013
Cartolina da Odessa
Ieri era una serata in cui negli ottavi di Champions League si
scontravano per l’ennesima volta Ferguson e Mourinho. Tuttavia c’era anche
molta curiosità per un incrocio inedito. Rappresentava il simbolo del nuovo che avanza: vedeva i tremendi giovanotti del Bvb di Klopp attesi
Donetsk contrapporsi ai frombolieri di casa del volpone Lucescu.
Però mentre il buio si fa largo, accade qualcosa di terribile, almeno a mio parere. Un evento che
svuota completamente di significato quella partita. Le agenzie diffondono la
notizia di un disastro aereo avvenuto dalle parti del Mar Nero. Con i dispacci iniziali non
si intuisce bene cosa sia successo di preciso. Le prime voci parlano di tifosi
tedeschi deceduti. Poi si chiarirà la situazione in modo definitivo e infatti si capirà che
i supporter morti erano invece quelli locali: Ucraina, aereo atterra e va a fuoco: 5 morti. Erano tutti tifosi dello
Shakthar.
Da ingenua e romantica quale sono, mi aspettavo che la
partita venisse sospesa. Macché … nel nome dell’odiosissimo e spregevole concetto “the show must go on” si è giocato. Visto
che in questo calcio disumano contano le televisioni, gli sponsor, l’enorme
massa di denaro che gira attorno al giocattolo. Per cui anche se in ragione di
questa passione perdono la vita delle persone a causa dello sconfinato
amore per i loro colori chissenefrega.
Allora penso che è uno schifo, e il disgusto aumenta quando
mi accorgo che stamattina nessuno approfondisce questa vicenda. Ci sono solo cenni di cronaca spiccia. Nessuno li
ricorda, sono derubricati alla stregua di un numero. Non si cita un nome e nemmeno l'età di questi sventurati. Quasi non fossero esistiti. Quasi che una vita densa di slancio per il calcio
contasse meno del due di picche. Eppure le foto del velivolo in fiamme sono
agghiaccianti, eppure erano persone appartenenti alla tribù che mantiene vivo e ingrassa a dismisura questo carrozzone.
In compenso anche oggi, c’è ancora qualcuno che ha la voglia e il tempo di pontificare intorno alla storia dei cori razzisti contro Balotelli. Sarà che sono sempre
stata a disagio a stare nel gregge, sarà che sono un gran rompicoglioni per indole e per destino. Ma non ci sto dentro per niente nel ruolo di conformista.
Per cui dico che a scegliersi come novello MalcomX un idiota che
ha fatto anni a passare per vittima per essere stato abbandonato dalla sua
famiglia d’origine, salvo poi trascorrere la notte tra coca e mignotte proprio
mentre gli nasceva la figlia, ci vuole più fantasia che coraggio. Uno che non
appena mette piede da Giannino, non si sottrae di certo dal cantare insieme ai suoi nuovi tifosi “la maglia delle merde hai buttato.. “.
Ne ricavo quindi che in ogni epoca ognuno di
noi si sceglie i martiri che pensa di meritarsi. Evidentemente a parecchi dei nostri va
benissimo elevare a icona un imbecille fatto e finito, che a scanso di equivoci rimarrebbe
tale anche se il colore della sua pelle fosse più bianco del lenzuolo pulito con Ava come lava. Contenti loro di fare la messa cantata,
contenti tutti e con questo termino il mio inciso. Tanto è inutile dare ulteriore spazio a una
vicenda dai contorni oltremodo grotteschi.
Tanto io con testa sono lì a Odessa. Il luogo da dove quelle
sfortunate persone sono partite per il loro ultimo fatale viaggio. La terra
che ha dato i natali a Belanov e Voronin. Una città fascinosa e tormentata resa
celebre da film e romanzi fantastici. Un posto in cui il confine tra la
bellezza e la tragedia è sempre stato labile, un po’ come i lungometraggi in
bianco e nero di Drankov un altro dei suoi celebri figli. Sì il mio pensiero
rimane ancorato lì a quelle vittime e ai loro sogni spezzati.
Non posso fare a meno di domandarmi chissà che speranze
avevano per la loro squadra quando si sono imbarcati, chissà mentre
viaggiavano cosa cantavano per prepararsi a incoraggiare i loro ragazzi, chissà
se ridevano o discutevano animatamente sulla formazione.
Dato che ovunque si possano trovare, tutti quelli al seguito
hanno in comune una serie di rituali, che li rende fratelli anche se sono i club di appartenenza sono diversi e il più delle volte sono divisi da accesa rivalità. Accomunati dalla voglia che non
si esaurisce mai di essere presenti, nonostante ci siano sempre più problemi, e
i disagi siano molti, troppi e qualche volta finisce male per davvero come in
questo caso.
