La faccenda della foto di Fassone ha fatto alterare parecchi
tifosi. D’altronde vedere l’attuale Direttore Generale dell’Inter, mentre
mostra con un sorriso a ventiquattro carati una t-shirt bianca con impressa una
scritta a dir poco indegna nei nostri confronti, non poteva che suscitare una
reazione forte. Lo capisco e lo
condivido, trovo naturale incazzarsi per certe cose.
Più passa il tempo e più si fa una fatica boia a identificarsi con
una società che non si fa scrupolo alcuno di assumere un gobbo fatto e finito. Mentre
dei personaggi ultranerazzurri come
Zenga, Matthaus e altri sono sempre stati sistematicamente ignorati da Moratti e dal
suo ineffabile comitato strategico. Come se adesso avere un glorioso trascorso
interista alle spalle, rappresentasse un difetto piuttosto che una risorsa importante. E accidenti a me, che ho sempre pensato che il
passato spiega agli altri chi sei e da dove vieni.
Evidentemente il presidente e altri la ragionano
diversamente. Per esempio quando per sostituire Pea allenatore della nostra primavera,
si è trattato di scegliere tra Devis Mangia, tecnico emergente di provata fede
nerazzurra, che allenava con ottimi risultati i ragazzi del Varese, e Andrea
Stramaccioni allora tecnico dei giovani della Roma; sappiamo tutti come è
andata a finire. Naturalmente hanno scelto il giallorosso.
Succede poi che quando leggo lo sterminato e diversamente razionale organigramma della
nostra società, non posso esimermi dal domandarmi: ma in ruoli di una certa
importanza di interista purosangue chi sarebbe rimasto? In altre parole chi sono quelli che avrebbero raccolto l’eredità dei vari Facchetti, di Peppino e Oriali?
Sarebbe forse il padrone del vapore che ai primi di marzo
rilascia la seguente dichiarazione a Tuttosport: Ho definito Andrea un un
giovin signore? Non voglio far polemica con lui. Gli voglio bene, è giovine, è
signore ed è bravo? Ho
capito bene? Uno che voleva farci revocare lo scudetto, che ha detto quello che
ha detto su Facchetti, sarebbe un signore e sarebbe anche bravo? Ma quando è successo che il figlio del mai troppo compianto Angelo si è portato
via da solo?
Oppure sarebbe la moglie Milly, il
cosiddetto direttore artistico della società? Una che tutte le volte che è
inquadrata allo stadio distribuisce tanti sbadigli a destra e manca, che
nemmeno i chicchi di riso durante un matrimonio sono equiparabili a livello di quantità? Inoltre qualcuno
può spiegarmi, che cosa fa e a cosa serve un direttore artistico all’interno di
uno dei football club più blasonati e vincenti al mondo?
Del figlio Angelo Mario detto Mao
cosa dire? Che si è messo in combutta con i bianconeri per una poltrona in Lega
Calcio e che è stato sonoramente trombato? Anche qui, c’era bisogno di allearsi
con quegli ignobili? Una società come la nostra non è in grado di esprimere una
candidatura propria, perché bisogna sempre accodarsi o allo Zio Fester o a
Monociglio? Qualcuno potrebbe spiegarcelo per piacere?
Magari potrebbe essere Branca? Chi
quello che in una resa dei conti, ha chiesto e ottenuto la testa di Lele
Oriali? Mmm … credo proprio di no.
Sullo zebrato dallo sguardo da
psicopatico ci siamo dilungati abbastanza, quindi passerei oltre. E passando
oltre si scopre che sono stati assunti anche Giorgio Ricci, ex addetto
marketing e sponsorizzazione della Juventus e Edwin Leusink che
organizza viaggi e trasferte per le unità aziendali che ha ricoperto lo stesso
compito presso la Rubbe.
Insomma attualmente nessun
interista riveste un ruolo strategico in società, in grado di influire sulle
scelte che si dovranno fare nei prossimi anni. In pratica stentiamo nel presente e nelle prospettive a livello di squadra. Come se non bastasse questo, stanno svanendo anche le nostre radici e i valori che ci hanno sempre contraddistinto.
Ho sempre pensato che noi eravamo
diversi e proprio grazie a questo facilmente riconoscibili. Ma se si perde la
memoria di quello che siamo stati, come possiamo ricominciare a progettare il domani? Tra qualche
giorno a San Siro giusto è in calendario Inter-Juve. In tribuna autorità noi
potremmo vantarci di avere più
juventini di loro a assistere alla partita.
Ora a me fa semplicemente ribrezzo
questo stato di cose, e credo siano in molti a condividere le mie sensazioni. Invece a Moratti
e compagnia cantante sembrerebbe di no. Per cui ne deduco che se lui non vuole o
non è in grado di preservare il nostro
Dna, che ci faccia il sacrosanto piacere di farsi da parte in favore di
qualcuno che abbia a cuore l’Inter come l’abbiamo noi. Che la viva con la nostra stessa intensità e che la possa preservare da contaminazioni vergognose, come quelle attuali.
Dato che chi trascura di imparare in giovinezza perde
il passato ed è morto per il futuro. E visto e considerato che io posso anche sopportare un presidente incompetente e colpito da improvvisa indigenza, ma non uno che ci porta via l'idea della nostra essenza, allora piuttosto che proseguire con questo andazzo: vendila, per favore,
vendila.