lunedì 4 agosto 2014

OldStyle88

Dicevo che si guarda troppo a come ci si comporta fa all’estero e che si guarda poco ciò che realmente servirebbe in casa nostra. Menzionavo la triste finale di Coppa Italia come esempio e nel farlo voglio assolutamente tralasciare i fatti che ben conosciamo e che personalmente mi lasciano perplesso sulle tempistiche e sulla nebbia che ancora c’è sull’evento. Il mio è un inciso dal punto di vista prettamente organizzativo.

Sappiamo tutti che l’Italia è una nazione che fa fatica a livello organizzativo. Dagli organi statali, agli eventi, la burocrazia è mostruosa e scoraggia chiunque abbia in mente di intraprendere una qualsiasi iniziativa. Siamo sommersi da uffici, carte, permessi…se vi ricordate la scena di Fantozzi in ospedale… capirete.

Ci rapportiamo quindi alla Germania, paese organizzato per eccellenza, e all’iniziativa di far giocare la finale della Coppa nazionale della capitale Berlino. Un po’ come gli inglesi con Wembley, non fosse che ci si dimentica la regola semplicissima che qui…è qui….lì…è li. Pertanto anche noi da qualche anno abbiamo preso a organizzare la finale a Roma ma ogni volta sono problemi organizzativi, culminati con il tristissimo fatto dell’ultima finale.

Semplicemente non si pensa che a Berlino c’è una sola squadra rilevante con una tifoseria che non spicca di certo nel panorama europeo. A Roma invece non si tiene conto che ci sono due tifoserie di livello come Roma e Lazio, e non si può sempre sperare in un derby romano che a sua volta non sarebbe sicuro viste le amicizie non sono italiane che entrambe le tifoserie hanno.




A parte un Lazio Sampdoria si sono giocati sempre dei Roma Inter e un derby, oltre a un Inter Palermo, un Napoli Juve e un Napoli Fiorentina. A livello di ordine pubblico quindi sono sempre quattro le tifoserie da guardare, se non di più. Forse le partite di andata e ritorno non erano più semplici da gestire? 

Molti tifosi che desistevano per il viaggio solo perché il ritorno era in casa permettevano sempre di avere un numero minimo di gente in trasferta e sempre e solo due città interessate, una per volta, e con la possibilità di non far mettere in viaggio migliaia di persone. Se controllare troppe persone risulta un’impresa, allora si prendano le contromisure in modo intelligente, senza copiare a destra e a manca solo perché là di fa così allora lo facciamo anche noi.

L’interesse per una competizione deriva proprio da questo. Come abbiamo fatto per anni, anzi decenni, in cui l’andata si faceva da me e il ritorno da te? Eppure non mi pare che nei recenti Roma-Inter ci fosse l’Olimpico pieno benchè si trattasse di finali.

Impariamo a far rinascere l’interesse non adeguandoci adaltri modelli ma a essere noi stessi innovatori ritrovando nella semplicità del nostro passato quanto di bello c’era quando il calcio italiano era a ben altri livelli.