E pur non sapendo se si tratta di uomini o donne, di giovani o vecchi, il mio pensiero e il cordoglio è solo per loro. Per chi è scomparso in una tragica serata sopra il cielo che si specchiava nel Don, per inseguire un sogno fatto di amicizia, slogan scanditi, sciarpe e striscioni. Per
questo io sono ancora lì e brucio di rabbia perché lo spettacolo è andato
avanti, anche se così non doveva essere e anche se nessuno o quasi il giorno dopo se ne cura.
domenica 10 febbraio 2013
Così Parlò Fulvio Il Vikingo
Ma il bomber Rocchi, che in Europa non è in lista, se non
gioca nemmeno oggi, per quale motivo è stato comprato?!? Forse è stato preso per
fare il giardiniere alla Pinetina? Lo avevo detto che il mercato di gennaio non
avrebbe cambiato il potenziale della squadra … Però domani, nonostante la batosta di Firenze, faranno uscire la
voce che a giugno arriva Messi e tutti saranno contenti... Ah sulla difesa,
prima impostata a quattro poi a tre e di nuovo a quattro … adesso poi? Non è il
modulo a essere determinante ma la qualità, l'intensità, la determinazione e la
coesione dei giocatori. Inoltre ci vorrebbe magari un allenatore che li
appenda al muro invece di presentarsi in sala stampa col sorriso dopo ogni sconfitta.
Ma per la nostra società sono nozioni troppo complicate ...
giovedì 7 febbraio 2013
Quando la realtà diventa noiosa
Stento a spiegare concetti in cui non mi riconosco. Difficile
raccontare per l’ennesima volta, l’ennesimo salto nel vuoto. La panchina di
Stramaccioni è appesa a un filo. Non è un novità, ma è una storia vuota che
ritorna. Una cronaca che speravo fosse sepolta nei ricordi di giorni e tempi
difficili. Quelli in cui, esonerato Simoni, arrivava Lucescu. Saltava il rumeno
pochi mesi dopo, allora era la volta di Castellini per terminare infine la
stagione con Roy Hodgson.
Nel complesso è un fatto banale, Moratti sceglie sempre di
rimediare al solito male, che in genere è quello più marginale. Non la smette
mai di replicare la stessa liturgia, quella che culmina con la cacciata del
tecnico di turno. Una pratica più scontata del traffico serale in
tangenziale a Milano, in cui ogni volta si autoassolve e dispensa indulgenza nei
confronti di chi qualche responsabilità di troppo ce l’ha per davvero.
Allora quando stamattina mi collego in rete, scorro le notizie. C’è n’è una che cattura subito la mia curiosità: Luis Figo è in stato di preallarme. E’ pronto a subentrare al mister attuale. Il caffè che stavo bevendo in quel momento mi va di traverso e sia per questo che per quello che ho letto, non posso evitare di avvertire un moto notevole di stizza nei confronti del presidente, e di pensare: Ahia ci risiamo.
Sarà che nella quotidianità mi riesce agevole detestare
cordialmente le persone risolte, perché in genere le trovo terribilmente noiose. Dato che a una determinata azione corrisponde sempre la medesima reazione. E visto
che il figlio di Angelo risolto lo è sul serio, il mio fastidio si impenna di
brutto, già alle prime luci dell’alba. Tutte le volte che la squadra è in
difficoltà, immancabilmente, non è mai colpa sua. Inevitabilmente a pagare per
tutti, è il bersaglio mobile che siede in panchina.
Del resto la Pasqua si
avvicina e l’agnello sacrificale è bello che pronto. Trascurando naturalmente una serie di
eventi capitati di recente, per esempio, Rocchi, cioè lo specchio della resa
ideologica a ogni tipo di ambizione a breve termine, chi lo ha voluto, chi lo
comprato? Inoltre chi ha speso risorse notevoli per non si sa quanti terzini,
quando c’è la carestia più nera in mediana? E sarebbero molti altri gli interrogativi a cui la società non ha mai dato uno straccio di
risposta. E ne sarebbe valsa la pena ricevere una spiegazione plausibile di fronte a una domanda imbarazzante.
Poi certo al mister imputo la latitanza di ogni forma di
resistenza nei confronti dell’erosione qualitativa della rosa, processo che è
in atto dalla Final Madrid in poi. Ora va bene che tutti teniamo famiglia, ma a
me sembra incredibile che a certi livelli la logica del guadagno possa
giustificare tutto. Almeno adesso che ha un piede e passa nella fossa, faccia
qualcosa di testa sua. Tanto anche continuare a assecondare i mammasantissima
dello spogliatoio, gli servirà a poco anzi a niente, se non dovessero arrivare i risultati.
In questo senso, secondo me, la vicenda di Ranieri è sufficientemente eloquente.
