giovedì 27 febbraio 2014

OldStyle88


A chi pensa che il calcio sia solo un business non piacerà di certo il romanticismo e le questioni di passione che muovono migliaia di persone a fare delle scelte e dei sacrifici per la squadra del cuore. Per scelte e sacrifici intendo non solo il viaggio disagiato di chi come me vuole esserci, ma anche chi per svariati motivi allo stadio non ci viene ma litiga con la famiglia e la ragazza, perché non vuole uscire preferendo la partita o salta anniversari e cerimonie di vario tipo sempre in funzione del match.

Premesso che nel mondo della rete bisogna prendere tutto con il beneficio d’inventario e sicuramente lo stesso vale per chi mi legge, mi incuriosisce leggere le prese di posizione di diverse persone che commentano articoli inerenti alla contestazione dei laziali domenica scorsa o poco più datata, la nostra contro lo scambio Guarin-Vucinic.

Oltre alle solite affermazioni di parte, mi salta all’occhio chi chiede di lasciare in pace le società di fare il loro mercato, di prendere le decisioni che ritengono più opportune, e che non bisogna interferire nei loro affari. Dobbiamo quindi tutti subire passivamente ogni scelta, e in modo molto ebete osservarla con sguardo perso applaudendo a prescindere come delle capre, mentre in mano ci hanno messo forzatamente un panino e magari abbiamo speso qualche soldino al negozio ufficiale perché quello conta.

Facendo un inciso, non posso certo trascurare i rapporti che ho per lavoro con persone di ogni età, classe sociale e provenienza. Durante queste conversazioni con rammarico prendiamo atto che tempo fa i rapporti umani e anche nel lavoro erano improntati da quella “umanità” che faceva sentire l’operaio meno “basso”, il padrone meno padrone, e si riusciva a essere più felici anche con poco.



Bastava andare allo stadio e stare in piedi, non si chiedeva come alcuni asseriscono il confort esagerato e il silenzio, ma l’aggregazione e il divertimento erano alla base di tutto e forse si era più tifosi, più partecipi. Come per esempio è accaduto a me a otto anni, consideravo i giocatori i miei migliori amici forse perché vedevi che Zenga, Bergomi, Ferri e Berti ci mettevano in campo l’anima e indipendentemente dai risultati non avresti mai potuto fare a meno di loro.

La sciarpa nerazzurra era parte integrante del mio abbigliamento a scuola sebbene mi rendo conto sia stato più facile portarla a otto anni, anche nelle stagioni tristi era assolutamente immutato il mio senso di appartenenza., rispetto a ora  che di anni ne ho trentadue.

Non che attualmente sia io mi senta meno tifoso, ma è questo concetto è mutato privilegiando sempre quei valori di un tempo e non considerando più nessun giocatore (e per nessuno intendo NESSUNO) un amico bensì un mero lavoratore.

Quindi, tornando a noi: c'è malinconia per i tempi che furono, quando questa identità era all’apice, e soprattutto nel sentirsi rappresentati dal proprio club. Il senso di sentirsi partecipi all'interno della propria azienda, e di tutte le altre situazioni che riguardano l'aggregazione, oggi ha lasciato purtroppo il posto al business e alla distruzione dei sentimenti in virtù della cinica logica del denaro.

Grazie al cielo che ci sono ancora persone che non accettano questo stato di impoverimento morale… e allora auspico che gli investitori provenienti da ogni parte del mondo capiscano che non servono poi troppi fondi per far realmente felici i tifosi... perché altrimenti vivremmo sempre di più in quel mondo virtuale, svuotato.

Ho la viva speranza che questo discorso non sia applicabile solo al calcio ma anche nella vita, magari insegnando ai propri figli che giocare con coetanei in cortile con un pallone e con porte improvvisate, è sicuramente più bello che misurarsi con i videogames della play.

lunedì 17 febbraio 2014

Fiorentina-Inter

Ci piace:

1) La Curva Nord, ha fatto un gran tifo al Franchi e il nuovo coro è molto bello: Signori siam nerazzurri e ne siamo fieri portiamo dentro le vene i nostri colori passeranno i giocatori le annate e le società ma noi siamo sempre qua siamo gli ultrà. Un applauso per loro.

