Stavolta parto da un antefatto. Riguarda Inter-Bologna. Al solito gruppo di amici con l'occasione si uniscono a noi altre persone. Tra loro c'è anche un ragazzino di dodici anni, simpaticissimo di origine giamaicana, quindi non propriamente di razza caucasica.
Nonostante questo a dispetto delle urban legends andiamo al Baretto. Noto luogo di perdizione dove la vulgata popolare tramanda la storiella che si tratti di posto frequentato da personaggi solitamente inquietanti e di cui diffidare. Invece noi sprezzanti del pericolo (???) beviamo, mangiamo ci raccontiamo cazzate come al solito. E se devo essere sincera, mentre sostiamo lì, non ho avvertito alcuna ostilità nei confronti del giovanotto in questione.
Poi la solita trafila per accedere al primo verde, cioè si mostra tessera, si va al tornello e via dicendo. Infine si salgono le scale e siamo lì. A quel punto succede qualcosa di molto italiano secondo me, nel senso peggiore della accezione. Per farla breve mi sento gli occhi addosso della maggior parte dei presenti. Avverto quasi il calore di una certa riprovazione, alla maniera fossimo stati colpiti da tanti impercettibili puntatori laser.
Perché in teoria sono tutti santi e tutti politically correct, poi nei fatti la tolleranza e al contrario il pregiudizio più bieco e ignorante lo ritrovi dove meno te lo aspetti. L'ipocrisia della brava gente che ultras non è, ma se però incrocia uno dal colore di pelle non conforme, proprio non riesce a tenere nascosto tutto il suo squallore.
Ho sempre pensato che le parole alla fin fine se le porta il vento. Poi sono gli atteggiamenti veri e propri a determinare la realtà. Come in questo caso niente è come sembra. E a tutti i benpensanti non mi resta che rivolgere un'ultima considerazione.
Quando vi riempite la bocca con le solite scontate levate di scudi contro i cori della Curva Nord nei confronti dei napoletani, visto che ho letto stamattina amenità del tipo: Ha fatto bene Tosel, o la Nord è peggio di lui. Dunque quando esternate certe boiate, però pensate alla vostra reazione nel momento in cui vi può capitare di incrociare un altro ragazzo che conosco originario della terra di Albione, grande, grosso e nero.
Ecco io quando lo becco allo stadio, per me è un piacere si ride e si scherza e resta uno simpatissimo e basta. Mentre voi magari se vi capita di intercettarlo per strada o cambiate marciapiede o girate la vostra bella faccina dall'altra parte. Ipocrisia portami via, vi scongiuro siete pregati di fare e dire altro nella vita, ma il calcio e lo stadio non sono per voi, siete impossibilitati e inadatti.
P.S. Certo che in un paese dove ergastolani in permesso premio se la danno a gambe e dove stupratori e pedofili stanno comodamente ai domiciliari, fare dei cori di sfottò ultras un discorso di emergenza sociale mi sembra un'assurdità senza paragoni. E' la solita storia della pagliuzza e della trave. Infine la mancanza di acriticità e di accettazione di qualunque provvidemento mi fa capire ulteriormente perché ci ritroviamo i politici che ci ritroviamo e perché l'Italia sta andando sempre più in rovina.