Suona il telefono. E’ urgente. Devo concentrare le mie energie sul lavoro. Poi a raccontarla tutta, sono anche stufa di scrivere intorno a un argomento che di sorprendente non ha più nulla. Piuttosto è assimilabile alla versione triste di una vecchia puntata di Willy Il Coyote. Dove l’esito è così laconico, tanto che in discussione non è più cosa succederà, ma semplicemente quando succederà. Allora non appena le cose diventano noiose, è preferibile darci un taglio e dedicare la propria attenzione a altro, perlomeno fino a Inter-Chievo.
Suona il telefono. E’ urgente. Devo concentrare le mie energie sul lavoro. Poi a raccontarla tutta, sono anche stufa di scrivere intorno a un argomento che di sorprendente non ha più nulla. Piuttosto è assimilabile alla versione triste di una vecchia puntata di Willy Il Coyote. Dove l’esito è così laconico, tanto che in discussione non è più cosa succederà, ma semplicemente quando succederà. Allora non appena le cose diventano noiose, è preferibile darci un taglio e dedicare la propria attenzione a altro, perlomeno fino a Inter-Chievo.
mercoledì 6 febbraio 2013
lunedì 4 febbraio 2013
Così Parlò Fulvio Il Vikingo
Per quei rimbambiti che dopo l'ultimo giorno di mercato si
erano illusi, e in un lampo erano passati dalla depressione all'euforia .. cosa
pensavate potesse cambiare con l'acquisto di due mediocri e una
giovane promessa?
Nella speranza di non bruciare Kovacic, con questi presunti rinforzi, non si possono modificare gli equilibri di una squadra modesta, composta da qualche buon
giocatore, diverse vecchie glorie e molti calciatori scarsi ...
Un organico che presenta gravi lacune: giocatori scandalosi
pagati oltre i 10 mln e che peseranno sui prossimi bilanci come zavorre! Per esempio a
chi si potranno mai rifilare dei bidoni conclamati come Alvarez e Pereira?!?
Il dramma non è arrivare nuovamente sesti ma dove e come
mettere mano alla rosa nel prossimo campionato. Non ci sono soldi e non c’è un
reparto che attualmente offra garanzie adeguate.
A inizio stagione pensavo che difesa ed attacco
fossero meglio attrezzati rispetto al centrocampo. Poi dopo un'attenta analisi mi sono accorto che
Ranocchia fa sempre gli stessi errori, Samuel purtroppo si avvia a chiudere la
sua fantastica carriera per i suoi tormenti ai muscoli. Chivu preferisco non
commentarlo. Infine, degli 8 milioni spesi per Silvestre vogliamo parlarne?
Riguardo al reparto offensivo, Milito è nella stessa
situazione del Muro, Cassano gioca da fermo, su Rocchi silenzio stampa, si salva solo Palacio al momento. Quindi sono proprio curioso di vedere cosa si
inventerà il petroliere e la sua corte dei miracoli. Dopo aver dichiarato qualche giorno fa che con
i nuovi acquisti si puntava al primo posto! Quindi secondo me: UNA CAMICIA DI FORZA E' SEMPRE BEN ACCETTA...
Il mercato logora chi non lo fa e chi sbaglia paga.
Abbiamo trascorso l’intero gennaio in preda a uno stillicidio
di notizie giornaliere. Alla stregua dei bollettini di guerra, questo
bombardamento di notizie era relativo alle cessioni e agli acquisti in tinta
nerazzurra.
Gli effetti impietosi e deleteri della rumba del vai e vieni messa in atto dalla società poi si sono
visti ieri pomeriggio a Siena. Quindi dopo la chiusura del calciomercato e con l’esordio dei
nuovi arrivati, da parte mia credo proprio che:
- Indubbiamente abbiamo dato ampia dimostrazione di
possedere una forza d’animo non comune. Infatti ci vuole più fantasia che
coraggio a interessarsi a trattative reali tipo quella di Schelotto,
oppure virtuali tipo quelle di Paulinho
e Cassani.
- Chi più, chi meno siamo tutti usciti provatissimi da questa
sessione di riparazione. Inoltre abbiamo anche dimostrato di avere un bel pelo sullo
stomaco, riuscendo a resistere imperterriti allo schifo incommensurabile avvenuto nella terra del palio. Corrisponde a realtà
allora che è peggio subire le decisioni altrui piuttosto che determinarle. Da
qui la definizione: il mercato logora chi non lo fa e chi sbaglia paga.
- Trovo degno di un romanzo dei fratelli Grimm che il primo
rinforzo (si fa per dire eh) a presentarsi in sede sia stato nonno Rocchi e che
in una nemesi perfetta l’ultimo a arrivare sia stato l’enfant prodige croato
Kovacic. Insomma alla fine è scaturita una
curiosa rivisitazione in salsa calciofila del brano Il vecchio e il bambino di Guccini. Un mix che al momento lascia l'impressione di essere riuscito male.