2) Guarin, cioè la dimostrazione palese che spesso e volentieri i tifosi ne capiscono più di quelli che sono lautamente retribuiti per far funzionare le cose in società. Infatti il colombiano sta cominciando a riprendersi uno spazio importante da noi, mentre quello che in teoria doveva arrivare al suo posto ora è in infermeria alla gobba. 

3) Icardi, Hernanes e i normodotati in generale. Con loro in campo nelle ultime due partite in effetti qualcosa di meglio si è visto. 

4) Samuel, a mio parere il più tedesco argentini. L'ultimo dei reduci della Final Madrid a possedere ancora intatto lo spirito guerriero, avesse una maggiore tenuta fisica non ci sarebbe alcun problema. Si parla di Vidic a giugno al suo posto, tireremo le somme allora. Comunque attualmente è molto meglio lui con una gamba sola che il pupillo di Mazzarri, Campagnaro.

5) Thohir discusso e discutibile per via della presunta entità del suo portafoglio. I giornalisti e addetti ai lavori possono dire tutte le boiate che vogliono. Intanto grazie a lui ci ritroviamo il colombiano al posto dello zoppo Vucinic e inoltre ha preso Hernanes. Vale a dire un giocatore vero al posto del povero disgraziato di turno tipo Schelotto, Palombo, Gargano, Kharja che ci avrebbe propinato Branca. E a proposito del direttore con il borsalino, benissimo ha fatto l'indonesiano a cacciarlo. Come altrettanto bene ha fatto a rispondere per le rime ai gobbi.



Non ci piace:

1) Handanovic. Figlio mio ti ho sempre difeso fino alla morte, ma è anche ora che tu riprenda a darmi uno straccio di argomentazione per poter poterti tutelare un minimo.

2) Mazzarri. Ha impiegato sei mesi per capire che lì davanti devono giocare due attaccanti. Ci ha messo sessanta minuti a Firenze per togliere il ricordo sbiadito di Milito, in favore di un giovanotto abile e arruolabile. Tenuto misteriosamente in panchina per quale oscuro motivo non è chiaro, e  per il quale era stato fatto in estate un investimento importante. A volte non capisco se sia un allenatore o un geriatra. Quello che è certo, è che tutte le sue convinzioni sull'utilità dell'esperienza a Firenze sono andate a farsi benedire. Speriamo ne tragga insegnamento.

3) Fassone, Ausilio. Spariti dai radar per mesi, adesso alzano la cresta, per attribuirsi meriti che non hanno in nessun modo. Il presidente faccia fare a loro la stessa fine di Branca, grazie.

4) Moratti. Ora che sia lui a spiegare a Thohir l'importanza dell'essere presente a Milano per dirigere meglio l'Inter suscita francamente perplessità. Perché detto da uno che rilasciava millanta interviste al giorno sotto la sede della Saras, ma che ci ha lasciato con un nono posto, oltre mezzo miliardo di debiti, ottanta milioni di perdita a bilancio, una rosa di giocatori tra le peggiori di tutta l'onorata storia dell'Inter, lascia il tempo che trova.

5) Le vedove del marciapiede: mass media in generale e scrocconi vari e variegati. Vedi punto quattro.

martedì 11 febbraio 2014

OldStyle88

Sentire Moratti parlare di malmostosità e di una Curva che ragiona in modo diverso dalla logica (la sua), fa ripensare ai primi anni del terzo millennio quando lo definimmo in occasione di una amichevole in quel di Firenze permaloso e incompetente.

Leggere poi che abbiamo valutato Calciopoli in modo diverso da lui dà la certezza di cui sopra. Premesso che come sempre, io parlo esclusivamente per me stesso, ma evidentemente l’affinità di pensiero è quella di molti altri interisti nei quali mi sono ritrovato e loro hanno fatto altrettanto rispetto alle mie idee.

