giovedì 5 novembre 2015

OldStyle88

Domenica sarà il tempo del derby di Roma. Sembra essere il più atteso di sempre, anche più della famigerata stracittadina di Coppa Italia di qualche anno fa. La motivazione? Le curve di Roma e Lazio non presenzieranno, protestando così contro le misure ignobili e insensate partorite dalla mente del prefetto Gabrielli, il quale ultimamente si unisce al coro del “che brutto un derby senza tifo e calore!!!”.

Le riflessioni sono due. La prima è evidentemente riferita al fatto che determinate azioni provocano determinate reazioni. Dopo aver diviso curve in due (non si sa per quale necessità impellente). Dopo aver multato persone che sedevano sul seggiolino a fianco piuttosto che sul loro magari distante di tre posti. Dopo aver messo a dura prova la pazienza e il fisico delle persone con controlli e code esasperanti. Dopo aver venduto abbonamenti in posti che poi sono stati eliminati. Dopo aver fatto tutto ciò che serve per far stare a casa le persone e invogliarle a seguire le corse dei criceti piuttosto che una partita allo stadio. Insomma cosa si aspettavano?

Sono tutti amareggiati per un derby scialbo a livello di tifo. Si pretende al solito, che come nella storia della botte piena e la moglie ubriaca, ogni singolo frequentatore delle curve capitoline faccia voto di sopportazione solo perché “c’è la partita,  anzi la partita. Allora devo abbassarmi a qualunque tipo di compromesso”.

Si stupiscono, e reclamano un ambiente più caldo, come quello che nei numerosi derby romani visti da me in tv, era il motivo principe per il quale alla domenica sera mi scomodavo per andare al bar soprattutto per il pre partita e poi solo dopo per la partita in se.

Eppure le grandi statistiche riempiono di numeri: la Germania, la Svezia etc..  guardate che bello altrove con gli stadi pieni… Certo, molto bello, peccato che da noi valga come sempre il sogno principe del voler assecondare tutto e tutti, finendo poi per scontentare tutto e tutti.



Nulla da stupirsi. E' la stessa logica con la quale ti propongono macchine 3.000 tdi che appena schiacci vai a 80 km/h e ti mettono il limite dei 70 km/h… così come in uno stadio, in una curva, non vedo la difficoltà nell’assecondare le esigenze dei tifosi che frequentano quello specifico settore. Esistono seggiolini con schienali alti che nessuno userà mai, e soprattutto non userà mai il suo.

La campagna abbonamenti dell’Inter del presidente Pellegrini specificava che essendo il secondo anello verde la zona più calda del tifo, il posto assegnato dal biglietto o dalla tessera non è vincolante. Che difficoltà ci sarebbe nel creare un settore sul modello di quello tedesco in cui la sua funzione di tifo viene assecondata da una struttura più essenziale? Anche perché nessuno si è mai sognato di chiedere poltroncine extra lusso in una curva.

La seconda riguarda l’incoerenza con la quale si valutano certe tematiche nel nostrano mondo pallonaro. Si è sempre detto che gli ultras sono il male del calcio e in quanto tali devono stare fuori. Lo stadio è per le famiglie, mica possono rischiare di prendersi una bastonata in testa (è noto: gli ultras hanno i bambini come vittime principali) da un pazzo che non sa nemmeno che forma ha un pallone! Domenica tutto questo avverrà. Le famiglie potranno andare allo stadio, l’atmosfera sarà da derby del cuore, o forse nemmeno. Tutto quello che accadrà sarà a totale responsabilità di chiunque, ma non degli ultras. E’ un modello da seguire per i fautori di questa corrente di pensiero, perciò nessun pentimento e nessun rimorso.

Purtroppo l’Italia è un paese che fa scuola, spesso e volentieri sempre in negativo.