- Dovendo valutare i movimenti in entrata e in uscita, avendo
già parlato delle partenze di Sneijder e Coutinho e della curiosa operazione
onlus “adotta anche tu un nonno laziale”,
inizierei con il giudicare le operazioni cosiddette accessorie. Vale a dire
Carrizo, Schelotto e Benassi. Dei primi due io non avvertivo la necessità,
oltretutto cedere in comproprietà l’unico attaccante giovane in rosa per
portare la reincarnazione fisica e tecnica di Centofanti all’Inter, nella
persona del Galgo Ezechiele, a istinto temo sia una baggianata bella e buona. I senesi
ancora ci ringraziano per il suo disastroso primo tempo.
- Passiamo all’analisi del fattore K, vale a dire Kuzmanovic
e Kovacic. Il serbo torna in Italia da riserva dello Stoccarda, e con una
cartella clinica che offre qualche ragione di inquietudine. Comunque a mio parere è stato uno
dei meno peggio, però in una mediana poco dinamica non capisco quanto possa
essere utile alla causa a lungo termine.
- Il principino croato sempre a mio giudizio è la gradita sorpresa di questo
mercato. Sostituisce idealmente Coutinho, però rispetto al
talento brasiliano è di sicuro messo meglio fisicamente e ha una maggiore
esperienza internazionale. Non credo che sia pronto per rappresentare l’uomo
della provvidenza, ma se la squadra sarà in grado di assecondarlo, un domani
sarà lui a prendere in mano le sorti del nostro centrocampo. E’ comunque
l’unica acquisizione tecnica che salva almeno in parte il nostro mercato
altrimenti disastroso. Volendo attribuirgli un voto secco come a scuola: dal due
pieno siamo passati al quattro.
- Per nostra sfortuna però siamo una squadra di vecchi in un paese per
vecchi. Allora il ragazzino parte dalla panca, viene inserito nel secondo
tempo, naturalmente fuori ruolo. Perché Iddio non voglia che il capitano venga
sostituito. Il risultato è che il giovanotto nato come mezzala e in fase di evoluzione come regista è stato schierato all'esterno. Tutto in nome dell’unto
dal Signore per eccellenza in casa Inter.
- Stramaccioni aveva l’occasione di smetterla di
rappresentare la proiezione subliminale di un allenatore. Era obbligato a offrire
ai tifosi qualcosa di meglio rispetto alla ultima performance vista a San
Siro contro il Torino. Invece mette in campo una formazione che nemmeno Nereo
Rocco: tre difensori centrali e tre terzini, con i soli Kuzamanovic e Guarin a far
salire la palla. Quest’ultimo anche lui impiegato fuori ruolo sempre per la
menata insopportabile che bisogna far posto costi quel che costi all’uomo dei
record. Ne risulta che anche il Siena al
pari dei granata si trasforma d’incanto nel Barcellona, mentre noi giochiamo
una partita ignobile. Per cui anche se in questo momento è un bersaglio mobile, nemmeno lui è esente da responsabilità. Visto che non avere il coraggio delle
proprie opinioni, a casa mia è una colpa e non di poco conto.
- Marco Branca alias il Ladro di Sogni, alias il Damerino non ha
perso l’occasione di dimostrarsi più
inutile di un ghiacciolo al limone al Polo Nord. Dal momento in cui Moratti deve
intervenire per sbloccare gli affari legati a Rocchi, Sneijder e Schelotto e
dopo la conclusione ridicola del discorso relativo a Paulinho, io dico: va bene il
nepotismo. Però quando domenica scorsa si evidenzia il disastro delle sue
deliranti soluzioni tecniche tra Pereira, Gargano e Mudingayi questo è il classico caso in cui si pensa e
si spera che nella vita ci sia un limite a tutto. E invece no, la cessione di
Livaja per portare a Appiano il compare di Zanetti è il suo ultimo scempio.
Potrei dire che ha la faccia come il culo nel rimanere aggrappato al suo posto,
ma temo non sia più un'espressione abbastanza esplicativa.
- Siamo l’Inter e non ci meritiamo le penose prestazioni a
cui stiamo assistendo. Se il presidente vuole ridurre il nostro amore
calcistico a una specie Pro Vercelli, vada in mezzo alle risaie e si compri
pure quella nobile squadra decaduta. Però al tempo stesso ceda l’Inter a
qualcuno che ha l’entusiasmo e i mezzi economici per mantenerla a livelli
competitivi. Perché se si tradisce la
propria storia, si è destinati a sprofondare nel baratro. Dato che “se riguarderai a lungo in un abisso, anche
l'abisso vorrà guardare dentro di te ...”
domenica 3 febbraio 2013
venerdì 1 febbraio 2013
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