I suoi fallimenti dettati da un'incompetenza e da uno sperpero di denaro senza pari, non possono in alcun modo essere giustificati con il sistema-Juve, presente, innegabile, ma semmai sono dovuti a determinate logiche (????) organizzative soprattutto rispetto ai diretti concorrenti.

Forse l'ex-presidente  non ricorderà i suoi anni da padre e padrone; allora forse è meglio rinfrescare la memoria:

Stagione 94/95: Moratti diventa presidente a metà stagione, impossibile quindi giudicare.

Stagione 95/96: E’ il primo anno, non si può buttare croci addosso, ma la squadra parte male subito eliminata dal Lugano e termina la stagione con tre allenatori sostituiti (Bianchi, Suarez e Hodgson) e un settimo posto. Andiamo in Uefa perché la Fiorentina vince la Coppa Italia e ne libera uno per l’Europa.

Stagione 96/97: Arriviamo terzi. La stagione non è nemmeno malaccio a parte prestazioni incolori e punti persi in casa contro le piccole. Hodgson riesce a finire l’anno. Lo scudetto però è un testa a testa tra Juve e Parma.

Stagione 97/98: Con Simoni in panca penso di non dover commentare quella stagione effettivamente farsa ed effettivamente agli annali come un furto in piena regola.

Stagione 98/99: Dopo Simoni-Lucescu-Hodgson-Castellini finiamo l’anno a una distanza siderale, fuori da tutto. Non penso che Moggi pensasse troppo alla squadra squadra che a Genova crollava sotto i colpi di Montella e Ortega come pretendente diretta. Quella stagione vince il Milan, fortunato sicuramente, in un testa a testa con la Lazio.

Stagione 99/00: Sei punti buoni  mancano all’appello per errori arbitrali abbastanza evidenti, ma è la Lazio a vincere lo scudetto. Noi finiamo quarti o quinti rinunciando alle ambizioni di vertice almeno per tre mesi buoni. Lippi riesce a completare l’anno, qualificandoci per il preliminare di Champions solo dopo lo spareggio con il Parma a Verona grazie a Roberto Baggio, fatto fuori poi dal gobbo Marcello.

Stagione 00/01: E' la stagione del derby perso 0-6, di Parma-Inter 6-1, eliminati da Helsingborg e Alaves (e relativi seggiolini), a pochi punti dalla zona calda verso il basso. Potendo schierare FERRARI CIRILLO E MACELLARI, non credo che la cupola Juve fosse molto intimorita. Lo scudetto viene vinto dalla Roma.

Stagione 01/02: Siamo al 5 maggio…. uno stadio a favore in cui anche gli avversari tifano per te…. vai due volte in vantaggio e perdi… gli arbitri penso non abbiano colpe in questo scempio.

Stagione 02/03: Cuper viene preso ulteriormente a pesci in faccia, non andiamo malaccio, c’è anche una sfortunata semifinale di Champions, ma in Italia siamo ben lontani dal vincere.

Stagione 03/04: Zaccheroni in panca difeso a spada tratta e fino alla morte da Facchetti… salvo poi decidere in  piena autonomia di sostituirlo.

Stagione 04/05: Arriva Mancini, la prima Coppa Italia segue la Supercoppa Italiana e dopo una stagione… ecco lo scandalo Calciopoli.





Ovviamente il presidentissimo non manca occasione di proclamarsi onesto, puro di cuore, e portatore di quei sani valori del calcio che non sono stati capiti. Peccato che chi era davvero portatore di quei sani principi, cioè Giacinto Facchetti, non sia mai stato difeso da colui che a parole lo riteneva un fratello quando il numero 3 di tutti noi ancora era in vita.

Visto che tempo prima aveva provato a ingaggiare Moggi perché i suoi valori lo spingono a perseguire con integrità i risultati, avvalendosi senza troppi scrupoli e con qualsiasi mezzo, anche di un simile personaggio che peraltro conosceva benissimo. Nascondersi dietro gli arbitri mascherando le sue incompetenze gestionali, è una follia, come folli sono state la quasi totalità delle sue scelte.

L’arroganza e la presunzione di affermare: quelli lì, cioè tutti coloro che  senza tornaconto, vivono la passione per l’Inter, e che sono abituati a vedere le cose come tifosi ma anche con obbiettività, è un chiaro sintomo di quale personaggio sia stato al timone della nostra Inter per 18 anni… ma come dicevo in precedenza, per fortuna questa esperienza si sta esaurendo.

Apparenza e malevolenza

Pirandello sosteneva che alla fine dietro tutte queste maschere non si cela nessuno, che siamo quello che pensiamo di essere o quello che gli altri si aspettano da noi. Bene, dopo aver letto l'ultima sparata dell'ex-presidente Moratti e il suo quelli lì rivolto ai ragazzi della Curva Nord, io credo che in effetti è possibile che alla fin fine tutti filtriamo in qualche modo la nostra vera essenza ma che lui evidentemente è abituato a farlo un po' di più. Solo che la sua facciata ora che il potere sta venendo meno comincia a mostrare qualche crepa evidente.   

Perché quando uno a metà giugno in pratica impone la sua presenza alla tradizionale festa di fine stagione pur di salire sul palco di fronte al Baretto per promettere in modo alquanto avventato uno scudetto con la squadra mediocre che stava allestendo, dopo non può dimenticarsene nello spazio di pochi mesi e parlare di coloro che lo hanno applaudito nei termini che abbiamo letto. 

Ricordo una vecchia pezza esposta con orgoglio in transenna a Firenze: ma che bel presidente permaloso e incompetente. Ecco a questo punto si potrebbe  aggiungere a mio parere oltre alla postilla ex anche il termine livoroso. Dato che offendersi per uno striscione che fondamentalmente l'ha raccontata per quello che è, visto che il signor Moratti ha lasciato la società stracolma di debiti e con una rosa di giocatori modesta, e che se non fosse intervenuto Thohir il rischio di fare le trasferte a Legnano e a Solbiate era elevatissimo è roba da bambinoni problematici.



Insomma mi sembra sia solo la manifestazione del fatto che sua vera indole che forse non era così buona e generosa come poteva apparire.in precedenza. Si dice che i rancori avvelenino la vita, e del suo caro il mio ex-presidente non so cosa farmene. Dunque il prima possibile è pregato di cedere anche il restante 30%, lei sta passando mentre io ,come tutti gli altri tifosi del resto, rimarrò a prescindere: solo per la maglia.

lunedì 10 febbraio 2014

OldStyle88

In un piovoso lunedì la mia pausa pranzo mi permette di ripensare a questi primi mesi senza Moratti in prima fila e a tracciare un primo seppur esiguo bilancio in termini temporali. Ovviamente non si tratta di calcio giocato; la squadra è quella, e calando l’aspetto fisico che nella prima parte aveva fatto la differenza, sono mancati anche i risultati.

Mazzarri aveva detto bene: non è serio parlare di vertici con una squadra rimasta pressoché identica a quella disastrosa dell’anno scorso. Eppure questo indonesiano che non doveva capire un accidente di pallone, fortunatissimo per aver preso una società con ampi margini di sviluppo e mai perseguiti a livello economico, ha avuto anche qualche piccola sfiga.

Chi va allo stadio ed entra un’oretta prima del fischio d’inizio avrà notato le pubblicità insistenti su merchandising, tour del museo, tessera del tifoso in chiave commerciale…. tutti aspetti prima completamente inesistenti e per i quali non ci andava un genio per pensare a una promozione della propria attività.

Ora, in attesa del resto, abbiamo cominciato a salutare Marco Branca, pupillo di Moratti che è stato preferito alla nostra bandiera Oriali, e magari saluteremo presto Fassone (sarebbe ora, altra scelta del presidente onorario). Su Ausilio la mia personale idea è quella di una persona che messa accanto a qualcuno di competente (Oriali appunto), possa anche svolgere un discreto lavoro.

Le idee di espansione e di costruzione di uno stadio mega galattico stanno pian piano per essere riposte in virtù di San Siro come nostra unica casa (le motivazioni saranno sicuramente molte, non ultima quella inutilità di spendere cifre folli quando l’espansione va prima puntata alla massimizzazione di ciò che già  c’è ed è inespresso).

E poi Mazzarri; la carneficina di allenatori spesso sbugiardati e irrisi dalle dichiarazioni di Moratti, che si divertiva ad addebitare tutti i mali a chi sedeva in panchina, pare essere finita in soffitta con prese di posizioni nette e inequivocabili con comunicati che non sono interpretabili, bensì chiari e limpidi.

C’era bisogno di tre acquisti? Eccoli, uno per ruolo; D’Amborsio, Hernanes, Vucinic…..anche se sappiamo che l’ultimo non è arrivato per motivi ormai noti. Eppure proprio da qui parto. Erick forse pensava, sperava, in una squadra in lotta per la zona Champions, soldini in arrivo, gente felice sempre e comunque con sorrisi ebeti, e un compito più semplice del previsto. Non è così.

Si è trovato una piazza attenta, appassionata, e senza il sopravvalutato presidente, neppure più disposta ad attendere chissà quali errori, anzi…. Ha potuto lui stesso constatare che non esiste in Italia una concezione di sport all’americana, e mi fa sorridere quel signore (milanista) che intervistato recentemente circa i suoi desideri su come vorrebbe il calcio, aveva chiesto di “moderare un po’” le curve.



Forse siamo tutti un po’ moralisti, e anche un po’ tutti ultras… perché arrivando al sodo della questione nessuno è disposto ad attendere/pazientare/farsi prendere in giro, quando in ballo ci sono i propri colori e da un lato è triste che non ci si metta lo stesso contro tasse, politici e inique leggi che ci condizionano la vita. In questo non c’è divisione… e dal caso Guarin (che per certi versi è un bene sia successo), anche Thohir ha capito che qua si fa sul serio.

La stessa serietà che fino ad ora ha messo, con prese di posizioni nette, con scelte condivisibili e immediate, con forza è tutto ciò che non c’è mai stato nei 18 anni di presidenza Moratti. Non so quando e se, sarà possibile vincere, o anche solo tornare a sperare…

Ma di una cosa sono certo. La sfortuna di Thohir nell’aver preso un ambiente che nemmeno lui immaginava così complicato, l’ha messo di fronte a scelte senza la possibilità di attendere il tempo tecnico di capire come fare e con chi avere a che fare.

L’istinto, la sua concezione di Manager, le sue indubbie doti organizzative, applicate a tutte le sue attività e così anche al calcio, fanno capire che magari saprà poco di tecnica, ma ha sicuramente le idee chiare su come gestire un ambiente infuocato come il nostro. Per questo sono sempre più convinto che con questo progetto potremo assolutamente rivedere la luce senza poi distruggere tutto come è stato fatto dal 23/05/2010.

lunedì 3 febbraio 2014

Così Parlò Fulvio Il Vikingo

L'ultimo regalo del petroliere ormai pezzente: il damerino con il borsalino ha un contratto a tempo INDETERMINATO!!! Poi ci sono ancora dei personaggi folkloristici, impossibile da definirsi tifosi, che osannano questo soggetto malsano... Famigliari, amici, amici degli amici tutti a mangiare alle spalle dell'Inter e sulla pelle di noi tifosi... Una gestione societaria FALLIMENTARE che a fronte di uno storico triplete e qualche scudetto e coppa italia ci ha fatto ora tornare la barzelletta d'Italia e ci ha fatto arrivare a un passo dal baratro con una voragine debitoria insanabile e una squadra da tre anni imbarazzante... Siamo stati gli unici al mondo a passare in brevissimo tempo da campioni del mondo a rischio default!!! MORATTI, LA TUA PARENTELA E PARASSITI VARI... ANDATE FUORI DAI COGLIONI DEFINITIVAMENTE!!!